Dopo essermi rifiutata di pagare dei lavori di ristrutturazione mai eseguiti e mai fatturati sono stata trascinata da un imprenditore edile in una causa che ho vinto. L’imprenditore è stato condannato a risarcirmi (durante l’iter ho dovuto pagare la CTU da lui richiesta perchè si è dimostrato insolvente) e a pagare le spese legali, cosa che per il momento non è avvenuta. Anzi, l’imprenditore ha fatto appello costringendomi nuovamente a difendermi e quindi ad un nuovo esborso economico. Poichè è chiaro che, anche in caso di una mia eventuale vittoria in appello, l’imprenditore sarà nuovamente insolvente e quindi tutte le spese saranno a mio carico, gli ho proposto di rinunciare all’appello in cambio della mia rinuncia ai rimborsi, ma lui si rifiuta. In fondo non ha nulla da perdere dichiarandosi nullatenente, ma solo da guadagnarci in caso di vittoria.. Come ci si può tutelare di fronte ad una situazione di questo tipo?Mi trovo ad essere uno spettatore passivo di questa assurda vicenda
Sono più di dieci anni che predico a tutti, in qualsiasi occasione possibile, compreso questo blog, che è necessario disporre di una polizza di tutela legale, perché a tutti poi, purtroppo, pur avendo ragione da vendere, come nel tuo caso, possono capire situazioni del genere.
Sfortunatamente, questa polizza è appunto una assicurazione, quindi bisogna averla prima che succedano i problemi, nel tuo caso non puoi utilizzarla per rimediare a questa situazione. Puoi solo, se credi, munirtene per il futuro, per evitare di cadere nuovamente in paradossi uguali.
Purtroppo non c’è rimedio ad una situazione del genere, la valutazione circa la solvenza del debitore avresti dovuto farla prima di fare qualsiasi cosa, come primo passo, come spiego ampiamente nella mia scheda sul recupero crediti, considerando che pressoché ogni vertenza legale si traduce, almeno in parte, in un recupero crediti, sia sufficiente considerare solo le spese legali.
Questo vale a maggior ragione in edilizia, dove la maggior parte delle costruzioni è realizzata da societas unius negotiationis, cioè società costituite ad hoc, solo per erigere una determinata palazzina, in forma di società a responsabilità limitata che, terminate le vendite, vengono lasciate svuotate di consistenze aggredibili da qualsiasi creditore.
Un possibile spiraglio forse potrebbe essere, sempre che si tratti, come avviene comunemente, di una srl, di valutare l’eventuale responsabilità degli amministratori e liquidatori, ma immagino che il tuo avvocato attuale ci abbia già guardato.
Un aspetto positivo è che l’attività e il lavoro necessari per una fase di appello sono minori di quelli per il primo grado, di solito si lavora a «fascicolo chiuso». Cerca di contenere i danni, eventualmente concorda una flat almeno con il tuo avvocato.
Fai però attenzione e non dare comunque per scontato l’esito anche in appello, perché molte sentenze vengono riformate, quindi non trascurare la difesa.