Oggi voglio parlarti di una questione che mi sta abbastanza a cuore, emersa negli ultimi tempi ma di cui non si è parlato abbastanza e, per quel poco, non sempre in maniera corretta, anzi.
Devi sapere che in Italia è venduto come semplice farmaco da banco, acquistabile senza nemmeno la ricetta, una pillola, chiamata dei 5 giorni dopo, nome commerciale ellaOne, che viene impiegata, generalmente, a scopi contraccettivi, ma sul cui reale funzionamento ci sono diversi e corposi dubbi.
Secondo i produttori del farmaco, che contiene come principio attivo l’Ulipristal acetato, la pillola agirebbe «a monte» del concepimento, facendo slittare in avanti, e cioè ritardando, i tempi dell’ovulazione.
Se questo fosse il meccanismo effettivo, si tratterebbe di un meccanismo di contraccezione che appunto interviene prima del concepimento, un po’ come il comune preservativo o altri mezzi di tipo «meccanico».
Purtroppo, alcuni ginecologi, anche molto autorevoli, sostengono, indicando argomenti a sostegno che sembrano piuttosto fondati, che invece questo farmaco, che – ti ripeto – si può acquistare liberamente in farmacia come le palline Zigulì, intervenga dopo che il concepimento si è già verificato, momento in cui secondo molte tradizioni, tra cui quella cattolica, ma anche molte altre, è comunque già iniziata una vita pienamente meritevole di tutela.
Si tratterebbe, insomma, di una forma di aborto, anche se nei primissimi giorni subito dopo il concepimento.
Infatti, questo farmaco agirebbe non ritardando l’ovulazione, ma impedendo che l’embrione, già formatosi (sia pur a livello minimale), si possa annidare nella cavità uterina.
Per me che sono molto credente, l’aborto è un crimine e una tragedia sia per il bambino che per la mamma che lo subiscono.
Naturalmente, a riguardo sono legittime anche altre opinioni.
Questo che, al netto della possibilità di diverse opinioni sul tema, non andrebbe comunque bene è che un farmaco venga commercializzato e reso disponibile al grande pubblico mascherandone i veri effetti perché questa sarebbe una vera e propria frode, perpetrata peraltro in un ambito e in un contesto con alta sensibilità etica individuale.
Come al solito, il problema nel nostro paese non sono tanto le possibilità di accesso alla strada abortiva, ma il fatto che queste strade di accesso siano infarcite di disinvolta cultura della morte o comunque non ci sia nessuno che, per legge, fa presente alla madre, che sta valutando se abortire o meno, che cosa significa davvero un aborto, per il feto e per lei stessa in seguito, e quali sono le eventuali alternative, mentre invece abortire è presentato oggigiorno come un atto che si può affrontare con leggerezza, cosa tragicamente non vera come ben sanno tutte le donne che sono passate attraverso questa esperienza e comunque non la dimenticano.
Non so te, ma se io fossi una donna, qualunque fossero le mie opinioni, e mi vendessero una pillola con scopo di contraccezione dicendomi che funziona più o meno come un preservativo, poi trasalirei se venissi in seguito a sapere in seguito che dentro alla mia pancia si era già formata una vita e che con quella pillola io l’ho scacciata o uccisa.
Qual è allora la verità?
Oggi mi accontento di parlartene, perché di questo argomento è giusto che si parli, specialmente se tu sei donna e devi gestire la tua contraccezione.
Per il resto, mi limito a richiamare alcune «fonti» esterne, lasciando che sia ognuno a valutare in cuor suo.
Leggiamo innanzitutto Repubblica, che a riguardo, in questo articolo dello scorso 4 aprile 2018, titola «Contraccezione, il boom delle pillole post-rapporto fa calare il numero degli aborti».
Ora, se fosse vero quello che sostengono alcuni ginecologi, secondo cui si tratta di una pillola abortiva, questo titolo sarebbe davvero falso: direbbe il contrario di quello che si ha in realtà, dal momento che appunto tutto al contrario la maggior diffusione di questa pillola ha comportato molti più aborti, peraltro fatti in silenzio (il famoso «nazismo in guanti bianchi» di cui ha parlato Papa Francesco) e nella comodità di casa propria.
Repubblica presenta la diffusione di questa pillola giulivamente come un grande successo: «sono diminuiti gli aborti!»
Sarà vero o sarà una presa per il culo?
L’autore dell’articolo di Repubblica sostiene a riguardo «Bisogna sempre ricordare che questi farmaci sono contraccettivi, perché funzionano soltanto se non è ancora avvenuta la fecondazione. Se questa c’è stata, le pillole non hanno alcun effetto e la gravidanza prosegue. La differenza tra i due medicinali è che, visto che possono passare molte ore tra il rapporto sessuale e la fecondazione, quella dei cinque giorni dopo può funzionare per più tempo, come chiarisce il nome. Cosa ben diversa è la Ru486, che invece è una pillola abortiva, utilizzata nelle prime settimane di gravidanza per interromperla e somministrata esclusivamente nelle strutture sanitarie.»
