Per un nuovo significato di pec-care.
Stamattina inviate altre tre PEC per richiedere l’esenzione dall’obbligo vaccinale.
Queste richieste tramite PEC, o – il che sarebbe lo stesso – raccomandata a/r, non offrono certo la garanzia di ottenere l’esenzione dal vaccino.
Il loro effetto é di portare la tua vertenza nei confronti dell’ASL o
comunque per essere esentato dalla vaccinazione ad un livello superiore.
La maggior parte della gente si limita a chiedere l’esenzione al proprio medico di base, in ambulatorio, a voce, ottenendone di solito un rifiuto.
Di questo colloquio non rimane traccia da nessuna parte, per cui l’esistenza dello stesso può, in seguito, anche venire negata o contestata, con successiva difficoltà a mettere insieme le prove.
Mettiamo che tu sia andato dal tuo medico per richiedere l’esenzione.
Lui te la nega. Tu, preso dalla disperazione, per conservare il tuo
posto di lavoro, ti vaccini e subisci una reazione avversa grave.
Quando vai a chiedere i danni é fondamentale che risulti
documentalmente che avevi richiesto l’esenzione. Vale a poco dire che,
ad esempio, ci sono dei testimoni che tu eri andato a chiederla, per
non dire di come é di solito complicata una prova testimoniale.
Soprattutto, per i medici di base e per l’ASL é facile dirti di no in
un colloquio informale, in ambulatorio o allo sportello, perché quel
colloquio legalmente é puro vapore.
É come una nuvola che passa e poi non la trovi più: che responsabilità
vuoi che abbia un medico con una situazione del genere?
Se vuoi che il tuo medico e l’ASL si assumano davvero la responsabilità del loro rifiuto, devi assolutamente fare la tua richiesta per iscritto inviandola mediante un mezzo tracciabile,
documentabile e che loro non possano mai dire di non aver ricevuto:
cioè tramite PEC o raccomandata di ritorno.
Non è necessario incaricare un avvocato, ma é caldamente consigliato.
Ciò sia per questioni relative alla redazione della PEC stessa, cioè
al suo contenuto: un avvocato, per quanto possa essere idiota, sa
molto meglio di te cosa bisogna scrivere.
Ma soprattutto per questioni di immagine: devi trasmettere all’ASL il
messaggio per cui tu non hai problemi ad alzare il livello della controversia incaricando un legale e sostenendone le relative spese; questo è significativo anche per il prosieguo della vertenza, fai capire che sei determinato a proseguire a coltivarla e a farlo nel
modo migliore.
Non mandare PEC a tua firma, otterresti l’effetto inverso «ecco un altro che tiene così tanto alla sua esenzione da non investire nemmeno in un avvocato».
Soprattutto, non mandare pure boiate e vaccate come il free pass, autocertificazioni e altre puttanate del genere, che pure in rete si trovano in gran copia: qui non solo non otterresti nulla di nulla, ma probabilmente ti faresti anche del danno per qualsiasi cosa dovessi fare in futuro con il servizio sanitario.
Fai le cose come si deve, altrimenti lascia perdere e vaccinati che é
meglio, te lo dico davvero. Non è una vertenza sostenibile per te.
Come in tutte le cose della vita non importa a niente essere «disposti
a tutto», che di fatto non vuole dire niente: bisogna semplicemente fare quello che serve, nulla di più e nulla di meno.
Altri consigli utili in ordine sparso.
Non arrivare all’ultimo minuto, della serie «Tiziano, domani é il quinto giorno se non facciamo la PEC mi sospendono». Io te la faccio ugualmente in questi casi ma ovviamente per diverse ragioni sarebbe stato preferibile partire prima. Decidi subito se vuoi chinare la testa e vaccinarti o no. Se scegli per il no, non c’è da aspettare niente: muoviti subito.
La PEC non la posso scrivere io da solo. É necessario un appuntamento, in studio o a video scegli tu come, a prescindere da dove sei: per me puoi fare a video se stai a 10 metri dallo studio o venire di persona anche se abiti a Lampedusa, sei comunque il benvenuto.
In questo appuntamento, mi parli della tua situazione, del perché non vuoi il vaccino, di quali patologie hai. Vedremo insieme se è il caso di acquisire una consulenza medico legale. Inoltre, sempre dentro all’appuntamento, che dura un’ora, scriveremo insieme la PEC. Nel caso degli appuntamenti a video, ti condividerò la finestra di scrittura così potrai vedere man mano quello che scrivo ed eventualmente intervenire, proprio come con gli appuntamenti in presenza, dove metto
il monitor tra me e la persona con cui sto lavorando in modo che
entrambi si possa vedere quello che sto scrivendo.
Alla PEC deve essere – ovviamente – allegata la documentazione medica.
Questa documentazione me la devi, sempre ovviamente, fornire tu: serve
uno scanner semplicemente, poi me la puoi spedire via posta elettronica. Non c’è bisogno che ti dica che per la documentazione occorre prestare particolare cura o che comunque più cura vi presterai e più possibilità avrai di ottenere l’esenzione. Non esistono cose del genere «il mio medico ce l’ha anche lui» oppure «l’ASL dovrebbe poter vedere la TAC che ho fatto nel 1993 all’Ospedale di Scarcagneto sul
Minchio», tutti i documenti devono essere allegati. Se sono «cose vecchie», mettiti subito alla ricerca. Appena le trovi, fai la scansione e metti tutto al sicuro sul computer e backup.
Come funziona più in concreto il lavoro.
Puoi chiamare lo studio 059 761926 oppure puoi anche acquistare direttamente da questo link (da cui puoi vedere anche i costi).
In entrambi i casi, questa prima battuta é gestita dalla mia assistente, che, nella prima ipotesi, ti darà direttamente
l’appuntamento, nella seconda ti chiamerà per dartelo.
All’appuntamento, che potrà essere appunto in presenza o a video, ci
sarò io: scriveremo la PEC, allegheremo i documenti relativi e la spediremo.
Poi staremo a vedere cosa rispondono.
Se vuoi spedire anche tu la PEC con richiesta di esenzione, prenotati
subito chiamando lo studio o al link sopra riportato.
Rock n’ roll
Riferimenti
Conclusioni
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