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Auricolare senza fili: quale prendere?

Oggi ti voglio parlare di uno strumento a mio giudizio indispensabile per chi trascorre molto tempo al telefono, come tipicamente un avvocato ma anche tanti altri professionisti, lavoratori e persone comuni: l’auricolare.

Dopo aver provato diverse soluzioni, la scelta su cui mi sono focalizzato, e che voglio condividere con te in quale a mio giudizio è la migliore, è quella del Plantronics Voyager.

Ovviamente, ci sono dei motivi che devi parimenti sapere, anche perché quello che può essere importante per me potrebbe non esserlo per te o viceversa, per poter così valutare in modo completo.

Innanzitutto, la qualità del bluetooth è alta, sia per quanto riguarda la connessione, che raramente salta e che presenta una portata superiore a molti dispositivi bluetooth da me utilizzati o provati, sia per quanto riguarda l’audio – in ciò ovviamente il Plantronics è aiutato anche dai dispositivi di soppressione del rumore. Questo auricolare, in certe situazioni, può essere utilizzato anche per ascoltare musica, ovviamente da questo punto di vista è una soluzione abbastanza limitata, anche se date le circostanze pure in tal caso la qualità non è affatto male.

Un secondo punto importante è la versatilità del dispositivo. Si può ripiegare in modo da essere indossato sia all’orecchio destro che sinistro, cosa che anche per chi come me lo utilizza di solito dal lato destro può essere utile in caso di stanchezza o leggera dolorabilità di un orecchio piuttosto che di un altro.

L’autonomia è davvero notevole. La sua propria batteria ha una durata di diverse ore, non mi è mai capitato di rimanere a piedi. Riponendolo nella sua custodia si può avere un ulteriore periodo di carica prima di poterlo collegare alla rete elettrica o ad una presa USB.

Una funzionalità che ho trovato molto interessante sono i sensori che consentono all’auricolare di «capire» quando è indossato e quando no. Questa tecnologia intelligente consente di fare diversi giochini molto interessanti e pratici nell’uso di tutti i giorni:

  • se tu prendi l’auricolare, te lo togli dall’orecchio e lo appoggi sulla scrivania, quando suona il telefono puoi scegliere se rispondere dal telefono o dall’auricolare;
  • per rispondere dal telefono, cosa che di solito si fa quando si presume che si tratti di una telefonata breve, è sufficiente alzarlo e portarlo all’orecchio: il Plantronics sentirà che, nonostante la chiamata, non lo stai indossando e l’audio sarà mandato all’altoparlante del telefono, senza bisogno di fare niente altro
  • se invece presumi che la telefonata non sarà così breve, puoi rispondere con l’auricolare: per fare questo sarà sufficiente prenderlo dalla scrivania e indossarlo, il Plantronics sentirà che vuoi rispondere e parlare tramite di lui quindi risponderà alla chiamata e ti passerà l’audio relativo.

Queste funzionalità sembrano una banalità ma ti consentono di utilizzare l’auricolare ogni volta che vuoi senza bisogno di tenerlo sempre addosso, stancando quindi l’orecchio. Quando arrivi alla scrivania, puoi staccarlo dall’orecchio e posarlo a fianco, ad esempio, del mouse. Se chiamano e vuoi rispondere con l’auricolare basta indossarlo, viceversa in caso contrario. Con altri auricolari, diventa tutto molto più laborioso, faticoso e a volte persino fastidioso, considerato che per quanto comodo possa essere un auricolare spesso non è possibile tenerlo su proprio tutto il giorno, specialmente se si hanno orecchie delicate o per qualche motivo un po’ infiammate.

Un’altra funzionalità molto interessante è quella di poter rispondere alle chiamate in arrivo tramite un comando vocale, in lingua italiana, che è «Rispondi» o «Ignora», da pronunciare nell’auricolare stesso; parlando un po’ più lentamente del solito, posso garantire che funziona sempre.

Questa caratteristica per me è molto utile perché si sposa con un’altra possibilità offerta del Plantronics che è quella di poter essere utilizzato sotto il casco della moto o dello scooter, cosa che io, che mi sposto più in due ruote che su quattro, faccio davvero molto spesso, riuscendo ad ottenere una qualità di chiamate paragonabile a quella che si potrebbe avere in macchina o in ufficio. Quando sto andando in scooter e ricevo una chiamata, il Plantronics mi avverte con una sintesi vocale, dicendomi anche chi mi sta chiamando, a me rimane solo da dire «Rispondi» per poter iniziare a parlare.

Il Voyager è un auricolare molto comodo, almeno dentro alle mie orecchie e posso portarlo per ore senza avvertire fastidio. Questi, comunque, restano aspetti molto personali, perché ognuno ha orecchie conformate diversamente e la cosa migliore è provarli. Per fare questa prova, suggerisco non di andare in negozio, perché indossarli per pochi minuti serve a poco, ma di acquistarli su Amazon, provarli dunque non per pochi minuti ma per alcuni giorni e poi restituirli se non si trovano abbastanza ergonomici. Con una prova di pochi minuti, infatti, si può capire abbastanza poco. Qualcosa certo si può sentire sin da subito, ma è col tempo che si vede se un auricolare è davvero adatto al proprio orecchio e comodo.

Il Voyager presenta diversi pulsanti, azionabili dall’utente raggiungendolo con una mano – anche se il comando vocale è sempre il più comodo per questo tipo di strumenti.

Oltre al pulsante dell’accensione, c’è un bilanciere per il volume, un po’ piccolino e non così facile da utilizzare per chi la dita un po’ grosse, anche perché facendo pressione l’auricolare dentro all’orecchio tende ovviamente un po’ a muoversi. È presente inoltre un pulsante per i comandi vocali del Plantronics stesso – gli si può chiedere, ad esempio, quanta batteria è ancora disponibile che, tenuto premuto, invoca anche l’assistente personale del cellulare, cioè Google Assistant o Siri (una cosa che a me non funziona così bene, ma questo non per colpa – credo – del Voyager ma del mio cellulare e di Assistant stesso). C’è anche un pulsante per spegnere il microfono, una specie di «mute», che onestamente non trovo utile, anzi a volte è persino dannoso perché capita di premerlo per errore, che personalmente preferirei fosse eliminato e che annovero dunque tra i piccoli difetti di questo che resta comunque un prodotto meraviglioso.

Possiedo diverse altre periferiche con le quali posso, oltre all’ascolto della musica, fare anche telefonate, come alcune cuffie Bose, di cui magari parleremo in altri post dedicati, ma anche vecchi auricolari col cavo, trovo comunque che il Voyager sia il più comodo di tutti.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

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