Un nostro condomino (tra l’altro il padre della amministratrice del condominio) ha aperto una porta sul cortile condominiale recintandone una parte con un muro. Il cortile è sempre stato interamente di proprietà del condominio dal 1964 (data di costruzione del palazzo) fino ad ora .
Il precedente proprietario dell’appartamento, al quale è stato annesso il pezzo di cortile in questione, non ha mai rivendicato detta proprietà e l’attuale, anni fa, chiese di poter acquistare dal condominio il pezzo di cortile di cui ora si è appropriato vantando documentazione che gliene riconosce il diritto (francamente non sappiamo come abbia potuto procurarsi questa documentazione). Cosa possiamo fare?l’amministratrice non ha mosso un dito
Il primo passo, come quasi sempre accade, è quello di inviare una diffida tramite un avvocato, dove si chiede la demolizione delle opere realizzate, e la «restituzione» al godimento comune della porzione di cortile in questione, invitando controparte, se in possesso di documenti che ne dimostrano la titolarità esclusiva, ad esibirli.
Prima di inviare la diffida, naturalmente, l’avvocato che deciderete di assumere potrà studiare un po’ la situazione per vedere se si possono avere maggiori dettagli a favore dell’una o dell’altra ricostruzione circa la proprietà del bene in questione.
L’amministratrice, trattandosi di parti comuni, avrebbe dovuto a mio giudizio pronunciarsi ed attivarsi, quindi la diffida sarebbe da mandare anche a lei per quanto di competenza.
Dopo la diffida, si valuta in base al riscontro che si è ricevuto ed a come si è evoluta (o, tutto al contrario, non si è evoluta) la situazione.
In caso sia opportuno, dopo adeguate valutazioni, procedere con il ricorso alla magistratura, in questi casi di solito personalmente deposito un ricorso per provvedimenti d’urgenza, in cui chiedo una serie di misure eterogenee tra loro (ristabilimento del possesso, 700, denuncia di nuova opera, ecc. ecc.) tra le quali sarà il giudice a scegliere la più idonea.