Il figlio di una anziana consegna domanda di invalidità precompilata presso un CAF dove risulta lavorare una persona del patronato. Costei conferma che la pratica è gratuita e prende la domanda.
Giorni dopo, al CAF, la persona consegna al figlio dell’assistito la stampa della domanda sottomessa al sistema informatico. Sopra c’è scritto che le comunicazioni INPS relative alla pratica giungeranno alla sede provinciale del patronato, che non si trova in quel locale, e che il patronato le riferirà all’assistito.
È sempre però questo avvocato a contattare il figlio dell’assistito per riferire quelle comunicazioni; poche, perché la pratica segue i normali tempi e si completa senza ritardi né solleciti. Giunto l’accredito degli arretrati relativi all’indennità di accompagnamento, l’avvocato sostiene di avere svolto assistenza stragiudiziale in cambio del 20% sugli arretrati e di averlo pattuito verbalmente col figlio dell’assistito. Vuole pertanto fatturare e a lui. Può farlo davvero?
Il compenso a percentuale va pattuito per iscritto, se concordato solo verbalmente non è valido.
Ti rimando alla lettura della nostra scheda o pagina in materia.
Vi suggerisco di valutare il contributo offerto di fatto da questo legale alla gestione della pratica e formulargli un’offerta di pagamento del compenso commisurata, anche perché potrebbe aver diritto ad un compenso a prescindere dalla (in)validità del patto sui compensi e, più in generale, in quanto le soluzioni negoziali sono sempre preferibili.