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Tag: dialogo

Categorie
tecnologia

La messaggistica é un ripiego vigliacco.

  • Autore articolo Di Tiziano Solignani
  • Data dell'articolo Febbraio 28, 2022
  • 4 commenti su La messaggistica é un ripiego vigliacco.

E soprattutto non funziona, specialmente quando gli argomenti da trattare presentano un grado di complessità superiore a quello elementare.

Circa un mese fa, ho deciso, sostanzialmente prendendo atto di una situazione in cui comunque mi trovavo già, di chiudere tutte le mie caselle di messaggistica: email, whatsapp (3 account), telegram, messenger e così via, rimanendo disponibile solo via telefono per il tramite della mia assistente.

Il nuovo metodo è meglio descritto in questo precedente post condiviso con il blog.

Oggi devo dire di aver fatto, senza alcun dubbio, la scelta giusta.

A parte la mancanza di tempo cronica che mi avrebbe impedito di fare altrimenti, considerato che ho otto / nove ore di appuntamenti al giorno, al termine delle quali non sono in grado di versar più attenzione su niente altro, il problema é che abbiamo rimesso troppa fiducia nella messaggistica asincrona come metodo di comunicazione, che invece la pressoché totalità dei casi non funziona.

Comunicare, quasi sempre, significa sintonizzarsi.

Io devo accogliere te, al punto in cui ti trovi, e tu devi accogliere me, per arrivare ad un punto diverso e più funzionale, considerando che se mi paghi é – giustamente – solo ed esclusivamente per migliorare i tuoi punti di vista su di una determinata situazione, o solo col dialogo o passando alla fase del fare con un primo gesto di trattazione del problema, che può essere qualsiasi cosa, dalla scrivere una lettera nei problemi legali all’iniziare un nuovo libro nel counseling.

Chi si alza dalla sedia dopo uno scambio con me deve sentirsi meglio rispetto a quando vi si era seduto: più informato, confortato, rinfrancato, illuminato.

Quantomeno.

Tutto ciò non funziona con la messaggistica, che é uno strumento asincrono dove ognuno continua a suonare la propria canzone senza che non ci sia mai una armonizzazione, una risonanza via via più forte.

Per lavorare bene, bisogna confrontarsi in diretta, cioè sedersi e parlare insieme, nello stesso momento. Bisogna insomma dialogare, ma il dialogo vero richiedere l’apertura di uno spazio di attenzione dedicata in tempo reale, non può avvenire con una serie di messaggi affastellati da mittenti diversi cui ognuno risponde «quando ha tempo».

Né vale obiettare che la messaggistica si userebbe per «non disturbare».

Infatti, le possibili situazioni sono solo due:

a) hai davvero bisogno di me;

b) mi scrivi per delle pistolate.

Se hai bisogno, mi devi disturbare e, per ciò stesso, non mi disturbi, alla fine, perché chiedi il mio tempo e la mia attenzione per un motivo valido.

Però dobbiamo vederci, o sentirci quantomeno al telefono, per fare sì che io possa aiutarti.

Se, invece, non hai davvero bisogno, allora non ha senso che tu ti metta in contatto con me in nessun modo.

Ecco perché la messaggistica é un modo vigliacco di comunicare: se hai bisogno di me, chiami e prenoti un appuntamento, non ti stai a baloccare con messaggi, mail e altre perdite di tempo che non servono a trattare i problemi.

La mail secondo Oatmeal – geniale.

Lo devi decidere tu prima, insomma, se mi disturbi o no, non lo posso decidere io.

Hai un problema reale in cui ti posso aiutare? Allora sei il benvenuto, chiama e mi metto a tuo disposizione.

Viceversa in caso contrario.

Io dispongo di 24 ore di tempo esattamente come tutti. É il caso di usarne una parte per vedere insieme il problema? Benissimo, prenota uno slot, sei davvero il benvenuto.

Tra l’altro, col sistema che ho progettato e realizzato non mi disturbi comunque mai, perché le telefonate sono ricevute dalla mia assistente mentre io faccio gli appuntamenti, che così possono svolgersi, come é sacrosanto che sia, senza nessuna interruzione.

