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Cessazione servitù di impianto e mancato spostamento: che fare?

la mia famiglia ha acquistato una immobile e del terreno, abbiamo firmato il contratto, compresa una lettera firmata da entrambe le parti dove si stabilisce che entro 5 anni cessano tutte le servitù della proprietà. Ora siamo al termine della scadenza e i venditori dell’immobile non intedono spostare le tubazioni di metano, acqua sanitaria e luce (si sono premurati solamente di spostare il transito) ne caso in cui noi un domani vogliamo chiudere questo ns terreno e farci dei lavori, saranno a carico nostro lo spostamento di queste servitù ? e nel caso in cui non permettiamo l’accesso anche solo per la lettura dei contattori, siamo perseguibili in legge?

Si tratta probabilmente di servitù di cantiere o di urbanizzazione, cioè istituite solo per consentire appunto l’erezione dell’immobile o l’urbanizzazione dell’area, con l’intento, in seguito, di spostare altrove le forniture, in modo più adatto alle costruzioni realizzate.

Ovviamente, bisognerebbe vedere la scrittura per poter avere maggiori informazioni e conferme al riguardo.

In generale, si può solo dire che ottenere il rispetto di quanto promesso nella scrittura può essere abbastanza problematico.

Può essere, infatti, che siano cambiati, in corso d’opera, i progetti originari e che quindi le tubazioni e gli impianti attualmente in essere solo con notevoli difficoltà potrebbero essere spostati. Se così fosse, ciò avrebbe una rilevanza anche per il diritto, perché in alcuni casi è consentito al proprietario di un fondo di ottenere la costituzione di una servitù coattiva; il caso classico è quello della servitù di passaggio per il fondo intercluso, ma ce ne sono molti altri.

In conclusione, occorre valutare attentamente la situazione sia di fatto che di diritto, per poi ulteriormente valutare, nel caso fosse possibile ritenere sussistenti adeguate basi legali per richiedere la rimozione, la convenienza di coltivare una cosa del genere rispetto al fastidio o alle limitazioni di godimento che si hanno attualmente con la situazione in essere.

Una buona idea, con natura anche «esplorativa», potrebbe essere quella di inviare una «diffida» scritta tramite avvocato al costruttore, richiedendo il rispetto della scrittura privata già conclusa, valutando poi l’eventuale riscontro.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

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