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Professionista o bottegaio?

Il tuo studio professionale, la tua azienda, sta continuando a lavorare anche mentre sei in vacanza o hai dovuto chiuderla e la potrai riaprire solo quando tornerai?

La cattiva notizia che mi tocca darti, se ti trovi nella seconda ipotesi, cioè quella della chiusura, è questa: se quando ti allontani il tuo studio o la tua azienda non possono più funzionare, e devono fermarsi, allora non sei un imprenditore, non hai uno studio, non hai un’azienda.

Sei un bottegaio.

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Quella di bottegaio è una condizione in cui ogni imprenditore si può trovare, e normalmente si trova, ma solo transitoriamente: quando ad esempio ha appena aperto, in un momento di ristrutturazione o ipotesi analoghe. Se dopo massimo tre o cinque anni, a seconda del tipo e ramo di attività, lavori ancora come bottegaio, allora c’è qualcosa di grosso che non va.

Sono al mare da dieci giorni, l’unica telefonata / mail che ho ricevuto dalla mia assistente e dai miei colleghi è stata per il recupero di un file delicato dal backup. Ci può stare, ma mi sto già organizzando per migliorare anche su quello.

Nel frattempo, lo studio ha continuato ad erogare servizi.

Come dici? L’attività legale è personale, non si può delegare, non è un bene come un altro e così via?

Te lo dico molto chiaramente: non sono io che sbaglio, sei tu che sei un bottegaio, col mindset da bottegaio – e se non cambierai, per te saranno cazzi molto presto, se non lo sono probabilmente di già.

Durante la mia assenza sono stati fatti recuperi crediti, separazioni, divorzi; sono stati fatti solleciti, dati chiarimenti, consulenze e aperte vertenze che saranno poi continuate da me dopo il mio ritorno.

Tutto questo con un metodo che ha fatto contenti:

  • i miei colleghi, che hanno potuto guadagnare;
  • la mia assistente, che non è mai stata costretta a dire di no a nessuno, anzi (sì è vero, lei prende comunque uno stipendio, tuttavia: hai provato mai a lavorare in un ufficio in cui i clienti ti chiedono di continuo risposte, ma è tutto bloccato perché manca il capo e finché lui non torna?);
  • i miei clienti, che avevano bisogno di un servizio che fosse reso loro subito, con lo standard di qualità connesso alla mia immagine e al mio brand;
  • me stesso, che ho potuto riposare e staccare dal lavoro e farlo davvero.

Nessuno è rimasto scontento.

Questo è molto importante, te lo ripeto: nessuno è rimasto scontento, è un win-win-win-win.

La differenza tra un bottegaio e un vero imprenditore o professionista la fa innanzitutto la consapevolezza di tutto quello che ti ho scritto in questo post e la piena adesione allo stesso.

Dopodiché, occorre una organizzazione: bisogna creare una macchina che funzioni e continui a consegnare beni e servizi anche quando tu molli il volante.

Questo è fare impresa, questo è cultura del lavoro in proprio, questo è lavoro: se non hai questo, stai solo girando dei fogli da un mobile a un altro, non stai lavorando, stai solo facendo rumore. Ciò è ammissibile, come ti dicevo prima, solo per un periodo di tempo o per circostanze limitate e circoscritte, identificabili grossomodo nelle fasi di avviamento, ri-avviamento, ristrutturazione. Al di là di queste fasi, deve esserci un’organizzazione che eroga servizi anche quando non ci sei. Non vale obiettare che il tuo settore quello dei servizi legali è differente semplicemente perché non è vero: è una scusa con la quale molti si sono baloccati per non procedere a organizzare l’azienda o lo studio.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

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