Ho sostituito come altri condomini un calorifero chiedendo all’aministrazione di chiudere l’acqua centralizzata e così hanno fatto altri condomini se non che i prezzi per tale operazione sono risultati tra loro diversi in sede assembleare l’amministratore a cui abbiamo chiesto lumi in proposito ha risposto che non sapeva il perchè e che si sarebbe interessato. Dopo 4 mesi nulla è pervenuto nonostante ripetuti solleciti a mezzo e mail. Ho allora trattenuto, per protesta, la differenza in che ritenevo in più pagata sulla seconda rata pagata in rapporto alla scadenza regolarmente. L’amministratore, nonostante mi abbia a mezzo mail detto che mi avrebbe fatto recuperare tale somma ha ribadito che lo faceva per farmi un favore ma me lo ha detto dopo che era scoppiato il bubbone e nonostante ciò, mi ha fatto, in barba alla procedura, scrvere direttamente dal proprio avvocato che reclama 188 euro per il suo intervento (una lettera di 10 righe) più la reintegrazione della somma arbitrariamente da me trattenuta. Premetto che l’ho fatto per richiamare l’attenzione dell’amministrazione su lproblema e che sono disposto a pagare quanto da me trattenuto e che ho scritto all’avvocato una raccomandata contenente una proposta di bonaria conciliazione che non ha accettato ma anzi mi ha detto a voce che se non pago tutto entro dieci giorni proseguirà l’azione nei miei confronti con ulteriore addebiti nei miei confronti. A me questo signore pare un fuori di testa.
Il caso purtroppo non è descritto benissimo, ma, a quanto capisco, essendo i caloriferi parti di proprietà individuale, c’è stata una spesa comune per un intervento da parte di un idraulico o comunque un tecnico che ha dovuto fermare l’impianto di riscaldamento centralizzato, che poi è stata ripartita in modo diverso tra i vari condomini.
Può darsi, semplicemente, che la ripartizione sia avvenuta su base millesimale, come avviene di regola per le spese condominiali, salvo alcune deroghe ben circoscritte. Ad ogni modo, è un diritto del lettore avere i chiarimenti necessari, naturalmente però è meglio pagare e chiedere i chiarimenti per iscritto, altrimenti si rischia un decreto ingiuntivo che il codice civile, in materia condominiale, prevede sia concesso addirittura in forma provvisoriamente esecutiva.