Prendi tuo figlio e, con parole tue ovviamente, digli:
- «Quando c’è qualcosa, qualsiasi cosa, anche una cosa che potrebbe sembrare poco importante, che però ti angustia, vieni a parlarne con me. Ti ascolterò volentieri e ti sorprenderà vedere come io non sia interessato a giudicarti, ma solo a stare insieme a te in quello che provi.»
Se senti molta resistenza al pensiero di pronunciare parole come queste, probabilmente c’è qualcosa di cui acquisire consapevolezza nel modo in cui ti relazioni con tuo figlio.
Se riuscirai a dirgli questo, e poi lui verrà a parlare con te, ricordati che lo devi ascoltare davvero.
Questo, nelle sue basi, significa che lo devi lasciar finire di parlare senza interromperlo mai, nemmeno quando ti sembra che ci sia qualcosa da dire, che prima di iniziare gli chiedi scusa, prendi in mano il cellulare per spegnerlo o silenziarlo e metterlo via e ti assicuri che mentre parla con te non intervengano altre interruzioni. Mentre lo ascolti non fai niente altro, non lavori, non ascolti la radio, non lavi i piatti, non lasci in sottofondo la televisione, ma ti concentri sull’ascolto e lo guardi.
Ricordati, soprattutto, che non sei lì per fornire soluzioni di nessun tipo, ma solo per ascoltare, e sei lì per ascoltare solo per stabilire una connessione, tutto il resto si vedrà in seguito.
Fagli questo discorso appena puoi e, con dolcezza, senza insistenza, ripetiglielo periodicamente, ogni tanto, con un sorriso.
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