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Comodato di immobile: può riguardare anche i mobili?

sono proprietaria di una casa dal giugno 2010 e da un mese circa ho spostato la residenza presso l’abitaizone del mio compagno, quindi risulto proprietaria di seconda casa con il pagamento delle relative tasse. Nella casa di mia proprietà vive mia mamma, da sempre. Vorrei fare un contratto di comodato ad uso gratuito per ridurre la tassazione, in quanto il Comune di residenza prevede una riduzione della tassazione nel caso l’immobile è concesso ad uso gratuito ad un parente in linea diretta. Vorei sapere se nel contratto di comodato d’uso gratuito dell’immobile, posso includere anche tutti i beni mobili ivi presenti allegando un inventario o se devo effettuare due contratti di comodato distinti per l’immobile e per i beni mobili.

Il comodato può benissimo avere ad oggetto, e di solito ha, sia l’immobile stesso che l’universalità di mobili che ne costituiscono l’arredo, che sono stati posti a servizio dell’immobile principale.

Di solito si redige o un elenco dettagliato dei singoli mobili che sono ricompresi nel comodato, in modo del tutto analogo a quanto avviene nelle locazioni di immobili già arredati, oppure si allegano le fotografie degli stessi.

Considerata l’importanza non trascurabile dell’operazione, ti consiglierei di farti seguire da un avvocato per la redazione e la conclusione del contratto, generalmente è sufficiente un investimento minimo, ovviamente chiedi prima un preventivo.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

Una risposta su “Comodato di immobile: può riguardare anche i mobili?”

L’articolo 45 del codice civile ( se non ricordo male) indica che una persona può avere residenza in un luogo e domicilio in un’altro luogo. Visto che sembra, dalla descrizione, non siete sposati ma convivete può tenere la residenza nella casa di proprietà e il domicilio a casa del suo compagno. L’unica “problematica” è il medico di famiglia che però se residenza e domicilio sono nella stessa provincia non occorre cambiarlo.

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