Tutto ciò ha funzionato a meraviglia nell’ultimo mese, la qualità del mio lavoro é aumentata e sono diventato più puntuale su scadenze, termini e riscontri da fare alle persone, diminuendo il livello di stress mio, dei miei collaboratori e dei miei assistiti. I signori assistiti sono molto più contenti perché mi sentono più spesso e sono molto più tranquilli con questi scambi periodici, hanno una maggior sensazione che tutto sia sotto controllo.

Fidati di me.

La messaggistica é stata una grande illusione, é utile in casi molto più limitati di quanto non si creda oggi.

Torna ad usare il telefono, le riunioni video o di persona. Sarai molto più produttivo e soprattutto il tuo lavoro sarà molto più piacevole.

Usa la mail solo per ciò che è strettamente necessario, come ad esempio quando devi fare un preventivo scritto.

Iscriviti al blog per ricevere gratuitamente tutti i post che saranno pubblicati in futuro.

Se hai bisogno di assistenza professionale, chiama il numero 059761926 o acquista direttamente un’ora di consulenza dal menu principale del blog.

  • Tag appuntamenti, asincrono, attenzione, avvocatostrategico, counseling, dialogo, diretta, lawyerlife, mail, messaggistica, smartlawyer, solignanilawacademy, telefonate, tempo, vitaforense

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pillole

Il dialogo, esattamente come la scienza, é …

  • Autore articolo Di Tiziano Solignani
  • Data dell'articolo Giugno 15, 2021
  • Nessun commento su Il dialogo, esattamente come la scienza, é …

Il dialogo, esattamente come la scienza, é un altro falso idolo dell’homopetalosus contemporaneo; é solo un metodo e non è mai buono in sé, perché dipende sempre dalla persona con cui lo pratichi: se con un coglione fai il doppio della fatica per ottenere un risultato deteriore.

blog.solignani.it
  • Tag dialogo, homopetalosus, scienza

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counseling

Dialogo: é solo un metodo e non sempre quello giusto.

  • Autore articolo Di Tiziano Solignani
  • Data dell'articolo Giugno 15, 2021
  • 2 commenti su Dialogo: é solo un metodo e non sempre quello giusto.

Il famoso dialogo é solo un metodo, esattamente come la celebre
scienza: non é una cosa che risolve tutte le situazioni.

A volte, può persino essere il metodo meno indicato, o addirittura sbagliato.

Per rendertene conto, prova a dialogare con un idiota su un problema
che ti sta particolarmente a cuore.

Anche chi, come me, crede tantissimo nell’ascolto, é costretto ad
ammettere che in diverse situazioni ed ipotesi della vita il dialogo
non solo non serve a nulla, ma può rappresentare una perdita di tempo
o addirittura un danno.

A volte, insomma, é utile lavorare in gruppo, altre volte fai
semplicemente il doppio o il triplo di fatica perché devi spiegare a
dei coglioni i motivi per cui é meglio fare come dici tu; quindi non è
il metodo del lavorare in gruppo in sé ad essere buono, ma dipende
dalla qualità delle teste di quelli che sono dentro al gruppo.

Analogamente il dialogo può essere il metodo più o meno utile a
seconda della situazione e della persona con cui lo devi instaurare.

Se in quella persona non riesci più a vedere alcun valore,
difficilmente può essere un metodo utile.

Quella nel dialogo come strumento per affrontare e risolvere tutti i
conflitti é l’ennesima fede petalosa dell’uomo contemporaneo che,
stimandosi ormai – non siamo mica più nel medioevo! – troppo
intelligente per credere in Dio, finisce per sparpagliare la sua
fiducia in migliaia di piccole improbabili e ritrite cazzatine, in cui
continua a credere nonostante che la realtà si incarichi pressoché
quotidianamente di smontarle.

