la mie ex moglie,separati con affido condiviso di un bambino di 6 anni,dalla sera al mattino mi ha informato di essere decisa a trasferisrsi in una citta’ diversa da quella dove abbiamo convissuto e che dista 25 km dal mio domicilio (vivo con i miei genitori)per trasferirsi in una piccola cittadina in calabria a cira 200 km da dove vivo io (dove dispone di una casa di villeggiatura di proprietà).Il motivo e’ che vuole cercare un lavoro ,giustissimo,ma e’ altrettanto giusto che porti con se nostro figlio non permettendomi di obbiettare e negandomi la possibilita’ di continuare ad avere il rapporto che sino ad oggi con diverse difficoltà ho mantenuto con mio figlio?Lo abbiamo iscritto all’asilo di comune accordo poi lei arbitrariamente ha richiesto il nulla osta e lo ha iscritto ad altra scuola(calabria) senza dirmi nulla e senza lasciarmi la possib ilita’ di parlarne.Cosa posso fare per non farmi portare via mio figlio?sono disperato mi sento impotente dinanzi a cio’.
Dal lato umano capisco che la situazione sia molto difficile, da quello giuridico invece, per fortuna, è molto semplice.
Si tratta di capire e vedere se questo ipotizzato trasferimento sia conforme all’interesse di vostro figlio o meno.
È vero innanzitutto che da un lato perderebbe la possibilità di un rapporto più intenso con il padre, che sei tu. Bisogna vedere però se questa perdita, che è oggettiva e certa, sarebbe compensata da altri vantaggi per lui, quindi ad esempio una buona occupazione della madre, che magari gli consentirebbe di godere di un tenore di vita più agiato, la presenza di ascendenti che potrebbero prendersi cura di lui, un ambiente sociale più stimolante, un comune di residenza che offre più servizi per l’infanzia e così via.
Se, considerate tutte queste cose, ritieni che il trasferimento sia un fatto negativo per tuo figlio (e non solo per te, che sia negativo per te è ovvio e scontato, ma purtroppo non basta), puoi presentare un ricorso al giudice chiedendo che prescriva la residenza nel comune attuale con divieto di trasferirsi altrove sino ad un eventuale nuovo progetto più meritevole di attenzione.
Il ricorso è un semplice (si fa per dire) ricorso per modifica delle condizioni di separazione, per il quale è necessaria l’assistenza legale.
19 risposte su “Come posso impedire alla mia ex moglie di trasferirsi lontano con mio figlio?”
Se con la mia fidanzata che ha una figlia di 3 anni ci sposiamo lei può trasferirsi da me a 1000km di distanza?
Per me ci vuole l’autorizzazione del giudice.
Salve, la exmoglie con il figlio di 1 anno potrebbe trasferirsi nella casa della madre a 800Km dal padre solo perchè li avrebbe l’appoggio della madre nella gestione del figlio? Inoltre potrebbe influire negativamente sul trasferimento il fatto di avere “lei” in famiglia parenti con problemi mentali e potenzialmente pericolosi (nello specifico sua zia che abita nell’appartamento di fronte con gravi problemi mentali ed un passato di violenze verso il padre). Grazie
Dipende, in caso di disaccordo è una decisione che prende il giudice quindi bisogna vedere come la vede lui o lei. Vi consiglio la mediazione familiare.
Mia moglie è andata in Irlanda con mia figlia da un ipotetica cugina. Dopo 2 mesi dice che forse ha trovato un lavoro part time di poco reddito.
La mia situazione in Italia è che sono in mobilità con sostegno disoccupazione di inps ma vivo in casa di proprietà.
Non siamo separati.
Io voglio che mia figlia prosegua le scuole in Italia e dorma in casa sua e non da una a me sconosciuta.
La mamma vuole provare a fare carriera in Irlanda e tenersi la figlia in casa della ipotetica cugina.
Mia figlia prima di partire con inganno della madre faceva scuola materna in Italia, corso di nuoto, scuola di danza, ecc… ovviamente posso sempre permettermi il suo affidamento, invece la mamma non ancora.
Come faccio ad impedirgli di portare via la bambina?
Il primo passo è farle una diffida tramite avvocato.
Salve siamo una coppia di Roma regolarmente divorziati con entrambi figli minori.
A gennaio la mia compagna e’ rimasta incinta e quindi abbiamo deciso di stringere i tempi su tutto cercando di regolarizzare le varie situazioni prima della nascita di nostro figlio.
Premesso che ci sposeremo a novembre, dopo aver tentato per le vie bonarie di chidere il trasferimento dei figli minori al padre dei figli della mia compagna, ci siamo visti costretti a rivolgersi al tribunale per autorizzare il cambio Roma su Roma, che ha fissato udienza per settembre. Essendo la mia compagna in gravidanza a rischio e al settimo mese si sono gia’ trasferiti a casa mia con la felicita’ di tutti figli compresi per primi, informando anche il padre che a volte e’ venuto a prenderli e riportarli.
La settimana scorsa giorno infrasettimanale del padre pur sapendo che i figli non erano a casa lo stesso si e’ recato sul posto con una volante della Polizia di Stato, penso abbia sporto querela.
Cosa ci consiglia??
Istanza del 335 al momento poi si vede.
