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Compenso dell’avvocato: devo pagarlo anche se perdo?

Ho perso un ricorso al TAR, non avendo fiducia nell’avvocato che mi ha seguita, ho deciso di fare ricorso al Consiglio di Stato e mi sono fidata di un altro legale. Ho vinto questo ricorso e ora il legale che mi ha seguita al TAR mi chiede il pagamento del suo onorario perché insinua che nel ricorso al TAR lui ha trattato le motivazioni che sono state trattate dal legale che mi ha fatto vincere. premetto che prima di depositare tale ricorso avevo saldato quanto mi aveva chiesto! in realtà non era competente per la materia, e il nuovo legale ha dovuto modificare l’impianto del ricorso cercando di modificare quanto da lui scritto per correre ai ripari!

Con la tua domanda introduci diversi aspetti molto diversi tra loro.

Il primo riguarda la debenza del compenso dell’avvocato anche in caso di esito negativo di un procedimento, sul quale ovviamente c’è da dire che un legale, se ha lavorato bene, cioè senza errori specifici, deve essere pagato anche se l’esito della causa è negativo, perché nessun avvocato garantisce il risultato che si aspetta il cliente, anche perché al riguardo ci sono mille variabili che possono intervenire, la prevedibilità è difficile e così via. Salvo, ovviamente, il caso del compenso a percentuale, che però deve essere specificamente concordato e approvato per iscritto.

Resta da vedere, dunque, se il legale che ha seguito il primo grado ha svolto correttamente il suo lavoro o ha commesso errori o si è reso responsabile di negligenze o altri fatti che possano essere fonte di responsabilità nei confronti del cliente, tali da annullare in tutto o in parte, o addirittura sopravanzare, il diritto al compenso.

Questo è un accertamento da svolgere in concreto, esaminando il fascicolo del procedimento, cosa per la quale devi necessariamente, se vuoi procedere, acquistare una o più ore di lavoro da parte di un altro avvocato che svolga appunto questo esame. In generale, senza quindi poter dire di più non avendo esaminato i documenti, posso dire che mi sembra difficile che la difesa in primo grado fosse stata completamente sbagliata, perché in secondo grado non è che si possa correggere più di tanto, quindi il discorso del primo legale potrebbe anche essere vero. Per saperlo con certezza, bisognerebbe, appunto verificare.

Il secondo profilo che introduci riguarda il fatto che questo avvocato tu lo avresti già saldato, prima di cambiare studio, e che quindi il primo legale, in sostanza, ti starebbe chiedendo i soldi due volte. Si tratterebbe, ovviamente, di una cosa che, se fosse fondata, sarebbe molto grave. Devi però guardare anche qui alla documentazione del primo pagamento che hai effettuato. Intanto, con quali mezzi è stato effettuato? Mezzi tracciabili, come un assegno o un bonifico, o mezzi non tracciabili come i contanti? Poi, hai una ricevuta del pagamento, una fattura quietanzata?

Ti conviene rivolgerti ad un legale per fare chiarezza e aiutarti a definire ogni pendenza con il primo legale che ti aveva assistito davanti al TAR.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

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