Per Repubblica, insomma, un giornale che quando si è trattato di proporre scriteriatamente la modernità e i suoi aspetti peggiori non si è mai fatto trovare impreparato, è pollice su.
Ovviamente anche l’OMS, organizzazione mondiale della sanità, è dello stesso parere di Repubblica, come risulta da questo documento. Così anche AIFA e EMA, le agenzie del farmaco rispettivamente italiana ed europea.
Vediamo adesso un parere diverso.
Sul sito web del magazine «Bimbi sani e belli» si può leggere il parere, a riguardo, del professor Bruno Mozzànega, della Clinica Ginecologica dell’Università di Padova, che sul tema ha svolto un apposito studio assieme ad altri colleghi, pubblicato sulla rivista Trend in Pharmacological Sciences, di cui si può vedere qui l’abstract.
Secondo questo studioso, quello che dicono Repubblica e l’OMS sono per forza tutte balle.
Infatti: «Da notare che l’efficacia di ellaOne contro la comparsa clinica della gravidanza rimane, invece, costantemente elevata – superiore all’80% – in qualunque dei cinque giorni successivi al rapporto il farmaco venga assunto. E’ evidente che questa efficacia è dovuta ad altro, e precisamente, agli effetti di ellaOne sul tessuto endometriale, il rivestimento interno dell’utero che il progesterone prepara all’annidamento dell’embrione. L’endometrio, infatti, viene costantemente alterato e reso inospitale da ellaOne… Tutte le donne ovulano regolarmente dopo aver assunto ellaOne e, quindi, possono concepire. Tuttavia, l’espressione dei geni studiati nel tessuto endometriale dopo l’assunzione di ellaOne evidenzia un quadro totalmente opposto a quello osservato nel normale endometrio recettivo: un endometrio totalmente inospitale per l’embrione, che, conseguentemente, non potrà annidarsi»
Se questo è vero, come mai l’OMS sostiene il contrario e l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) hanno messo la pillola dei 5 giorni dopo tra i farmaci da banco che uno può acquistare anche senza ricetta?
Il prof. Mozzanega lo spiega così:
«l’OMS non sa queste cose? Sono certo che l’OMS, l’EMA (Agenzia europea dei medicinali) e l’AIFA (Agenzia italiana del farmaco) sappiano bene queste cose. EMA, nell’Assessment Report del 2009 che introduce ellaOne in commercio come contraccettivo di emergenza (EMEA-261787-2009) sostenendo che si tratti di un semplice anti-ovulatorio, scrive testualmente che “Ulipristal acetato impedisce al progesterone di occupare i propri recettori, così la trascrizione genica normalmente attivata dal progesterone è bloccata e non vengono sintetizzate le proteine necessarie per iniziare e mantenere la gravidanza.” E’ riportato al punto 2.3 alla pagina 8 sotto il titolo “Aspetti non clinici – Farmacologia”. Significa chiaramente che ellaOne può impedire l’annidamento e anche interrompere una gravidanza già avviata. Salto molti dati che troverà nella Position Paper in sipre.eu e che emergono dal medesimo documento del 2009, tra essi la consapevolezza dell’EMA che il farmaco può indurre l’aborto e la raccomandazione strategica di non divulgare questa informazione.»
Secondo questo autore dunque è certo che:
- La pillola dei 5 giorni dopo è una pillola abortiva
- Le istituzioni dei farmaci e sanitarie lo sanno perfettamente, ma raccomandando addirittura di tenere nascosto alle donne il vero meccanismo d’azione
Il professore poi così conclude: «il meccanismo anti-annidamento contrasta con le leggi italiane, e fornire all’utenza una informazione non corretta pregiudica gravemente il diritto delle persone a essere correttamente informate. Nel foglietto illustrativo di ellaOne si afferma che il farmaco è anti-ovulatorio mentre agisce prevalentemente impedendo l’annidamento del figlio. Viene così meno il presupposto alla espressione del consenso informato e alla libertà di scelta.»
Non si può non essere d’accordo, se è vero che il meccanismo di azione è quello che impedisce l’annidamento e il meccanismo d’azione della pillola dei 5 giorni dopo è abortivo.
