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Good morning, Draghistan!

Il marcio del green pass non é la discriminazione ma il
fatto che non esiste una epidemia di gravità tale da
giustificarlo.

Good morning, Draghistan!

Non ha senso parlare di discriminazione quando si vogliono indicare i
problemi del greenpass.

É evidente che qualsiasi normativa che fa riferimento a situazioni di
fatto che sono diverse nella realtà discrimina – e per fortuna che lo
fa perché situazioni diverse vanno trattate in modo diverso.

Questo, addirittura, é il vero significato del principio di
uguaglianza, nell’ermeneutica ufficiale della Corte costituzionale,
completamente condivisibile.

Il problema di un istituto abominevole come il green pass é molto più
a monte di questo e consiste nel fatto che non esiste una epidemia di
microorganismi di gravità tale da giustificare l’adozione di
provvedimenti del genere.

Non ci sono abbastanza morti.

Non ce n’è un numero nemmeno lontanamente sufficiente per giustificare
questo merdaio di legislazione liberticida e soffocante che é stato
varato, con estrema cura, negli ultimi due anni.

Mi dispiace per i decerebrati che vanno ancora avanti dopo due anni a
sostanziarsi con i camion di Bergamo, ma basta alzare gli occhi dal
televisore, dal giornale o dal cellulare per vedere che la gente non
muore.

Si ammala, piuttosto, poi guarisce.

La mortalità è delle zero virgola qualcosa per cento.

Senza dimenticare, peraltro, che morire si muore tutti, prima o poi.

Il vero negazionista é quello che nega questa, che ormai è la realtà
evidente a tutti quelli che vogliono vederla.

Il problema del green pass non é, dunque, che discrimina, ma, molto
prima, che non c’è nessuna epidemia tale da giustificarlo.

Così come è senza alcuna giustificazione la campagna di in(o)culazione
di massa in corso.

Stefano Paternò é morto a causa del vaccino – lo accerta la perizia
ufficiale – perché aveva, senza accorgersene, già in precedenza
contratto il virus.

Cioè lui è morto per tentare di evitare di prendere un morbo che era
così grave che l’aveva già preso in passato senza accorgersene…

Io voglio bene a tutti. Tra i vaccinati ci sono persone a me molto
care e davvero spero di cuore che non succeda loro nulla, non riesco
ad accedere al settarismo che augura i peggiori mali a una parte o
all’altra.

Però io scelgo di non vaccinarmi.

Non perché, come vuole qualche cretino, «non so quello che c’è
dentro», ma piuttosto perché so benissimo quello che c’è fuori.

Se mi vaccinassi, lo farei per non ammalarmi, non certo per viaggiare,
andare a mangiare una pizza o altre amenità che pure ho sentito.

I vaccini servono, in teoria, per combattere le malattie, non per
andare a Formentera o a mangiare le lasagne o i tortellini.

Già questo dovrebbe farvi suonare qualcosa nella testa.

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Di Tiziano Solignani

L'uomo che sussurrava ai cavilli... Cassazionista, iscritto all'ordine di Modena dal 1997. Mediatore familiare. Counselor. Autore, tra l'altro, di «Guida alla separazione e al divorzio», «Come dirsi addio», «9 storie mai raccontate», «Io non avrò mai paura di te». Se volete migliorare le vostre vite, seguitelo su facebook, twitter e nei suoi gruppi. Se volete acquistare un'ora (o più) della sua attenzione sui vostri problemi, potete farlo da qui.

2 risposte su “Good morning, Draghistan!”

Bellissimo articolo, che mette nero su bianco il vero pensiero dei cosiddetti “no vax” o “no green pass”.

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