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Il post di oggi stampalo e tienilo sempre in …

Il post di oggi stampalo e tienilo sempre in tasca ??

Ogni volta che qualcuno ti fa sentire inadeguato, disprezzato, fuori posto, senza valore, o comunque ti fa soffrire, tiralo fuori e leggilo.

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Una delle tappe fondamentali di ogni percorso…

Una delle tappe fondamentali di ogni percorso evolutivo é fare pace coi propri lati oscuri. L’odio non esiste per caso, anch’esso é un dono di Dio. Serve per proteggere tutto ciò che ami.

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Facebook sta di nuovo limitando quello che po…

Facebook sta di nuovo limitando quello che posso scrivere e dove lo posso scrivere, di nuovo ti invito, se desideri seguire quello che pubblico, ad iscriverti al blog, l’unica piattaforma che resta esclusivamente sotto il mio dominio, dove non si perderà mai nessun contenuto e non ci sarà mai nessuna censura.

Ricordati che i social, tutti, non solo facebook, ti fanno vedere solo quello che decidono loro nella timeline o bacheca, se vuoi essere libero di decidere cosa seguire veramente, cosa che é molto importante per essere davvero informato e formato, devi fare quello sforzo in più che é necessario per seguire i blog e le fonti esterne e genuine.

Se non lo farai, sarai sempre manipolabile e nelle mani dei gestori dei social. Tu non hai idea di cosa possono fare anche per orientare le tue scelte di acquisto e di voto.

Cerca di restare libero, segui le fonti che decidi tu.

Compila questo modulo per iscriverti al blog di Tiziano Solignani, dove casi giuridici , e non solo, vengono trattati con un punto di vista unico nel web.
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counseling

Ascoltare e accettare le persone come enigmi.

É un po’ così che ascolto nella mia pratica di counseling, credo sia così che si finisca per ascoltare quando si abbandona il giudizio e si finisce, così, per accogliere persone che hanno «nella pancia» cose incredibili, cioè le emozioni più improbabili, controintuitive, irrazionali, persino spiritose e divertenti nella loro paradossalità, tanto che davvero ognuno va ascoltato, e davvero persino amato ed accolto, come un enigma, come quell’enigma che é.

Della personalità di ognuno di noi sia gli altri che noi stessi infatti non vediamo che la punta dell’iceberg, mentre ci sono le famose parti profonde, e le varie subpersonalità, di cui ti parlo spesso, che non sai mai di quale parere saranno in ordine a quello che ti accade nella vita.

Un’altra cosa che voglio dire, e poi chiudo, é che un counselor deve allenare la sua attenzione, cosa che oggigiorno si fa con la meditazione e con le varie forme di resistenza alle distrazioni digitali, aspetto quest’ultimo assolutamente fondamentale e di cui parlerò presto nel blog, cui ti invito ad iscriverti sin da ora.

Se, infatti, il counselor non é in grado, per mancanza di allenamento, di focalizzare e tenere focalizzata la sua attenzione, non può ascoltare in maniera efficace. Se porta la sua frammentarietà incurata nella seduta, ugualmente non può ascoltare in modo funzionale.

«Sforzarsi senza tregua di pensare a chi ti sta davanti, prestargli un’attenzione reale, costante, non dimenticarsi un secondo che colui o colei con cui tu parli viene da un altro luogo, che i suoi gusti, le sue idee e i suoi gesti sono stati plasmati da una lunga storia, popolata da molte cose e da altre persone che tu non conoscerai mai. Ricordarsi in continuazione che colui o colei che guardi non ti deve nulla, non e? una parte del tuo mondo, non c’e? nessuno nel tuo mondo, neppure tu.
Questo esercizio mentale – che mobilita il pensiero e anche
l’immaginazione – e? un po’ duro, ma ti conduce al piu? grande godimento che ci sia: amare colui o colei che ti sta davanti, amarlo per quello che e?, un enigma – e non per quello che credi, per quello che temi, per quello che speri, per quello che ti aspetti, per quello che cerchi, per quello che vuoi.»»

(Christian Bobin – da “Autoritratto al radiatore”)

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Ho cambiato il tema del blog, ora dovrebbe e…

Ho cambiato il tema del blog, ora dovrebbe essere molto più fruibile e soprattutto bello da vedere.

Se hai occasione di farci un salto, magari fammi sapere cosa ne pensi, con un po’ di clemenza mi raccomando, perché devo sistemare ancora un sacco di cose.

