sono mamma di una bambina di 8 anni e sono separata dalla convivenza con sua padre ( per sua decisione) da poco più di 4 anni. Abito in provincia di Lecco e suo padre è tornato a vivere in provincia di Torino dove aveva già una casa. Ho sempre chiesto se poteva avvicinarsi alla nostra casa per frequentare dipiù sua figlia ma ha sempre rifiutato in quanto ha un altro figlio di 14 anni ( con un altra donna ) che vive in prov di Torino. Da 1 anno circa convive con un ennesima compagna con la quale ha acquistato una villa con piscina vicino a Cuneo, allontanandosi ulteriormente alla residenza di nostra figlia. Ora chiede i suoi diritti di portare la bambina a casa sua ogni 15 giorni ( andata e ritorno sono circa 550 km) altrimenti si rifiuta di venirla a trovare. Può chiedere una cosa del genere sapendo che la bambina non vuole e non se la sente di fare ogni volta tutta quella strada?
Ovviamente, per una questione del genere la legge non fornisce nessuna risposta.
La risposta va trovata esaminando la situazione concreta e le caratteristiche di vostra figlia.
Un viaggio di 250 km non è una cosa di per sé inaffrontabile per una bambina di otto anni, mia figlia che ha la stessa età ne deve fare il doppio per andare a trovare i suoi nonni.
Però dipende da eventuali problemi particolari della bambina, ad esempio se soffre di patologie che sconsigliano viaggi in auto o con altro mezzo.
Il consiglio non può che essere quello di trovare magari un compromesso, anziché magari fare questo viaggio due volte al mese si potrebbe fare una volta al mese, limitandosi ad una visita nell’altra occasione.
Insomma, si possono trovare mille soluzione e accordi con la capacità di comunicare.
Suggerirei qualche seduta di mediazione familiare, che oggigiorno si può fare anche per videoconferenza.