Categorie
diritto

Etica, diritto, avvocati: come si conciliano?

scrivo per semplice curiosità, per sapere il suo papere riguardo a ciò che sto per chiederle;
Il mio ragazzo frequenta il primo anno di università di Giurisprudenza a Milano e oggi dopo la prima lezione di diritto privato era parecchio provato da ciò che aveva sentito. A sentire il professore il diritto in se è qualcosa che non ha nulla a che vedere con la moralià,l’etica di una persona. Come è possibile? Se un avvocato,ad esempio, deve difendere un pedofilo,come puo farlo se per la sua etica/morale personale è contrario? se deve decidere di affidare un bambino ad una coppia omosessuale (se e quando sarà) quando è contro la sua morale, come si comporta? Quando lei lavora con casi difficili simili ai citati come procede? Segue la sua moralità/umanità o solo il diritto che pare cosi distaccato? C’è una relazione tra moralità/etica personale e diritto?

In realtà non hai le idee molto chiare, mescolando profili che sono molto diversi tra loro, come il diritto in generale, e la condotta degli avvocati in casi, peraltro, di difese dalla natura molto diversa tra loro come quella penale, da un lato, e civile, dall’altro.

I temi, inoltre, sono molto vasti e se ne potrebbe parlare per giorni, mi limito a rispondere dandoti qualche primo spunto di riflessione, poi magari ci sarà occasione di approfondire.

La cosa più importante ti anticipo è, comunque, che tu abbia saputo adeguatamente consolare il tuo ragazzo di fronte a queste prime delusioni.

Detto questo, il diritto effettivamente ha molto poco a che fare sia con il senso di giustizia che spesso anche con il comune buon senso. Nei nostri tribunali, non si somministra affatto la giustizia, come avveniva da parte dei «capi villaggio» nei primi agglomerati umani, soluzioni verso le quali io, che sono un anarchico primitivista, nutro un profondo rispetto, ma si applica il diritto, anche quando il giudice non è d’accordo con le sue previsioni, cioè non lo sente giusto – salvo qualche correttivo che però non sempre, anzi piuttosto di rado viene applicato.

Quasi nessuno lo realizza, ma il diritto è solo un vero e proprio palliativo offerto, nelle grandi società contemporanee, a uomini che hanno sete di giustizia, e che li lascia regolarmente insoddisfatti. È come una bambola gonfiabile, insomma.

Ne parlo comunque più approfonditamente in questo post, che ti invito a leggere con attenzione.

Quanto alla condotta dell’avvocato nelle difese, specialmente penali, devo dirti con molta franchezza che la gente comune – la famosa opinione pubblica – al riguardo solitamente non ci capisce un cazzo, dimostrando un grado di comprensione dei concetti di base di questa materia pari a quello che potrebbero avere Calderoli o Salvini subito dopo aver bevuto 5 litri di birra.

Partiamo da questo, è meglio, in modo che tu non abbia la mente ingombra da preconcetti.

Sgombrato il campo da tutte le coglionate che regolarmente si sentono dire al riguardo, devi focalizzarti sul fatto – che, questo sì, è vero e te lo assicuro io – che se un pedofilo, assassino, terrorista o quel che ti pare, ci puoi mettere la persona più spregevole per te, persino un bestemmiatore, se questa persona, dicevo, non avesse un avvocato, non lo si potrebbe, per legge, processare e bisognerebbe mandarlo fuori di galera, libero, incensurato, perché non si può condannare nessuno senza un processo.

E, appunto, non si può fare un processo senza un avvocato difensore.

Adesso ti farò un nome che sicuramente non conoscerai: Fulvio Croce.

Vai a leggerti su wikipedia la vicenda di quest’uomo, questo avvocato.

Oggi Salvini direbbe che è un merdone, perché difende dei terroristi… E quanta gente che gli andrebbe dietro. E quanti altri pifferai magici come Salvini ci sono oggigiorno.

La realtà, però, è sempre molto più complessa.

Veniamo adesso a me, a come mi comporto io. Io sono credente, cattolico, molto tradizionalista e conservatore in certe cose, progressista in altre. Ma il punto è che non sono, o almeno non cerco di essere, un presuntuoso. Mi limito a dire la mia, senza pretesa che sia quella giusta. Si può essere tutto quel che si vuole, basta non essere convinti che i propri valori vadano bene per tutti. Io dialogo coi miei assistiti, cerco di capirli prima di tutto, cerco di indirizzarli verso quello che mi sembra più consigliabile per loro: mi pagano per questo.

Lo strumento migliore è sempre quello del dialogo, del confronto. Per me la fede è irrinunciabile, io non vorrei mai vivere senza fede, ma per un altro è diverso, io non posso trattare la gente come se fosse tutta uguale a me, anzi tutto il contrario.

Ti è piaciuto il post? Usa qualche secondo per supportare Tiziano Solignani su Patreon!
Become a patron at Patreon!

Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

5 risposte su “Etica, diritto, avvocati: come si conciliano?”

Hai citato Fulvio Croce, il mio punto di riferimento quando penso al senso della nostra professione. Per ti dovrei dare ragione.
Però Tiziano, sai bene che il punto non è difendere una persona che reputi spregevole (ci mancherebbe che non lo si facesse) e che ti viene assegnata come difesa d’ufficio.
Il punto è “scegliere” di difendere uno stupratore magari contribuendo a farlo assolvere grazie alla prescrizione.
Ecco, in questo caso, secondo me, l’avvocato ha la possibilità di fare una scelta diversa. E non la vedo francamente come una rinuncia al proprio ruolo.
La vedo semplicemente come la presa d’atto dell’impossibilità di garantire a “quel” particolare imputato la migliore difesa.
Questa, almeno, è la mia modesta idea.
Massimiliano Aita

Oooooo! Questo era un problema me non mi lasciava vivere serenamente all’età di 6-7-8- anni.Figlia di un avvocato,spesso volentieri “origliavo” incontri di mio padre con i suoi assistiti. Naturalmente tutto avveniva in sordina…mi nascondevo sotto la grandissima scrivania(rischiando una bella sculacciata ).Bene.Sono arrivata al punto di nutrire un profondo odio nei confronti di mio padre…Ma come,mi dicevo,LUI così severo con me,Lui che mi rimproverava (educatamente) per delle baggianate,LUI(penalista) difendeva proprio soggetti da voi nominati:ladri,violentatori ecc.Non è giusto…alla fine mi sono convinta che mio padre…non mi vuole bene! Questo finchè non ho fatto un gesto orrendo(allora non lo vedevo così orrendo).In questi tempi non esistevano assegni,bonifici ecc. si pagava le fatturine in contanti. Vedendo(sempre di nascosto,si capisce) che i signori delinquenti portavano i soldini a mio padre ed erano molto contenti,ho trovato una soluzione….Dopo aver combinato una delle mie(ero molto vivace) ho seguito la logica di un bambino ,ho rotto il mio porcellino e tutti miei piccoli risparmi ho messo sulla scrivania di mio padre! In poche parole gli ho pagato la parcella,come facevano tutti i suoi clienti,sperando che questa volta difenderà anche me…Ecco,ha funzionato!!!Non solo non sono stata punita ma…ho ottenuto tutte le spiegazioni ,finalmente dopo tanto tempo,con le parole giuste per una bimba,mi è stato spiegato il senso di questo complicato mestiere.
Le parole sono state diverse ma il nesso era proprio quello che hai espresso Tu Tiziano,perciò ,ancora una volta,Ti dico :grazie. Margherita

Tu che cosa ne pensi?

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: