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Danno da emotrasfusione: si può impugnare dopo l’appello?

vorrei chiedervi e avere un vostro consiglio o una causa contro il ministero della salute di risarcimento di danno da trasfusione la cmo mi aveva riconosciuto il besso causale ma non mi aveva assegnato a nessuna categoria del dm della legge 210 o fatto ricorso e stato nominato un ctu e mi e stata riconosciuta la settima categoria per quando riguarda il risarcimento la corte di appello di Catanzaro a nominato un ctu questo dice che la mia patologia e cagionata al 4% adesso dovredde uscire la sentenza il consiglio che le chiedo se posso appellare questa sentenza visto che o avuto modo di parlare con un medico legale e mi a detto che il 4% e poco e dalla documentazione che a visionato si potrebbe avere almeno il 20% poi vorrei sapere se si possono chiedere i danni morali per i miei famigliari moglie e tre figli che stanno sopportando le mie sofferenze

Mi dispiace innanzitutto per quanto vi è accaduto.

Quanto alle domande, purtroppo la prima non ha molto senso. Dovremmo valutare l’impugnazione di una sentenza che non è stata ancora fatta e di cui non esiste né dispositivo né tantomeno motivazione, che sono appunto le cose che si valutano ai fini della presentazione di un eventuale ricorso.

In generale, si può dire solo che l’impugnazione prevista dopo il grado di appello è il ricorso per cassazione, ma va detto che questo non è un vero e proprio terzo grado di giudizio, cioè un secondo appello, che sarebbe peraltro davvero ridondante, ma una fase nuova, che riguarda solo gli aspetti di legittimità.

Se il motivo di doglianza contro la sentenza di appello fosse la determinazione dei punti di invalidità, non credo si potrebbe ricorrere in cassazione, dove non si parla più di ricostruzione del fatto ma solo, tendenzialmente, dell’applicazione del diritto, anche se il primo aspetto, mandato fuori dalla porta, spesso torna dentro dalla finestra, dal momento che anche per la ricostruzione del fatto in un processo si devono utilizzare norme giuridiche.

Dovendoti dare una risposta ti direi che questa impugnazione difficilmente si potrà fare, ma bisognerà comunque valutarlo in concreto quando sarà uscita la sentenza.

Per quanto riguarda il secondo aspetto, cioè il diritto dei tuoi congiunti ad un risarcimento di un eventuale danno morale, mi sentirei di escluderlo mancando i requisiti tipici per la configurabilità di una posizione del genere. Inoltre, quand’anche ci fosse stata, l’azione sarebbe stata da coltivare unitamente alla tua, come si fa nei casi in cui c’è appunto questo concorso, mentre pensarci a questo punto probabilmente è comunque troppo tardi.

Quando sarà possibile, se credi, per valutare la impugnabilità, puoi acquistare una consulenza specifica appunto sulla impugnabilità.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

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