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Counseling: molto utile per chi ha un problema legale.

Sapete che da sempre valutiamo e pratichiamo sistemi alternativi o complementari alla pratica legale classica. Nelle domande di assistenza che ci rivolgono i clienti, non vediamo solo casi giuridici, ma problemi umani, come tali bisognosi di una soluzione o almeno di essere trattati, qualunque sia il metodo o il campo dal quale possa provenire lo strumento adatto. Mediazione famigliare, mediazione civile, supporto psicologico e adesso anche counseling, un altro supporto che stiamo valutando e che giudichiamo estremamente interessante. Ospitiamo pertanto questo intervento di Silvia Gibellini che ci spiega che cosa è il counseling e perchè può essere molto utile a chi ha un problema legale. (ts, 23 gennaio 2016)


 

 

In particolari fasi della propria vita ci si trova ad affrontare problematiche complesse che coinvolgono la persona da molti punti di vista. Un aspetto spesso quasi o del tutto trascurato è quello emotivo che pure governa il 90% delle decisioni prese.
La sfera emotiva guida moltissime decisioni, non soltanto di tipo più personale (es. separarsi o non separarsi; dividere i beni che ci sono pervenuti in eredità in modo da fare o non fare un dispetto agli altri eredi; comportarsi in un certo modo col vicino di casa con cui si litiga o col collega di lavoro, gestire i rapporti con i soci della propria società in caso di
disaccordo) ma anche in ambiti teoricamente più asettici, dove apparentemente solo la razionalità dovrebbe comandare.
Di solito, ci si rivolge all’avvocato che, in qualità di esperto giuridico, è in grado di consigliare la scelta più aderente alle
norme. A volte però questo può non essere sufficiente proprio perché le parti sono coinvolte in dinamiche conflittuali che
se non opportunamente gestite sconfinano in ulteriori problemi di allungamento dei tempi delle cause, maggiori costi,
malessere…
Ecco che in queste situazioni entra in campo il Counselor che ha la funzione di accompagnare la persona a scoprire ed
attuare strategie alternative che le consentano di raggiungere un obiettivo definito o la risoluzione di un problema; offre
l’opportunità di rinforzare la capacità decisionale, indispensabile per intraprendere strade volte al raggiungimento di
nuove mete.

Il counseling NON è un intervento psicologico o psicoterapeutico. Il Counselor è una figura che viene formata in apposite
scuole e che segue un percorso di studi triennale.

Il servizio prevede che nei primi colloqui con il cliente, l’avvocato sia affiancato da un
Counselor al fine di effettuare un’analisi maggiormente accurata delle dinamiche del problema presentato non solo dal
punto di vista giuridico-legale, ma anche nelle sue implicazioni emotive e relazionali.

In seguito il cliente potrà, avvalersi nuovamente della competenza del Counselor come figura di supporto decisionale per
mettere e fuoco le proprie esigenze e necessità personali, per gestire le emozioni, per sostenere , ad esempio in caso di
separazione o di problematiche legate all’affidamento dei figli, la funzione genitoriale.

Focalizziamo ancora più dettagliatamente.

Il counseling può rappresentare un valido supporto nei casi di separazione per:
– aiutare a fare chiarezza e a distinguere i propri obiettivi, le necessità personali, a gestire le emozioni e a stare nel
conflitto in un modo più equilibrato e sano sviluppando anche le capacità di negoziazione. Molte dinamiche conflittuali
non gestite, contribuiscono ad allungare i tempi della separazione e, conseguentemente anche i costi della causa.
– Supportare la funzione genitoriale: uno degli aspetti più problematici della separazione è senza dubbio legata ai figli e
alla capacità di dare loro spiegazioni, supportarli , proteggerli e guidarli nel delicato processo di separazione garantendo
loro
il
maggior
equilibrio
possibile
all’interno
di
un
vissuto
doloroso
e
complesso.

Altri ambiti di intervento sono tutti quelli in cui è necessario gestire con competenza la negoziazione e il conflitto: per esempio, i rapporti con familiari a vario livello, le successioni, i rapporti fra vicini, fra assistito e badante, nei rapporti di
lavoro fra colleghi.
Un approccio interdisciplinare dunque, che permette di affrontare in modo globale le esperienze complesse ed
offrire così al cliente un’assistenza altamente qualificata

Il counseling è un’attività professionale (riconosciuta e regolata dalla Legge 4/2013), che ha la finalità di orientare,
accompagnare, sostenere e sviluppare le potenzialità del cliente promuovendo atteggiamenti positivi, propositivi e
stimolando le sue capacità di scelta verso il raggiungimento di un obiettivo o verso la soluzione di un problema,
utilizzando strategie alternative e rinforzando la capacità decisionale.

Il termine deriva dal latino “cum” e “solere” (alzare, sollevare con..) , ossia “consolare, confortare, venire in aiuto”, e
quindi ‘aiutare altri a sollevarsi’, a superare una situazione di crisi.

E’ una nuova figura professionale che si aggiunge nel panorama ormai ricco, dei servizi di aiuto, di sostegno e di
solidarietà alle persone in stato di disagio (esistenziale e/o sociale). Alle note figure degli Assistenti sociali, dei Consultori
familiari, dei Mediatori familiari, degli Amministratori di sostegno, dei Tutori e Curatori, dei professionisti in genere
Psichiatri, Psicologi, Psicoterapeuti, Avvocati, etc.) si aggiungono quindi i Counselor, recependo una figura che è nata
nella realtà americana e anglosassone ed è approdata in Italia agli inizi degli anni ‘90.
Il tutto per un’assistenza alla persona che, potrei definire, “dalla culla alla tomba” a 360 gradi!

Non è da confondere con la professione dello Psicologo/Psicoterapeuta in quanto i primi due utilizzano strumenti
conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico
rivolte alla persona e al gruppo (quindi= con somministrazione di test per individuare particolari aspetti del
funzionamento della psiche), il counseling è invece un incontro tra due persone (il Counselor e il cliente) che grazie ad un
dialogo professionale, instaurano una relazione che favorisce nel cliente la capacità di individuare, riconoscere e
ristrutturare il problema estrapolando dal cliente stesso le risorse che occorrono per superarlo.

Non siamo nell’ambito della ‘cura’, bensì in quello del ‘potenziamento decisionale’. La risposta finale, la soluzione
emergerà dal cliente stesso alla luce della propria aumentata conoscenza e consapevolezza di sè favorita dallo scambio e
dai feed-back offerti dal Counselor durante il colloquio.

Attraverso la tecnica ‘dell’ascolto attivo’ il cliente stesso impara ad allargare i propri orizzonti i propri confini mentali
cambiando la propria visione del problema, individuando nuovi modi per affrontarlo e risolverlo in un ambiente protetto
dove può essere se stesso , accettato, non giudicato qualsiasi cosa dica e VERAMENTE ascoltato.

E’ un ‘colloquio di aiuto’, non è una discussione, non è un’intervista, non è un interrogatorio, non è un discorso
dell’intervistatore, non è una confessione, non mira a una diagnosi, l’obiettivo è ‘abilitare’ il cliente a prendere da solo
una decisione riguardo a scelte di carattere personale o professionale, a situazioni bloccate e bloccanti che lo angustiano
e limitano o abbassano in modo significativo la qualità della sua vita e il suo benessere.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

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