Laureato in informatica, dipendente con contratto a tempo indeterminato (commercio) in una società di consulenza informatica (spa), attualmente consulente come programmatore presso una grande azienda da 10 anni (voglio dire che da 10 anni lavoro presso questa grande azienda come se fossi un loro dipendente). Chiedo se ho diritto a intentare una causa per lavoro presso questa azienda e quante probabilità ho di vincerla.
Posta in questo modo, la domanda non può condurre assolutamente a niente. Per vedere se un rapporto d’opera, o di consulenza, dissimula in realtà un rapporto di lavoro subordinato della cui esistenza si possa chiedere l’accertamento ad un giudice, bisogna proprio esaminare in dettaglio le modalità con cui è sempre stato svolto il lavoro. Bisogna, ad esempio, vedere se c’erano vincoli di orario, con anche, sempre ad es., cartellini da timbrare, superiori, una vera e propria subordinazione o, al contrario, libertà ed autonomia nello svolgimento delle prestazioni. È necessario, in altri termini, esaminare che cosa faceva il «lavoratore» dal mattino in cui entrava in azienda (se entrava, ovviamente) alla sera in cui se ne andava e con quali modalità. Una volta fatto questo importante lavoro preliminare di approfondimento, si può esprimere un giudizio generale circa la sussistenza o meno di un rapporto di lavoro subordinato, ma mai esprimere con precisione le probabilità di vittoria in una causa, perché, specialmente in materie «liquide» come questa, ci sono troppe variabili. Un avvocato serio ti può dire semplicemente se è meglio lasciar perdere o se «ci sono possibilità» di vittoria, questo secondo caso sarà quello in cui la tua situazione non appare infondata, ma ci sono discreti elementi a tuo favore. Ma più di questo non sarebbe corretto, né utile.