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Maltrattamento animali e licenza di caccia

1 anno fa circa lavorando presso un negozio di animali sono stato incaricato di trasportare dei cuccioli di cane,insieme all’autista trasportatore,ad un controllo in strada della polizia stradale i cuccioli sono risultati piu’ piccoli e li hanno sequestrati,io spiegando i fatti non essendo ne il trasportatore ne il venditore,la polizia mi ha detto che sarei solo stato chiamato come persona informata dei fatti,invece successivamente mi e’ stata notificata una denuncia per maltrattamenti ad animali ed uso di documenti falsi,recatomi da un avvocato,mi ha detto che totto anche se con tempi molto lunghi dovrebbe risolversi per il meglio,il problema a suo parere e’ nato dato che il trasportatore gia’ aveva simili denuncie.lui mi ha un po rassicurato sulla viceneda, anche se ci sara’ una causa da affrontare,mi chie do adesso se questo comportera’ il non rinnovo della licenza da caccia,finche’ questa situazione non sara’ chiarita.

Nessuno lo può sapere purtroppo.

Le decisioni che prende la pubblica amministrazione in casi come questi, come ho scritto già dozzine di volte nel blog, sono prettamente discrezionali.

Questo significa che la legge offre ampio spazio all’autorità che volta per volta deve decidere (Prefetto, Questore, ecc.) di attribuire o meno più o meno peso alle circostanze del fatto che interessano l’istante.

Questo è normale, perché ci sono reati molto diversi tra loro, ad esempio il tuo è un caso di eventuale maltrattamento di animali e non lo possiamo mettere sullo stesso piano con quello, in ipotesi, che è indagato per associazione a delinquere, magari di stampo mafioso.

Però, se è vero che queste decisioni non possono non essere lasciare elastiche e configurate come tali dalla legge, lo «svantaggio» del sistema è che la pubblica amministrazione può in sostanza ragionare come gli pare quando fa queste valutazioni e al cittadino non rimane, in caso di diniego, che tentare il ricorso al TAR.

Quindi l’unica cosa che puoi fare è presentare la domanda di rinnovo e valutare in sede amministrativa eventuali problemi che dovessero insorgere; in caso di diniego, poi, dovrai valutare ulteriormente il ricorso alla giustizia amministrativa, appunto il ricorso al TAR con un avvocato di fiducia.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

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