«Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due.» (Matteo 5, 39-41)
Per l’uomo occidentale, il concetto di karma sarebbe solo una forma di vendetta o legge del taglione che l’universo, o Dio, perpetrerebbero al posto di chi è rimasto vittima di qualcuno – naturalmente quando la vittima si era dimenticata le palle a casa per vendicarsi da sé.
In realtà, a parte che il karma non ha nulla a che fare con questo, il desiderio di vendetta è solo uno dei danni fatti dal male che si è ricevuto: significa che non ti sei limitato a restarne vittima, ma hai lasciato che il male ti contagiasse, si propagasse dentro di te.
In altre parole, gli hai aperto la porta e sei diventato anche tu quel male.
Lo strumento più efficace per aprire la porta al male è quello del giudizio, mentre il suo opposto, la compassione, ti consente di restare integro.
All’esatto opposto di quel che pensavi e pensano tutti.
«Porgere l’altra guancia» del nostro Maestro buono significa esattamente questo: combattere sempre il male, senza però mai farsene contagiare, senza diventare parte di quel male.
Il primo modo di combattere il male, la prima linea di difesa è: lasciarlo fuori, non farlo entrare, custodire e proteggere la tua buona anima.
Evviva noi.
«Non rendete male per male né ingiuria per ingiuria, ma rispondete augurando il bene.»
(1 Pietro 3, 9)