Sono separata, finalmente l’omologa dopo 5 anni!!! Per quanto riguarda la minore di 6 anni, l’affido è condiviso ed è collocata presso di me. Considerato che il mantenimento del mio ex ? di 200euro in tutto, e che qui nonostante mi dia un gran da fare non ho ancora un buon contratto di lavoro e a stento riesco a pagare l’ affitto (mi aiutano ancora i miei), vorrei trasferirmi in un altra regione, dove vive il mio compagno che la bambina conosce e con cui ha un ottimo rapporto. Per altro in quella città ci sono ottime opportunità di lavoro per la mia professione e così riuscirei a garantire un futuro migliore anche a mia figlia. Senza contare che la città in cui viviamo adesso oltre ad essere molto povera è anche molto inquinata con rischi per la salute notevoli. Vorrei sapere se con questi presupposti ho il diritto di poter andare a convivere con il mio compagno, portando con me la piccola. Chiaramente sono disposta ad essere collaborativa per quanto riguarda la prosecuzione del rapporto con il padre nonostante la distanza, e anche a rinunciare al mantenimento. Posso dare una speranza a mia figlia? Posso godere Di questa seconda opportunità che ho avuto nella vita, dopo aver sbagliato a sposare ahimè un uomo immaturo e violento? Premetto la bambina ha un buon rapporto con il padre e che lui la ama moltissimo. Infatti questa mia decisione mi fa provare tristezza nel immaginare un padre innamorato della figlia a doversene separare o quantomeno non poter stare con lei così spesso come avviene adesso. Ma non è altrettanto triste sapere che io sono costretta a vivere con 500 euro al mese con contratto a progetto, per garantire il diritto di visita, mentre gli anni passano, e mia figlia un giorno crescerà e non avremmo neanche i soldi per mandarla all’università?
I diritti non esistono, se vuoi sapere come stanno le cose devi semplicemente tentare e depositare il ricorso. In bocca al lupo.
Scusate io sono separato con la mia ex compagna e dal tribunale e venuto fuori che l’affidamento congiunto con residenza a casa sua io comunico dove porto il bambino in vacanza come luogo e via e reperibilità telefonica lei invece va dove vuole in vacanza senza comunicarmi dove va e ne mi risponde al telefono e giusto secondo voi
Per me te lo dovrebbe comunicare. Valuta magari una diffida tramite avvocato ma soprattutto un ciclo di sedute di mediazione familiare.
Ma se la madre sotto l’affidamento congiunto rimane incinta del nuovo compagno che abita a più di 500 km, come influirebbe sull’affidamento condiviso che ha con il precedente compagno oppure la madre potrebbe perdere la podestà genitoriale?
Ovviamente non si può dire niente in generale, bisognerebbe conoscere il caso nel suo dettaglio, non è certo comunque una cosa in sé come questa che può determinare automaticamente la perdita della responsabilità genitoriale…
Considerata la situazione economica delle cittadine balneari calabresi non vedo quale possa essere il vantaggio per il bambino
L’affido condiviso vieta al genitore di trasferirsi senza il consenso dell’ex coniuge
Suprema Corte di Cassazione Civile – Famiglia
Sentenza del 23 Ottobre 2013 n. 43292
La Cassazione ha esaminato il caso di una donna separata che aveva deciso di trasferirsi insieme ai figli in un’altra città.
Nello specifico la donna, madre di una bimba di otto mesi, si trasferiva in Sicilia mettendosi in cerca di un lavoro ma il provvedimento preso dal Tribunale di Trento stabiliva la collocazione della minore a Capriana, nell’ex abitazione coniugale, concedendo inoltre al padre il diritto di visita durante i giorni della settimana.
La decisione unilaterale di “cambiare aria” dopo una separazione viene in testa a molti ma non è una cosa di facile realizzazione se di mezzo ci sono dei figli.
Le necessità della vita potrebbero giustificare un trasferimento ma una decisione presa “alla leggera” no, perchè in presenza di figli, anche l’ex coniuge dovrebbe essere interpellato.
Tutte le decisioni che rigardano la vita dei figli, stando al disposto della Legge n. 54/2006 che ha introdotto l’affido condiviso, parla chiaramente di parità genitoriale e di concordare le decisioni di maggiore interesse relative ai figli.
Il trasferimento in un’altra città non puo’ che essere una decisione che rientra nell’ambito delle scelte importanti per la vita dei figli e, pertanto, non può essere presa unilateralmente da un solo genitore.
Secondo quanto ha affermato la Cassazione con la sentenza n.43292/2013, la madre che senza interpellare l’ex coniuge si trasferisce insieme ai figli in un’altra città sta violando le disposizioni del Giudice della separazione.
Per gli ermellini “l’elusione dell’esecuzione di un provvedimento del giudice civile che riguardi l’affidamento di minori può concretarsi in un qualunque comportamento da cui derivi la ‘frustrazione’ delle legittime pretese altrui, ivi compresi gli atteggiamenti di mero carattere omissivo”.
In poche parole, nei casi come questo appena descritto, per trasferirsi serve necessariamente il consenso dell’altro coniuge ovvero l’autorizzazione del giudice perchè, in caso di trasferimento senza comunicazione all’ex, si rischia una sanzione che potrebbe addirittura cambiare il collocamento della prole o, nei casi limite, perderne la potestà (ex art. 709-ter c.p.c.) poichè tale comportamento può essere inquadrato come un modo di agire irresponsabile e incompatibile col ruolo di genitore collocatario dei figli minori.
Grazie per la citazione, anche se questo non risolve il problema vero dell’utente, dal momento che la moglie potrà fare quel che vuole ottenendo l’autorizzazione del giudice.
é reato, semplice…
La cassazione ha espresso parere pochi giorni or sono con sentenza. Trtasferire un minore in affido condiviso senza autorizzazione dell’altro genitore E’ REATO!
Perché non diciamo le cose come stanno SIg. Tiziano Solignani?
Se dire le cose come stanno significa citare recenti sentenze di Cassazione a cazzo, senza nemmeno dire quali sarebbero, e soprattutto senza aver un minimo di comprensione della sostanza vera del problema dell’utente, allora sinceramente preferisco limitarmi al mio personale punto di vista, con tutti i suoi limiti. Benvenuto nel blog.