Il pensiero collettivo, o unico, è oggi talmente inaccettabile, composto da tali menzogne e inquinanti psichici, che ogni uomo non può che essere o diventare un autentico ribelle se vuole essere spiritualmente sano.
La cosa bella, e tragica al tempo stesso, è che quando si parla di un ribelle oggi si pensa a soggetti tatuati dappertutto, che fanno uso di droghe, parlano male, magari un po’ efebici o addirittura gay, e che sono, in realtà, tutto all’opposto, dei veri e propri monumenti al conformismo.
Questo perché il pensiero collettivo ha influito anche su tale aspetto, oggi tutti vogliono pensare e vedere le cose come vuole il grande fratello e – ed è questo il capolavoro – considerano ciò espressione di libertà! Cioè sono sinceramente ed autenticamente convinti che essere così sia anticonformismo e libertà, cui si è potuto giungere, finalmente, dopo secoli di oppressione, senza vedere che oggigiorno sono tutti così e quando tutti sono così nessuno è più un vero ribelle all’ordine attuale, ma ne è un caro membro…
Questo è il delirio in cui vive immerso l’uomo di oggi, credersi di essere quel ribelle, o selvatico, che avrebbe bisogno di essere, quando invece è un fantoccio come tutti gli altri.
Essere un vero ribelle, tuttavia, non è facile perché determina un conflitto con il gruppo, perché a nessun esser vivente piace mancare l’approvazione dei suoi simili, ma proprio questa è la sfida del maschio oggigiorno: recuperare la sua capacità di solitudine e isolamento necessarie, e persino piacevoli, in quel caso, per fare la cosa giusta, per proporre un proprio punto di vista al mondo, e non per farsi imporre dal mondo i suoi, che oggi sono largamente disfunzionali.
La difficile verità dell’uomo di oggi, che vuole diventare sempre più forte e utile agli altri, sempre più autentico, sempre più se stesso, è che se non fa incazzare qualcuno ogni giorno, probabilmente quel giorno non ha fatto niente di significativo, di funzionale, di interessante.
Testimonia sempre il tuo autentico punto di vista.