Ma se così stanno le cose, stanno vendendo, con il beneplacito delle principali organizzazioni internazionali e nazionali, e con addirittura gli applausi e la benemerenza di importanti quotidiani e testate giornalistiche, un farmaco abortivo che si può acquistare a banco senza alcuna ricetta, ma soprattutto senza che un gesto grave come questo sia accompagnato da momenti di riflessione adeguati, cui la donna non può accedere perché il vero meccanismo d’azione del farmaco le viene tenuto completamente ed artatamente nascosto.
C’è di che far incazzare anche chi è, in generale, a favore dell’aborto, dal momento che il principio della correttezza delle informazioni ricevute in contesti come questi è davvero un principio universale e una forma di rispetto minima dovuta a tutti, dove le divisioni ideologiche o religiose non contano nulla.
Per un credete, poi, è ulteriormente sconcertante vedere quali strade possa trovare oggigiorno la cultura della morte e come possano pisciarci in testa dicendo che piove. Se tutto questo è vero, stanno facendo morire la civiltà europea con la denatalità pompata in ogni modo, importando poi persone da altri continenti, dicendoci che queste persone sono necessarie per «pagarci le pensioni».
Forse è il caso di parlarne.
Sei una donna e ti sei incazzata a leggere tutto questo?
Resta sintonizzata, perché io e il mio gruppo di avvocati siamo interessati a questa questione e valuteremo eventuali iniziative di classe a riguardo.
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10 risposte su “La pillola dei 5 giorni dopo: anticoncezionale o abortiva?”
Ho letto con attenzione il suo articolo, ma credo che la risposta al problema sia abbastanza chiara, se lei va da un ginecologo o al consultorio le spiegheranno che la pillola del giorno dopo è abortiva nel caso in cui sia avvenuto il concepimento, ma nessuno potrá mai sapere quando tale concepimento avviene o avverrá.
Del resto, perchè tale pillola si chiamerebbe del giorno dopo (o dei 5 gg. dopo)? Il “dopo” a cosa dovrebbe riferirsi? A me sembra si riferisca al rapporto e al presunto e temuto concepimento…
Del resto una ragazza o donna sa che esiste la pillola contraccettiva vera e propria e che può usare quella per prevenire la gravidanza invece di ricorrrere a quella abortiva, a me sembra che la cosa sia chiara in tutte le sue accezioni e responsabilitá, ma ovviamente è solo una mia idea e quindi soggettiva.
Il problema è forse piú etico… Forse la sconvolge sapere che alcune ragazze o donne vogliono interrompere una possibile vita in modo cosí facile?
Purtroppo è una cosa da accettare cosí com’è, a meno che… ostacolando la vendita della pillola “abortiva” si voglia solo spostare il problema e affrontarlo qualche mese dopo con un aborto chirurgico in sala operatoria, che credo sia un’esperienza devastante….
Senza nulla di personale, ma volevo solo dare un punto di vista diverso e non colpevolizzare chi vi ricorre.
PA
Grazie per il tuo commento. Qui non si colpevolizza nessun utente, anzi gli utenti si desidererebbe tutelarli, il tema è proprio che un farmaco deve essere venduto con la indicazione chiara e veritiera di quello che fa, non spacciato per un medicinale che produce effetti diversi da quelli che in effetti produce. Poi uno può anche essere favorevolissimo all’aborto, ma la pillola in questione gli deve essere presentata in modo autentico. Tutto il resto mi sembra che c’entri poco.
Giusto fare chiarezza se ve n’è la necessitá, ma a me sembra che medici, ginecoligi e pure riviste di infimo ordine forniscano informazioni sulla differenza tra le 2 pillole….
Non sono un genio della medicina ma conosco la differenza tra pillola contraccettiva e pillola abortiva.
Semplicemente diffido quando si fa dell’argomento il campo per lotte ideologiche, di cui pagano il conto le donne e prima che lei si faccia un’idea errata della scrivente, deve sapere che vedo nel concepimento il miracolo piú bello, da difendere ad ogni costo, ma non è questo il modo migliore a mio parere.
Se lei sente l’impulso di fare chiarezza, ha tutta la mia stima, ma per favore, si fermi quando avrá esaurito il suo dovere e diritto di informazione per dare spazio anche alla libertá di scelta.
Lei si meraviglia della facilitá di accesso al medicinale pargonandolo alle caramelle Zigulí,
ed è proprio questa frase e altre che fanno intuire che lei voglia andare oltre il mero diritto di infornazione e auspicherebbe a rendere piú difficile l’accesso alla pillola abortiva. Spero di aver capito male, ma alcuni paragoni da lei utilizzati erano chiari.
Mi scusi la franchezza e la troppa sinceritá nel risponderle, ma non credo lei desideri solo complimenti e risposte di circostanza, altrimenti perchè cercare un confronto pubblico? saluti PA
Non ti seguo, per me non c’è nessuna lotta ideologica, mi pare evidente che una pillola abortiva non possa in nessun caso essere un farmaco da banco.
