A casa mia di ragazzo arrivava in abbonamento, ovviamente tutti i giorni, «Il Giornale» di Montanelli.
Non era solo un giornalista, era dentro alla lotta politica fino al midollo, ma era così bravo a scrivere e lo leggevo quasi sempre a bocca aperta. La politica già allora mi interessava poco, ma il suo stile era davvero alto, la sua preparazione robusta, l’esperienza quasi sempre interessante. Insomma, anche se sicuramente molto «sporcato» dalla politica, era un giornalismo che si faceva molto apprezzare.
L’ho letto pressoché quotidianamente lungo tutti gli anni della scuola, del liceo e dell’Università, quindi ci sono molto affezionato intellettualmente.
All’epoca, i giornali si leggevano ancora, non come oggi che ci si passa il tempo con le storie di Instagram – e forse è pure meglio, considerati come sono diventati oggi i quotidiani.
Tutti i grandi uomini restano indigesti ai mediocri, questa è l’unica cosa che mi sento di dire. Insieme al fatto che tutti i mediocri sono particolarmente proni al giudizio e alla presunzione, specialmente con riguardo a epoche e tempi che sono diversi e che loro, comunque, non possono comprendere.