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Il vero «avvocato con le palle» consiglia sempre un accordo.

siamo in causa da 20 anni con la sorella di mio marito per una causa ( all’inizio) di divisione giudiziale per una eredità. Poi la sorella ha impugnato due atti notarili ,uno del 1968 e uno del 1989 per lesione di legittima. il CTU dopo la perizia ha stabilito che non vi è nessuna lesione di legittima, anche mettendo insieme i 2 atti.IL nostro avvocato vorrebbe che andassimo ad un accordo ( la sorella ha fatto proposta che è molto inferiore al nostro dovuto. la sentenza è prevista per marzo. Il nostro avvocato ha sempre fatto di tutto per non portarci alla sentenza dicendo che anche se le prospettive sono buone possiamo sempre perdere. Ora Le chiedo: è possibile impugnare atti notarili dopo tanti anni e dopo che anche il CTU ha detto che non vi è nessuna lesione di legittima?. E’ possibile che un avvocato ad ogni incontro ci terrorizzi . Senza contare che ha ricevuto la controparte nel suo ufficio senza avvertirci?

Bisogna vedere quando è intervenuta l’impugnazione, rispetto alla conclusione degli atti e alla potenziale conoscibilità degli stessi. Qualunque eccezione al riguardo deve comunque essere sollevata all’interno del processo.

Per quanto riguarda le valutazioni del CTU, non è a costui che spetta l’ultima parola, in realtà. Questi è solo un tecnico che collabora con il giudice, aiutandolo a comprendere la situazione oggetto di causa, ma l’ultima parola, e l’ultima valutazione, spetta sempre al giudice, che è il soggetto che conosce il diritto e lo applica quotidianamente, a differenza del CTU che è un tecnico che solitamente si occupa di edilizia, terreni e cose del genere.

Spesso il giudice decide seguendo le indicazioni del CTU, ma non è detto.

Per quanto riguarda l’opportunità di un accordo, io sono – perdonate il gioco di parole – d’accordissimo con il vostro avvocato: le cause in materia immobiliare, successoria e così via sono sempre di esito imprevedibile, ed è di gran lunga meglio definirle negozialmente piuttosto che confidando su di una sentenza che può essere, magari anche solo in parte, diversa da quella che ci si attende, non si sa bene poi sulla base di cosa.

Come ho scritto tempo fa, il vero «avvocato con le palle» è quello che ti consiglia sempre di raggiungere un accordo per quanto tu possa essere adirato o convinto di avere ragione, perché ha il coraggio e la faccia di fare onestamente il suo mestiere anche di fronte ad un cliente che, invece, vorrebbe evidentemente sentirsi impartire consigli diversi, che però sarebbero per lui in realtà gravemente dannosi.

Di ciò, io ero profondamente convinto e rinnovo tale convinzione man mano che proseguo nell’esercizio della professione.

Fatti una nota: quando sarà conclusa la causa, chiedi l’equa riparazione, sulla quale rimando alla lettura della scheda relativa.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

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