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Nuova porzione di costruzione: spetta qualcosa alla moglie?

mi sono separata legalmente, con consensuale, quest’anno 2017, nel 1994 mi sono sposata in regime di comunione dei beni e abbiamo due figlie, nel 1992 mio marito pero aveva acquistato un terreno agricolo dove aveva costruito un mese prima di sposarci una casetta di appena 40 mq ….che aveva sanato perche’ abusiva . dopo il matrimonio ha allargato la costruzione che ad oggi consta di altri 100mq. volevo sapere se mi spetta almeno una quota economica di questi 100mq costruiti durante il matrimonio. considerato che io sono in affitto attualmente ,le mi e figlie vivono con me,ed ho lasciato che lui vivesse in questa casa dopo la separazione.

È una situazione che andrebbe studiata molto più approfonditamente, si possono solo provare a tracciare alcune indicazioni generali dando per scontato alcuni presupposti di partenza, che poi nella realtà andrebbero attentamente verificati.

A quanto si capisce, infatti, la nuova porzione di immobile è stata eretta su terreno sempre di proprietà di tuo marito. Se così è, anche questa porzione è diventata di proprietà esclusiva dello stesso, senza cadere in comunione, in base al tradizionale principio di accessione.

Si tratta di un principio codicistico valevole sin dagli antichi romani, ribadito di recente anche dalla Cassazione per quanto riguarda la comunione dei beni tra i coniugi: «La costruzione realizzata durante il matrimonio da entrambi i coniugi, sul suolo di proprietà personale ed esclusiva di uno di essi, appartiene esclusivamente a quest’ultimo in virtù delle disposizioni generali in materia di accessione. e, pertanto, non costituisce oggetto della comunione legale, ai sensi dell’art. 177, I comma, lett. b), codice civile» (sentenza n. 651 del 1996, richiamata e confermata dalla sentenza 6020 del 16 marzo 2014).

In questo contesto, ti può spettare un credito per gli eventuali contributi che hai dato a tuo marito per la realizzazione di questa nuova costruzione. Questo va visto in concreto in relazione a come effettivamente avete proceduto e regolato i rapporti economici tra voi in relazione a questa cosa.

Naturalmente, la cosa migliore sarebbe stato trattare e negoziare questi aspetti al momento in cui stavate perfezionando la separazione consensuale. Al riguardo, ripensamenti a posteriori sono sempre difficili e poco praticabili.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

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