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counseling

La fotina sta diventando più importante della persona.

L’identità digitale sembra che stia diventando importante
come o addirittura di più dell’identità reale, dando luogo ad un’unica
identità distribuita.

Ho la sensazione che l’immagine dei social, chiamiamola la «fotina»,
stia diventando più importante dell’immagine reale della persona.

Cioè, quando incontri una persona dal vivo, e noti che, nel bene e nel
male, é diversa dalla sua «fotina», continui a relazionarti con lei
come se il suo vero e più autentico aspetto sia quello della fotina e
non, invece, quello che ti trovi davanti, non mediato dal digitale.

Sicuramente, l’aspetto di cui puoi prendere conoscenza più diretta é,
giocoforza, quello più autentico, ma sembra che ci sia una sorta di
tendenza a considerare più vera, o ugualmente vera, quell’identità
digitale con cui si era abituati a interagire, magari per mesi, prima
di avere finalmente un contatto di persona.

L’identità di ognuno di noi, insomma, sta diventando «distribuita»:
c’è quella locale ed analogica, l’unica che avevamo sino a poco tempo
fa, quella considerata come l’originale, poi c’è quella digitale, che
non è più considerata una copia dell’originale, suscettibile di
esserne più o meno fedele, ma una parte dello stesso e pertanto,
comunque fedele, perché sua diramazione autentica.

Ci sono già delle persone che non fanno l’amore con altre persone, ma
con la loro fotina, perché la fotina é stata quella parte con cui
hanno interagito per mesi, quella che hanno interiorizzato, rispetto
alla quale la parte analogica o «reale» é solo un dettaglio.

É un po’ come quando andavi ad incontrare un grande scrittore o una
rockstar: magari ti trovavi davanti un totale stronzo, ma l’immagine
che ti eri costruito di lui a forza di leggere i suoi libri, ascoltare
le sue canzoni e andare ai suoi concerti era più forte di quella che,
per quanto reale, esisteva solo da pochi minuti e appariva per ciò
stesso impalpabile, trascurabile, secondaria, pur essendo la realtà.

Così finivi per relazionarti con lui sulla base di quella immagine
costruita dentro di te, che potremmo definire un’ombra dell’originale,
e non sulla base dell’originale che finalmente avevi davanti.

Questo fenomeno si sta diffondendo per ognuno di noi, visto che in
molti casi i primi contatti tra le persone sono ormai tramite le reti
sociali.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

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