Normazione nazionale e regionale.
Il governo centrale, tramite il Presidente del Consiglio, ha ieri approvato, con un quarto DPCM, nuove ed ulteriori restrizioni a quello che si può fare, sia personalmente che professionalmente, durante la corrente crisi da epidemia di coronavirus.

Come spiego meglio nel post di riferimento a riguardo, con la legislazione nazionale concorre quella regionale, per cui nella tua regione potrebbero esserci provvedimenti più restrittivi, oppure potrebbero esserci provvedimenti di altre regioni di cui comunque tu devi tenere conto, ad esempio se sei un Emiliano che intrattiene rapporti con la Lombardia devi ovviamente osservare la normazione di quella regione che al momento è più restrittiva.
Ad esempio: gli studi professionali.
Studi professionali e avvocati aperti in tutta Italia, tranne che in Lombardia dove pare, anche se non è ancora del tutto chiaro, che dovranno restare chiusi. Leggiamo cosa riporta il Corriere a riguardo:
«Dal governo si rimprovera ufficiosamente ad Attilio Fontana di non aver avuto il coraggio di sfidare Assolombarda chiudendo le fabbriche. E dai vertici della Regione si fa notare come le restrizioni imposte da Milano siano più rigide di quelle del governo. L’assessore Davide Caparini risponde con durezza al ministro ministro Boccia: «Dice che avremmo dovuto aspettare? Qui si muore. In Lombardia gli alberghi saranno chiusi, gli ordini professionali fermati, l’assembramento sarà punito con 5.000 euro». Nel decreto di Conte e Speranza, invece, avvocati, contabili, architetti, ingegneri, giornalisti potranno continuare a lavorare. Alle undici di sera, per spazzar via «lo stato di incertezza» generato dal decreto, Fontana si rivolge ai lombardi: «Vale la mia ordinanza». Palazzo Chigi e il ministro Boccia confermano»
Le ordinanze di Fontana sono in realtà due, la seconda si è resa necessaria per alcuni correttivi della prima, le puoi leggere sempre nel post di riferimento.
Secondo alcuni gli studi di avvocati sarebbero esclusi dal provvedimento di chiusura in quanto servizi essenziali e soggetti a scadenza, è presto al momento per una risposta definitiva vedremo che chiarimenti saranno resi nei prossimi giorni.
Le novità.
Vediamo comunque cosa prevede il quarto decreto nazionale, che puoi leggere, insieme con l’allegato, qui.
Innanzitutto, sono sospese tutte le attiviti produttive industriali e commerciali, ad eccezione di quelle
indicate nell’allegato 1, allegato che peraltro potrebbe, in futuro, essere modificato dal governo escludendo o inserendo all’interno di esso altre attività.
Le attività sospese ai sensi del decreto possono comunque proseguire se organizzate in modalità a distanza o lavoro agile. Quindi, come avevo accennato, l’importante è la chiusura al pubblico mentre l’attività può proseguire se si lavora da casa.
Le attività professionali non sono
sospese, contrariamente a quello che si era pensato prima della pubblicazione del decreto. Ma la legislazione regionale lombarda sul punto è più restrittiva.
È fatto divieto a tutte le persone di trasferirsi o spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso rispetto a quello in cui attualmente si trovano, salvo che
per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute, nemmeno se ciò avvenisse per il rientro presso la propria abitazione.
Conclusioni.
Se hai domande circa quel che si può fare o non fare, lasciami un commento: risponderò.
Se pensi che questo post possa essere utile a qualcuno, mandaglielo.
Iscriviti al blog per rimanere aggiornato sulla legislazione di emergenza e sapere sempre cosa puoi fare a riguardo.
4 risposte su “Coronavirus: quarto DPCM 22/3/2020”
Ciao Tiziano, e’ possibile per un genitore separato andare a prendere o portare il figlio dall’ altro genitore in un altro comune?
Grazie
Valerio
La normativa non dice niente di specifico sul caso. A mio giudizio, l’interpretazione più corretta è quella di ritenerlo possibile. Quello che consiglierei sarebbe di variare temporaneamente gli spostamenti rispetto a quanto previsto nel decreto ridurre il più possibile gli avanti e indietro, ad esempio anziché spostare i figli tre o quattro volte alla settimana fare una o due settimane per genitore. Purtroppo questa situazione rende tutto più difficile e ci fa ricadere addosso tutti i nodi delle nostre vite…
Mille Grazie Tiziano
Valerio
Prego!