Premessa: sono ateo, ma ritengo comunque l’aborto un cosa grave e stupida, stupida perché oggi ci sono tutti i metodi per evitare una gravidanza se non la si vuole. Il resto sono scuse.
Ritengo che l’aborto debba esistere e essere consentito. I limiti posti dalla legge attuale, in linea d’altronde con quanto avviene nella maggior parte dei paesi, mi sembrano adeguati. Tuttavia ritengo appunto che se si arriva a necessitare dell’aborto il problema a quel punto non e’ l’aborto ma tutto quanto e’ stato sbagliato prima. L’aborto e’ una pessima soluzione a una serie imperdonabile di errori precedenti, salvo casi minoritari (es. stupri etc…)
Il motivo per cui per me, ateo, l’aborto debba essere consentito e’ che e’ dimostrato che vietarlo serve solo a aumentare gli aborti clandestini, che forse oggi sarebbero in parte sostituiti dai viaggi all’estero in paesi in cui e’ consentito (In Irlanda vi e’ stato recentemente un referendum per la legalizzazione dell’aborto, fino a poco fa vietato dalla costituzione, ed una delle ragioni del si’ era l’alto numero di Irlandesi che giornalmente prendevano un comodo volo low cost per il vicino Regno Unito e abortivano li, oppure ordinavano farmaci abortivi o presunti tali via internet con tutti i rischi del caso). Gli aborti si riducono non vietandoli ma spiegando l’importanza dei metodi contraccettivi, unitamente ai rischi che oggi troppo spesso sembrano appartenere al passato, delle malattie sessualmente trasmissibili cosa che andrebbe fatta soprattutto a scuola.
Per quanto riguarda la pillola dei 5 giorni dopo mi sembra pero’ che per l’OMS la gravidanza si considera iniziata solo quando l’ovulo fecondato si impianta e non prima. Il motivo e’ che vi sono (buone) probabilità’ che un ovulo fecondato non si impianti naturalmente, per motivi anche non chiari, e che quindi la gravidanza non prosegua comunque. Quindi in base a questa considerazione non si potrebbe comunque considerare la pillola come “abortiva”.
Rimane il problema della corretta illustrazione del principio di funzionamento, della chiarezza del foglietto illustrativo e del consenso informato ma mi sembra onestamente più una questione “legale” che “etica”….
Grazie Stefano per il tuo commento. Non so cosa dica a riguardo l’OMS e non mi interessa, devo dire, affatto: la vita inizia sicuramente dal concepimento e persino la legge italiana tutela, anche se limitatamente, l’embrione dal momento in cui viene ad esistere come tale. Se un farmaco impedisce ad un embrione già «nato» di annidarsi è un farmaco abortivo. Le donne, innanzitutto, devono saperlo per poi decidere come pare loro meglio. Inoltre, non può essere in alcun venduto come farmaco da banco. Per questo dico che la questione non riguarda il tema fondamentale su cui laici e cattolici si dividono dell’aborto in sè, ma un tema diverso dove tutti gli utenti, a prescindere dalle loro idee, dovrebbero essere uniti, almeno a mio modo di vedere. Buona giornata Stefano.
Sul farmaco da banco sono abbastanza d’accordo, se no altro per il fatto che dovrebbe avere, se non mi sbaglio, anche alcune importanti controindicazioni… Anche se onestamente non ho mai sentito notizie di morti o effetti collaterali gravi dovete a una delle due pillole…Ma bisognerebbe vedere statistiche un po’ più ufficiali di quello che ho sentito io.
Detto questo fino a non più di 2/3 anni fa la ricetta ci voleva ma spesso era complicato procurarsela causa medici/ginecologi che si dichiaravano obiettori, fra l’altro irregolarmente dato che l’obiezione prevista dalla legge 194 riguarda solo il partecipare attivamente a interventi chirurgici di interruzione di gravidanza. Quindi anche per questo si è eliminata la ricetta, così ora bisogna solo evitare i “farmacisti obiettori” (fra virgolette perché questa è una categoria del tutto inventata) ma almeno è uno step in meno. Inoltre per finire mi pare sia anche una di quelle cose “che ci chiede la (sempre maledetta dal mio punto di vista) Europa…”
Probabilmente è uno di quei casi che predichi sempre dove la legge non fa “quello che è giusto” ma “quello che conviene”…
Non è così difficile ottenere una ricetta per pillole di questo genere, per il resto la mia impressione è che la questione sia più profonda della convenienza o meno, io vedo che tutto va contro la natalità e a favore dell’aborto, diventa difficile non unire le tessere del mosaico…
Un crimine non è visto che la legge italiana lo prevede
Non sono d’accordo, mi dispiace.