Gestire un blog richiede un sacco e una sporta di lavoro e diverse spese.. Sicuramente per chi produce contenuti, sono molto più comodi i social network.

Però secondo me vale ugualmente la pena di avere un blog, se i contenuti sono importanti per la tua vita professionale o personale – come lo sono nel mio caso, infatti devo grande parte della mia fortuna al blog.

Il blog è l’unico posto davvero tuo, dove nessuno può cancellare quello che scrivi, mentre sui social sei in balia di sconosciuti moderatori, algoritmi automatici o – ancora peggio – cretini delatori, come avviene spesso su facebook.

Se ci tieni, dunque, alle tue parole, vale sicuramente la pena di tenere un tuo blog, che deve rappresentare, come lo rappresenta per me, la «centrale» di tutto quello che scrivi, mentre sui social vai a diffondere i contenuti più importanti che si trovano sul blog tramite link.

Solo sui blog noi autori e voi lettori siamo liberi e immuni da condizionamenti commerciali. Ricordati che facebook ti fa vedere quello che interessa a lui, non quello che piace davvero a te. E così anche tutti gli altri social.

Non fare il tecnoleso, vale la pena sforzarsi per andarsi a cercare i contenuti più interessanti e questi li trovi per lo più nei blog, da seguire via mail o, ancora meglio, via feed rss, in sistema molto comodo e professionale per non perdersi nessun nuovo articolo dalle fonti che piú interessano (tra poco, sul blog la mia recensione di inoreader, un aggregatore molto bello tra i vari disponibili).

Restiamo in contatto, evviva noi.

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Terminato di configurare le «pillole» pe…

Terminato di configurare le «pillole» per poter pubblicare anche le cose più spicciole sul blog.

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Sto facendo alcune modifiche al plugin c…

Sto facendo alcune modifiche al plugin che gestisce la newsletter del blog, vi chiedo scusa per gli invii che mi sono scappati, presto dovrei terminare il lavoro… Grazie

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Stato e società italiani: sono laici?

Lo Stato laico qual è?

La definizione più esatta, a mio giudizio assai difficilmente contestabile, é quella per cui è laico lo Stato che tratta in modo uguale tutte le religioni, quello per cui tutte le confessioni sono identiche davanti alla legge.

Orbene, l’Italia è uno Stato laico?

Per niente. C’è una differenza di trattamento legislativo, a favore della confessione cattolica, contenuta in un provvedimento normativo nazionale di fondamentale importanza e cioè direttamente all’interno della Costituzione.

Basta guardare gli articoli 7 e 8, contenuti nei principi fondamentali:

«Art. 7.
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno
nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Latera-
nensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle
due parti, non richiedono procedimento di revi-
sione costituzionale.

Art. 8.
Tutte le confessioni religiose sono egualmente
libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica
hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento
giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per
legge sulla base di intese con le relative rappre-
sentanze.»

Non c’è molto da dire, già é tutto evidente dal fatto che alla sola chiesa cattolica é dedicato un singolo articolo, mentre a «tutte le altre» confessioni una norma a parte. In sintesi, comunque, il privilegio concesso dalla Repubblica alla Chiesa consiste nel fatto che per modificare unilateralmente gli accordi Stato – Chiesa l’Italia si è obbligata a un procedimento di revisione costituzionale, piuttosto complicato e che richiede larghe intese politiche, mentre quando vuole modificare i rapporti con una qualsiasi altra
confessione, il Parlamento o il Governo non hanno affatto bisogno di toccare la costituzione, ma è sufficiente una legge o addirittura un atto di pari valore, come il decreto legislativo o persino il decreto legge.

Puoi dire quello che vuoi, ma l’Italia è uno stato non laico, che privilegia la fede cattolica e fa questo direttamente nel cuore del suo sistema legislativo e cioè nella sua costituzione, norma fondamentale e di rango superiore a tutte le altre.

Chi, tra i famosi «padri costituenti», ha votato queste disposizioni che rendono l’Italia uno Stato non laico ma sbilanciato a favore della chiesa cattolica?

Tutti.

Ma persino i comunisti? Certo, persino i comunisti, che, a parole erano contro tutte le religioni, specialmente quella cattolica.

Ma perché i comunisti di Togliatti – allora c’era lui, mica Renzi, soprannominato e considerato dai suoi «il migliore» – votarono questo che oggi agli occhi dei sostenitori della laicità dello Stato appare come un vero e proprio scempio giuridico, legale, sociale e culturale?