Conclusioni

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  • Tag ascolto, dialogo, dio, fede, lavorare in gruppo, medioevo, metodo, scienza

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diritto

Figlio di pochi mesi: può tenerlo il padre?

  • Autore articolo Di Tiziano Solignani
  • Data dell'articolo Maggio 18, 2018
  • Nessun commento su Figlio di pochi mesi: può tenerlo il padre?

io e la mia ex compagna ci siamo lasciati da circa 1 mese e abbiamo un figlio di tre mesi,il quale lo vedo la sera intorno le otto x circa due ore in villa o in macchina con la presenza della madre il quale mi dice che siccome è troppo piccolo non può lasciarmelo ,nemmeno se lo porto con me a casa (ora vivo con i miei) e non mi sono rivolto a nessun avvocato ancora poiché ho paura che il giudice mi riduca i giorni che posso vedere mio figlio a tre o quattro a settimana…ora lei lavora in un bar dove fa turni mattina o sera ,lasciando mio figlio alla madre, allora le chiedo signor avvocato se avvio una procedura per regolarizzare L affido posso riuscire ad ottenere di vedere il bambino tutti i giorni almeno 3 ore visto che non allatta più dal seno quindi potrei allattarlo io dal biberon o cambiarli io il pannolino perché comunque sia invece di lasciarlo alla madre quando lei lavora potrebbe lasciarlo a me visto che sono il padre

L’affido è sempre bene farlo regolamentare, per mille motivi che ho spiegato nella scheda relativa, alla cui lettura ti invito.

Purtroppo, non si possono in alcun modo prevedere le decisioni del giudice.

Per questo, a mio giudizio, conviene investire in un percorso di mediazione familiare, nel contesto del quale queste tue giuste osservazioni possono essere manifestate e discusse con la madre alla presenza di un mediatore che vi aiuta a comunicare.

Dal momento che tuo figlio è ancora molto piccolo, dovrai avere a che fare ed interagire con la madre ancora per molto tempo, ragione per cui l’apertura e il mantenimento di un canale di dialogo è estremamente importante.

I tuoi prossimi passi sono sia scegliere un avvocato che un mediatore familiare.

Per entrambe queste cose, se vuoi un preventivo dal nostro studio, puoi chiedercelo compilando il modulo apposito nel menu principale del blog.

  • Tag affido, avvocato, dialogo, ex compagna, figlio, giudice, madre, mediatore, mediatore familiare, mediazione familiare, padre, preventivo

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diritto

Il mio compagno vuole mandarmi via: cosa faccio?

  • Autore articolo Di Tiziano Solignani
  • Data dell'articolo Novembre 23, 2017
  • Nessun commento su Il mio compagno vuole mandarmi via: cosa faccio?

mi trovo in una brutta situazione dopo 10 anni di convivenza lui vuole che vado via, il problema e che sono argentina e andare via non e una cosa di poco, ho 6 cani e una attività di toelettatura qui nella stesa casa dove abito, ho la residenza e il lavoro qui. quanto tempo posso chiedere? come posso tutelarmi per non trovarmi per la strada? io non ho nessuno qui, sono sola.

La situazione è descritta in modo un po’ troppo carente per poter dare delle indicazioni valide.

Manca, infatti, la indicazione della eventuale presenza di figli tra di voi – che, non essendo menzionati, immagino non ci siano stati – ma soprattutto la specificazione del titolo in base al quale abitate nella casa attuale: si tratta di un appartamento, ad esempio, condotto in locazione? Oppure è di proprietà? E, in questo secondo caso, di chi?

Mancano un po’ troppi dettagli per poter dunque inquadrare correttamente il caso. In linea generale, si può ricordare che, se non ci sono figli di cui «disporre» e regolamentare l’affido, valgono le regole ordinarie in materia di conduzione o proprietà degli immobili, per cui bisogna appunto vedere chi ha diritto di abitare questo immobile.

