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Convivenza finita: la mia compagna può trasferirsi con mio figlio?

Mi sto separando dalla mia compagna, abbiamo 2 bambini uno di 10 anni nato da una sua relazione precedente e uno avuto assieme di 2 anni e mezzo. Nonostante lei non lavori ho sempre provveduto alle spese familiari in maniera da non far mancare nulla ad entrambi i figli e logicamente alla mia compagna. Lei è straniera ma cittadina italiana e non ha nessun parente in Italia, tranne l’ex convivente della madre che ha cresciuto per tre anni il primo figlio quando lei non era economicamente in grado.
Noi abitiamo a Novara e ora vorrebbe tornare a Genova dove vive questa persona, probabilmente per farsi aiutare, essendo lui molto affezionato al suo primo figlio. Premetto che ormai da 5 anni il bambino grande frequenta la scuola dove abitiamo ed è integrato con la comunità del paese tra oratori e incontri con altri bambini. Abbiamo già iscritto nostro figlio all’asilo comunale per incominciare il naturale iter di tutti. Vorrei quindi sapere se posso oppormi alla sua scelta.

Non puoi dire nulla riguardo al figlio non tuo, dal momento che la tutela dello stesso è affidato ai suoi genitori, mentre puoi dire la tua riguardo all’altro figlio di due anni e mezzo.

Però, con riguardo a quest’ultimo, è difficile ipotizzare, visto che è ancora abbastanza piccolo, traumi o altri problemi legati al cambiamento di ambiente sociale.

Resta il fatto che comunque i rapporti con il padre e le frequentazioni con lo stesso rimarrebbero fortemente pregiudicati, bisogna però vedere se ci possano essere adeguati vantaggi, sotto altri profili, destinati a compensare questo danno, come ad esempio migliori opportunità di scuola, istruzione, formazione, lavoro un domani e così via.

Vi suggerisco di andare innanzitutto insieme da un mediatore familiare per discutere di tutta la crisi familiare davanti a lui. Ti raccomando inoltre di non fare l’errore di non far regolamentare l’affido dal tribunale: cerca se puoi di farlo in via consensuale, ma fallo, e se non si riuscisse in via consensuale, fallo in via contenziosa, ma non rinunciarci.

Per maggiori dettagli, ti consiglio di leggere la nostra scheda su mediazione familiare e affido.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

6 risposte su “Convivenza finita: la mia compagna può trasferirsi con mio figlio?”

Buongiorno, 
da quasi un anno frequento un uomo separato di fatto da 2 (la moglie, a pochi mesi dalla nascita del secondo figlio, l’ha lasciato a causa del suo tracollo economico ed è tornata presso la sua famiglia d’origine, portando a 600 km da lui il neonato e la sorellina, allora di due anni), ma ancora non giuridicamente, poiché dalla consensuale son passati alla giudiziale, in quanto lei proponeva accordi affettivamente ed economicamente capestro.
Lei vive con i bambini dai genitori, lui attualmente li vede una settimana al mese: di più a quelle distanze sarebbe impensabile e già così ci riesce con gravi sacrifici economici che, sommati al mantenimento dei figli e stante la sua situazione lavorativa disastrosa e i debiti, gli rendono impossibile qualsiasi forma di autonomia.
Finora ha pertanto vissuto coi suoi, ma a 40 anni è dura…
Gli ho proposto di venire a stare da me, visto che la ns relazione si sta consolidando e abbiamo già fatto qualche weekend (interamente a carico mio) coi suoi figli, andato benissimo (sono un’educatrice e so relazionarmi bene coi bimbi).
Purtroppo io ho un bilocale e non guadagno abbastanza per ampliare casa, oltre a mantenere entrambi e anche i suoi figli, quando presenti.
Essendo la camera molto grande, sto valutando di sistemare una parete di cartongesso a due terzi della stessa, in modo da ricavare uno spazio per loro separato (anche se di fatto loro sono abituati a dormire in stanza col padre… visto che è l’unica che c’è).
È meglio attendere l’ufficializzazione della separazione per procedere, o possiamo già avviare il nostro progetto?
Grazie e cordiali saluti.
Anna 

Inviato dal mio smartphone LG

Molte grazie, Avvocato. Quindi secondo lei l’assenza di una stanza dedicata solo ai bambini non può essere usata dalla moglie in sede di separazione per non fargli vedere i figli almeno quell’unica settimana al mese? Non c’è questo rischio? Una stanza in più per una sola settimana al mese, oltre ad avere un costo che non posso accollarmi da sola, mi sembra anche una cosa assurda… I suoi genitori purtroppo non ci danno una mano, perché erano già gelosi della moglie ed ora che hanno di nuovo tutti (figlio e nipoti, anche se a tempo ridotto) sotto il loro tetto cercano in tutti i modi di ostacolarne l’indipendenza (gli hanno addirittura vietato di portare da me i lettini dei bimbi, comprati coi loro soldi, per cui ci toccherà comprarli nuovi!!!).
Grazie ancora e cordiali saluti.
Anna

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