Chi, curioso di scoprirlo, aprisse uno dei libri di storia in dotazione agli studenti di oggi, vi troverebbe spiegazioni molto curiose e divertenti. Una che mi ricordo in particolare età quella secondo cui il PCI era preoccupato, votando contro, di «creare divisioni» tra gli operai comunisti e quelli cattolici…

É una spiegazione petalosissima, che nasconde la realtà dietro il velo del politicamente corretto… Eppure chi scrive i libri per i giovani dovrebbe vergognarsi a consegnare loro indicazioni fuorvianti come questa, ai giovani andrebbe trasmessa semplicemente la verità.

E la verità è che queste disposizioni non sono state votate per tutelare gli operai, ma, tutto al contrario, il partito comunista stesso che, considerato che ai tempi in cui fu approvata la
costituzione l’Italia era davvero un paese cattolico (oggi non lo è più da decenni), avrebbe semplicemente perso una barca di voti, troppi per gli equilibri di allora.

La conclusione dunque é che l’Italia non é un paese laico e ciò per il fatto che coloro che avrebbero dovuto, almeno stando a quanto proclamavano allora ed oggi, farlo diventare tale si sono venduti alla chiesa cattolica per paura di perdere voti.

Molta gente di sinistra oggi si spertica a dire che l’Italia é un paese laico, ma è vero l’esatto opposto e per i motivi che ti ho spiegato.

Tutto quello che ho scritto qui é vero, fondato, dimostrato
documentalmente e lo puoi verificare velocemente con una ricerca di 5 minuti con google.

Adesso che abbiamo visto la laicità dell’Italia, ti voglio parlare di un altro aspetto e cioè la laicità della società, il trattamento che viene riservato dalla famosa società civile, quella che, in ipotesi, sarebbe molto meglio della politica e delle istituzioni…

In Italia, nel mondo, il cattolicesimo é trattato in modo uguale alle altre religioni dalla società civile?

É una domanda interessante, cui si può rispondere agevolmente.

Nell’ultima settimana, infatti, si sono susseguiti una fiction di Netflix su Gesù gay, un manifesto che ritrae Gesù come pedofilo e, per finire, un quadro in Svezia che raffigura la Genesi in chiave gay.

Quando però ad esempio un migrante fa qualcosa che va, anche pesantemente,# contro i nostri costumi, allora va bene perché noi siamo evoluti e dobbiamo capire le «altre culture»…

Siamo così evoluti che capiamo tutte le culture tranne che la nostra, che sempre più spesso sembra non esserci più, tanto che pare ormai difficile parlare, a proposito del fenomeno delle migrazioni, di sconto di culture, dal momento che qui in Occidente ormai regna il vuoto, la vacuità, il nulla e quindi non c’è più nessuna cultura, la cultura é solo dall’altra parte.

In conclusione, la società occidentale non è “laica”.

La società occidentale è semplicemente anti-cristiana.

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Galaxy Buds cuffie true wireless: anche no.

Le Galaxy Buds di Samsung sono come una donna bellissima,
intelligentissima, sofisticata, simpatica, divertente, esuberante, ma senza la figa.

Questa è la mia recensione, continua a leggere se vuoi sapere di più sul perché:

a) non devi neanche pensarci a comprarle;

b) devi restare connesso all’unico blog che ti dice la verità con rigore su tutto quello che prova, senza propinarti link che ti fanno acquistare ignobili zavagli solo per guadagnare due spicci di commissioni.

Le Buds mi sono arrivate oggi in regalo per la promozione Galaxy, per cui chi acquista un telefono della serie (io ho preso il Note 10 plus) appunto le riceve in omaggio.

Sono un oggetto molto bello, di design, sia la custodia, molto miniaturizzata, sia le cuffie.

Le cuffie si ricaricano tramite la custodia, la quale a sua volta si ricarica o tramite cavo USB tipo C, oppure senza fili, appoggiando la custodia su un caricatore appunto wireless. Addirittura, la custodia, in caso di emergenza, può essere ricaricata anche appoggiandola sul Note e attivando la ricarica di altri dispositivi, cosa utile quando si è fuori, le cuffie sono scariche, ma il cellulare dispone ancora di una buona carica.

