Nei pressi di Capalbio c’è un casale a 2 piani.
Al piano terra c’è la mia vicina. Al primo piano ci sono io.
Il casale insiste su un terreno indiviso.A Gennaio 2014, io e la vicina di casa siamo andati dal notaio ed abbiamo effettuato la divisione catastale e di proprietà del terreno in parti uguali tramite un atto notarile.
Dalla divisione del terreno nate delle servitù. Entrambi le abbiamo sottoscritte, accettate e firmate nell’atto notarile davanti al notaio.Ieri a distanza di 7 mesi la vicina di casa non vuole più che io usi la sua servitù.
Può farlo? Come posso fare eventualmente per tutelarmi dato che la servitù di passaggio in questione (raso muro) mi serve per andare al contatore elettrico del mio appartamento?
È un caso abbastanza tipico, avete costituito per via negoziale delle servitù che, se non aveste dato loro vita in quel modo, sarebbero con ogni probabilità nate in base all’istituto della destinazione del buon padre di famiglia.
Ora, per capire meglio come stanno le cose, è evidente che bisognerebbe leggere il contratto divisionale che avete fatto per atto pubblico, ma se la servitù riguarda semplicemente l’accesso ai contatori mi sembra difficile che il tuo diritto possa essere contestato.
Ad ogni modo, il primo passo che devi fare è far scrivere una diffida alla tua vicina da un avvocato in cui ribadisci i tuoi diritti e la tua intenzione di esercitarli, cercando poi di innestare una trattativa volta al raggiungimento di un accordo bonario, che è sempre la cosa migliore.
Se la cosa non dovesse venire composta in questo modo, di solito in questi casi si usa lo strumento del ricorso d’urgenza o possessorio (io di solito li faccio tutti e due con lo stesso atto) per far dichiarare in breve tempo dal giudice il tuo diritto all’accesso e comunque all’esercizio delle servitù.
Si tratta naturalmente di un’iniziativa tutta da valutare carte alla mano.
Chiedi un preventivo ad un avvocato, dapprima per la sola diffida e, si spera, trattativa conseguente.