Ho ereditato un terreno dove mio zio da più di 20 anni in prossimità del confine ha costruito un muro e dopo un magazzino ,dopo mie verifiche con il geometra e la sua presenza risulta che sie il muro e il magazzino si trovano quasi tutto nella mia proprietà .l primo passo è stato la soluzione bonaria, niente di fatto, mi ha detto che avrebbe fatto usocapione. Il magazzino non è accatastato in quanto il suo geometra non poteva farlo, sono passati circa 4 anni è questo usocapione non viene fatto, il magazzino abusivo si trova in un parco regionale. Come mi devo comportare?
Non so se nella tua «soluzione bonaria» c’è stato almeno l’invio di una raccomandata riassuntiva della situazione a tuo zio tramite un legale. Se non hai mai scritto, ti consiglierei di farlo al più presto perchè un minimo di tutela, se dovesse succedere qualcosa relativamente al magazzino, il fatto di mettere la situazione per iscritto te la conferisce.
Al di là della diffida, se tuo zio non si decide a regolarizzare la situazione, intestandosi anche formalmente le sue opere (muro e magazzino), con tutte le conseguenze di legge, l’unica cosa è che sia tu a promuovere una causa nei suoi confronti, che potrà essere di mero accertamento dell’intervenuta usucapione o, più semplicemente (e, a mio giudizio, auspicabilmente), di rivendica della proprietà, in quest’ultimo caso sarà ovviamente tuo zio, se interessato, ad eccepire l’usucapione.
Purtroppo, ti serve un avvocato. Se ti interessa un preventivo da parte nostra, non hai che da compilare il modulo.
4 risposte su “quando si eredita un fondo su cui un parente ha eretto un muro più di 20 anni fa”
Se il magazzino è in parco, e non è accatastato, al 99% è abusivo. Dopo la raccomandata allo zio si potrebbe fare una bella segnalazione all’Ente responsabile del parco ed al Comune, evidenziando che le opere sono state realizzate da tezi e se ne richiede la demolizione.
Valeria
Eccellente osservazione.
A me sembra che il tema della prova dell’usucapione sia centrale, in termini pratici.
Se questo zio è così maligno, e la prova gli mancasse, converrebbe fare un’altra “riunione di famiglia” in cui si spiega che per vie legali la rivendica avrebbe successo senza possibilità di eccezioni, e che gli converrebbe rimuoverlo oppure accettare di prendere in affitto (o acquistare) il pezzetto di fondo.
Naturalmente, questo non toglie che sia utile formalizzare una qualunque richiesta inerente per raccomandata, come suggerito dall’avvocato; poiché se di anni ne fossero passati non 20, ma anche soltanto 19, un atto precisamente databile come la raccomandata, che chiede conto di un terreno di proprietà, sarebbe sufficiente a interrompere il fenomeno dell’usucapione prima del suo completamento.
Se invece i vent’anni fossero decorsi e la prova (di almeno vent’anni fa) non gli mancasse, io percorrerei comunque una strada informale, chiedendo allo zio per quale motivo voglia fare proprio un terreno che è sempre appartenuto (al fratello?) e che per successione spetterebbe all’erede. In queste situazioni, se non si tratta di pura disonestà, capita spesso che il motivo del “trattenimento” del bene abbia a che fare con conti familiari non regolati, spese condominiali non rimborsate etc etc
Per quieto vivere, varrebbe la pena di accertare se non vi siano istanze di questo tipo, da parte dello zio, perché con qualche conguaglio / compromesso / accordo, potrebbe mollare la presa extragiudizialmente.
Grazie Giorgio del tuo interessante ed utile intervento. Concordo anche io che il tema della prova nell’usucapione sia centrale, il problema è che buona parte delle prove sono testimoniali e quindi poco attendibili e prevedibili.