Sempre su un piano generale, date le comprensibili difficoltà che ci sono sempre quando si scioglie una situazione di convivenza, o famiglia di fatto, complicate nel tuo caso dalla sussistenza di una attività economica non così facilmente trasferibile altrove, è bene che non ci si fermi al «lui vuole che vado via», ma il tema sia portato da un mediatore familiare per un apposito percorso di sedute in cui approfondire la situazione e delineare una strategia per la definizione della stessa che consenta a tutti i protagonisti della coppia di trovare un approdo salvaguardando i propri interessi nel modo migliore possibile.

Anche per situazioni come queste, anzi soprattutto per situazioni come queste, la trattativa è il metodo migliore per trattare il problema. Purtroppo da soli non ci potete riuscite perché il dialogo tra voi è ormai bloccato, ragione per cui è necessario l’intervento di un mediatore.

Ti consiglierei dunque, anche per poter approfondire meglio la tua situazione, di metterci alla ricerca di un bravo avvocato e, per iniziare subito un lavoro di comunicazione con il tuo partner, di un bravo mediatore familiare.

  • Tag affido, avvocati, convivenza, dialogo, famiglia di fatto, figli, immobili, locazioni, mediatori familiari, mediazione familiare, trattative

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diritto

Bambina piccola con affido non regolamentato: il padre può portarsela?

  • Autore articolo Di Tiziano Solignani
  • Data dell'articolo Novembre 7, 2016
  • 2 commenti su Bambina piccola con affido non regolamentato: il padre può portarsela?

sono una ragazza di 25 anni con una bambina di 13 mesi. Io e suo padre ci siamo lasciati quando la bambina aveva solo sei mesi(non siamo sposati) e di conseguenza venendola a trovare solo due o tre ore a settimana da quel momento la bambina non ha instaurato alcun rapporto con il padre.. Non lo chiama ne papà ne sa cosa è la figura di un padre. Ora lui pretende di portarla da lui che vive con i suoi genitori ad una distanza di 70 km da me. Nonni che la bambina non ha mai visto se non il giorno del suo battesimo, L’unico giorno in cui si sono degnati di venirla a trovare. In più lui non lavora non ha un mezzo vive in periferia e in casa vivono in condizioni igieniche pessime, non sa nemmeno cosa è un cambio di pannolino e poi è irresponsabile in tutto. Non dico tutto questo per rabbia ma perché è realmente cosi e temo che se si rivolge al tribunale dei minori riesca a portarla da lui. La bambina che è legata solo a me e sarebbe un trauma perché si ritroverebbe con degli sconosciuti.

Non si capisce se parli di una gita temporanea, come sembra più probabilmente, ovvero di un vero e proprio cambio di collocazione.

In entrambi i casi, la bambina è ancora molto piccola per essere spostata in modo incisivo e probabilmente per dormire senza la madre (pernotto). L’unica cosa che si potrebbe ipotizzare sarebbe una gita di qualche ora, tipicamente due, massimo tre, ma proprio a voler largheggiare, cosa che mi sembra poco compatibile con un tragitto andata – ritorno di 70 km, anche se bisogna poi vedere quali sono le strade che sarebbero, in concreto, da fare.

Comunque, l’errore che state facendo voi è quello di non aver regolato l’affido di vostra figlia, così che ora ogni volta che c’è da prendere una decisione o affrontare una situazione come in questo caso non ci sono punti di riferimento, dovete dialogare tra voi ma il dialogo, se vi siete lasciati, è sicuramente bloccato e impedito da mille cose.

Quindi, al di là del tema di oggi, quello che mi sentirei di consigliarvi sono due cose: innanzitutto regolare, tramite un ricorso congiunto, o mediante se necessario una iniziativa di tipo giudiziale, l’affido della bambina.

La seconda, ma non per importanza, cosa che dovete fare è andare a fare sedute di mediazione familiare, per riprendere un dialogo che dovrete poi esercitare almeno per altri 20-25 anni, un tempo piuttosto lungo che avete davanti, nell’interesse di vostra figlia.

Fate entrambe le cose, anche perché ogni percorso nutre e sostiene l’altro.

  • Tag affido, dialogo, famiglia, figli, mediazione familiare, ricorso congiunto







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