I comandi delle cuffie sono touch, a differenza di quelli disponibili sulle Bose Soundsport Free Wireless, le cuffie che utilizzo da circa un anno e che al momento mi sento di raccomandare, ma che dispongono di tasti fisici, sicuramente meno comodi di quelli touch, anche se utilizzabili abbastanza bene dopo averci fatto un minimo l’abitudine.

I comandi touch consentono di mettere in pausa, andare alla canzone successiva, oppure a quella precedente, attivare l’assistente vocale e altro. Il touchpad può anche essere bloccato, in particolari situazioni per impedire che possa venire attivato impropriamente. Sfruttando la pressione prolungata, si possono usare anche per alzare / abbassare il volume, una funzione abbastanza centrale, a mio giudizio, per delle cuffie (che però, come ho già detto, sembrano occuparsi di tutto tranne che del sound e dell’ascolto della musica…), ad esempio configurando la cuffia destra per alzare il volume con pressione prolungata e la sinistra per abbassarlo, sempre con pressione prolungata. Ovviamente se si fa questo, cosa a mio giudizio abbastanza indispensabile, si perdono le altre funzionalità, bisogna insomma scegliere cosa collegare ai vari tipi di «tocco» disponibili del touch pad: tocco breve singolo, doppio, triplo e tocco prolungato destro e sinistro.

C’è da dire che questa limitazione potrebbe essere superata usando un altro wearable come ad esempio Amazfit Bip e programmandone il relativo bottone, con applicazioni come Amazfit Tools e Automagic – su un altro versante, ad esempio, sono riuscito a usare una
configurazione del genere per fare partire dei timer quando mi alleno in palestra. Ma questo esula dal post di oggi.

Per fare funzionare le Buds bisogna installare l’apposita applicazione di Samsung, Wear, concepita per tutti gli indossabili della casa. L’abbinamento ha funzionato nel mio caso in modo molto semplice, preciso e veloce. Nella applicazione si definiscono quelle
impostazioni di cui ho parlato prima del touchpad oltre ad altri aspetti. C’è pure un equalizzatore software, come per tutte le cuffie con le quali non si sente bene…

Per quanto concerne la portabilità, le cuffie sono molto piccole e comodissime. Una volta indossate, non sembra di avere niente nelle orecchie, devo dire che sono molto più comode delle Bose che, almeno a me, un po’ di fastidio lo danno dentro alle orecchie. Sono così ridotte di dimensioni, che probabilmente, anche se non ho ancora provato, si possono usare bene anche sotto a un casco da moto, cosa che invece si può fare solo con una certa difficoltà con le Bose, tanto che spesso rinuncio a farlo. I tasti touch aumentano il comfort di queste piccole cuffiette, perché si possono azionare i comandi senza dover «spingere» sulle orecchie come invece é necessario fare con altre cuffie che dispongono di tasti fisici che devono essere premuti e non solo toccati – in questi ultimi casi, meglio stringere l’intero auricolare con due dita, una per tenerlo fermo e l’altra per premere.

Insomma, le Buds hanno davvero tutto: sono comode, leggerissime, belle da vedere, comode da comandare, ben ingegnerizzate, miniaturizzate, gestite da apposita app.

Che cosa manca allora? Come ti ho già detto, il loro problema é che suonano di merda.

Colpisce proprio la estrema cura con cui sono state realizzate sotto ogni aspetto da un lato per poi finire dall’altro per restituire un suono piatto, metallico, senza personalità, come solo un paio di cuffie con fili di infima qualità di vent’anni fa potevano offrire. Pme è un no secco. Mi stupisco anzi di come un prodotto del genere, che fa tutto eccezionalmente bene, tranne proprio la sua funzione di base, possa essere sul mercato, ma forse considerando Samsung, che può permettersi di vendere telefoni che esplodono senza fallire, tutto può trovare una spiegazione.

Se ami la musica, odierai le Buds. Forse potrai usarle come auricolari per telefonare, io in questo non ho ancora avuto occasione di provarle, le ho provate esclusivamente per la musica e mi hanno fatto solo venire voglia di bestemmiare.

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La vera ribellione? Le qualità dell’essere.

La vera ribellione oggi è:

  • l’ottimismo
  • un cuore sempre lieto
  • dare tenerezza
  • concedersi il lusso di mantenersi dolci
  • vedere e guardare ostinatamente la bellezza
  • credere e dare fiducia
  • toccare mani
  • abbracciare
  • stringere forte chi amiamo
  • sorridere credendoci davvero.

Un abbraccio!