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quando si falsifica la firma del datore di lavoro per pagarsi lo stipendio

Mi sono licenziato da una ditta di trasporti il 16 settembre del 2011 per giusta causa in quando il titolare non mi pagava puntualmente e ho circa 9 stipendi arretrati. Ho sollecitato piu’ volte il mio datore di lavoro affinche mi pagasse la liquidazione e gli arretrati ma a tutt’oggi quasi non mi ha ancora pagato, non rispondendo alle mie raccomandata e email inviate. La mia mansione era quello di impiegato e gli stipendi mi venivano pagati attraverso contanti, assegni della ditta e assegni di clienti che io giravo apponendo la firma del mio titolare su sua autorizzazione solo verbale. Faccio presente che dal 1994 data della mia assunzione al 2006 gli stipendi mi sono stati pagati solo escluisivamente attraverso contanti e assegni di clienti intestati alla mia ditta che io poi mi giravo, apponendo la firma del mio titolare su sua autorizzazione verbale. Solo a partire del 2006 poiche’ gli incassi erano molto pochi anche con gli assegni del mio ex datore di lavoro. Adesso il mio ex datore di lavoro nega di avermi mai autorizzato verbalmente alla girati degli assegni e mi accusa di denunciarmi per aver firmato quegli assegni di cui l’ultimo risale ad aprile 2008, solo perche’ non vuole pagarmi la liquidazione e gli arretrati. Vorrei fargli causa per il mio Tfr e gli stipendi arretrati, ma la mia paura e quella che mi denunci per falso materiale. Cosa mi consiglia di fare io ero in buona fede intascando gli assegni dei clienti e solo per pagarmi lo stipendio.

Ovviamente, in un pasticcio del genere una risposta sicura per te non esiste. Come sai, per fare le operazioni che hai fatto avresti dovuto farti dare una delega dal tuo datore di lavoro e poi firmare gli assegni a tuo nome, non falsificando la firma del datore di lavoro. È ovvio, e risaputo, che cose di questo genere accadono in quasi tutte le aziende tutti i giorni, ma questo non fa venir meno necessariamente il reato. A tuo favore, sta il fatto che sicuramente il datore fa fatica a sostenere di non averti mai autorizzato, dal momento che poi avrà sicuramente visto le operazioni compiute tramite quegli assegni sul suo conto e che i medesimi venivano utilizzati per pagarti lo stipendio, che era un suo obbligo preciso. Però non so se questo possa convincere un giudice dell’assenza dell’elemento soggettivo nella falsificazione…

L’unico consiglio possibile, a mio giudizio, in una situazione del genere è quello di cercare di negoziare, altrimenti potreste farvi male entrambi. Ti consiglio di farti seguire da un legale degno di fiducia.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

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