Ho una carissima amica da oltre 40 anni sordo muta che io ho sempre seguito nella vita quando aveva bisogno di aiuto, dopo la morte della madre nel 2011 si è presentata a casa sua una cognata che durante tutta la vita non avevano avuti buoni rapporti con l’inganno l’ha rinchiusa in un istituto di anziani e non permette a nessuno di avvicinarsi alla poveretta di anni 63. Suppongo ci siano motivi economici.Dopo alcuni tentativi fatti per incontrarla oggi mi è pervenuta una diffida da parte della cognata scritta da un avvocato dove mi intimano di non recarmi più all’istituto. Vorrei sapere se posso fare qualcosa per incontrarla o mi devo arrendere. Mi sento in colpa poichè la madre moribonda mi aveva fatto giurare di non abbandonarla e di continuare ad aiutarla come avevo sempre fatto
Ovviamente, per poter dare una risposta con un minimo di senso e di utilità pratica, bisognerebbe esaminare concretamente questa diffida che hai ricevuto e, soprattutto, le motivazioni indicate in essa.
A livello generale, si può dire solo che, se non ci sono motivi di danno che tu potresti arrecare a questa persona, la diffida si può tranquillamente ignorare e tu puoi continuare a coltivare il rapporto con lei, sia pure compatibilmente con il fatto che si trova in un istituto.
Ancor prima di questo, bisognerebbe sapere se questa tua amica, nonostante il suo handicap, è ancora lucida o se al contrario si trova in stato di incapacità di intendere e di volere. Se la tua amica, infatti, fosse ancora lucida, la cognata non avrebbe nemmeno avuto titolo ad inviarti una diffida di quel genere, mentre spetta solo alla tua amica decidere chi deve frequentare.
Se, infine, ritieni che la tua amica sia gestita in modo non corretto, da parte di persone che non le vogliono bene o la trattano come si merita, puoi valutare di presentare o far presentare un ricorso per amministrazione di sostegno.