La femminilizzazione del maschio contemporaneo risulta evidente in molti contesti, ma ce n’è uno in cui lo è particolarmente: i gruppi whatsapp per organizzare le partitelle di calcio.
Sino a non molto tempo fa, per trovarsi a giocare a calcio, e per stare insieme in un gruppo, erano sufficienti pochi e rapidi scambi.
Adesso si è tutto un pelino complicato.
Innanzitutto le motivazioni per venire o non venire stanno diventano le più variegate, ma soprattutto stanno nascendo alcune difficoltà del genere «se viene lui non vengo io» oppure «siccome non mi avevate chiamato tre anni fa non vengo neanche adesso», per cui servirebbe un vero e proprio community manager anche per gruppi di venti o trenta persone.
Credo che l’equilibrio tra i sessi si sia basato per milioni di anni sulla considerazione per cui malinconie di questo genere se le concedesse uno solo dei due.
Se entrambi si mettono a fare delle cazzate, mi chiedo come potrebbero, come potranno, andare bene le cose.
In un mondo in cui da tutte le parti, su tutti i media, si grida che ci sarebbe bisogno di più femminile, c’è necessità, all’esatto opposto, di molto più maschile.
Quanto al femminile, il pensiero corto (è il mio nuovo e più aderente modo di chiamare il pensiero unico) non ha mai pensato davvero di farlo entrare da nessuna parte, tantomeno in politica: le uniche aperture che i poteri forti hanno fatto sono a donne che scimmiottano gli uomini, che finiscono cioè per essere dei cattivi uomini e delle non donne.
Un esempio per tutti è la Clinton, ma ce ne sono mille altri.
Il femminile è come il cristianesimo: non è mai entrato davvero una sola volta in politica, non è mai entrato davvero una sola volta nei consigli di amministrazione, o nei luoghi in cui si comanda veramente, delle grandi società.
Sono entrate solo delle donne che sono state ammaestrate – sì, uso lo stesso termine che si usa per le scimmie – a comportarsi come uomini; così il sistema si è garantito la stessa politica di sempre, dando in pasto alle masse un merito inguinale apparente e già in partenza demenziale.
Il completamento di questo discorso è la possibilità di scegliere il sesso come se fosse un maglione da indossare al mattino e non una chiamata fatta ad ogni individuo da una entità più grande di lui.
Non c’è alcuna soluzione al di fuori della famiglia e dell’individuo organici: una politica basata sulla biologia e sull’antropologia dell’uomo, perché tutto quello che viene concepito contro l’uomo non è destinato a produrre felicità, non è destinato a durare.
Facciamo che ognuno torna a rispondere alla sua chiamata e a fare il meglio di quello che è?