Fino a pochi mesi fa convivevo con un uomo di anni 54. A roma, Lui mi ha lasciato, io gli avevo prestato dei soldi e adesso lui non me li vuole dare. Mi dice sempre che non ha lavoro e rimanda. io sono disperata non so piu cosa fare. (ho un lavoro di 400 euro al mese ) e quei soldi mi servono Posso fargli un denuncia? Ho tanti sms sul telefonino inerenti ai soldi
Una denuncia secondo me non gliela puoi fare, perché non c’è nessun reato, ma semplicemente un inadempimento, che è un fatto avente rilievo solo civilistico e non anche penale.
Per aver rilevanza anche in sede penale, bisognerebbe che si fosse trattato di una truffa, cioè che lui ti avesse convinto con appositi «artifici o raggiri» o che lui fosse partito sin dall’inizio già con l’intenzione di non restituirti i soldi e quindi sostanzialmente di «scroccarteli» – quest’ultimo sarebbe il caso dell’insolvenza fraudolenta.
Il primo caso non mi pare che ricorra, il secondo è meno lontano, ma mi sembra difficile comunque da sostenere e soprattutto provare. Direi che la realtà sia che tra voi c’è stato un normale contratto di mutuo.
Anche nel versante civile, comunque, la situazione non è priva di ostacoli.
Innanzitutto ti manca una vera e propria prova scritta, un contratto firmato, cosa che tra conviventi è anche abbastanza naturale non fare, ma con questa ultima considerazione, purtroppo, non si rimedia completamente alla lacuna. Hai degli SMS, che però bisognerebbe vedere che cosa dicono, e che comunque bisognerebbe anche trascrivere per poter presentare ad un giudice.
Un secondo possibile fattore di complicazione deriva dal fatto che molto spesso le dazioni di denaro tra conviventi sono considerati adempimenti di obbligazioni naturali, in virtù proprio del contesto familiare, cioè soldi che una parte dà all’altra per la vita in comune, senza nessun obbligo da un lato ma senza poterli poi chiedere indietro in seguito.
La dazione a titolo di prestito e non invece come adempimento di obbligazione naturale potrebbe essere dimostrata, se idoneo, dal contenuto degli SMS di cui sopra.
L’approccio «avvocatesco» classico sarebbe far trascrivere da un tecnico quegli SMS per tentare poi di depositare un ricorso per decreto ingiuntivo, insieme eventualmente ad altra documentazione «a corredo», come ad esempio uno stato di famiglia se mai l’avete avuto insieme o qualsiasi altro documento che possa avvalorare la tua ricostruzione.
Però si tratta di una cosa piuttosto costosa, comunque, alla fine, e di cui non è assolutamente chiara la riuscita, sia sotto il profilo dell’ottenimento del decreto (potresti trovare un giudice che ritiene la prova insufficiente) sia sotto il profilo, successivo, dell’effettivo incasso.
Sotto quest’ultimo aspetto, peraltro, ti consiglio di leggere con attenzione la nostra scheda sul recupero crediti.
Un approccio alternativo a tutto quanto sopra, visto che il problema si radica in una situazione familiare, anche se oramai esaurita, potrebbe essere invitarlo ad una serie di mediazione in cui cercare di ottenere col dialogo assistito appunto da un terzo imparziale quello che non si è riuscito sinora.