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Morti per covid? No: fattoidi!

Un esempio meraviglioso di come sia falsa e distorta l’informazione dei media in tempi di dittatura sanitaria o comunque «pandemia» da coronavirus.

Guarda questo articolo della sempre meravigliosa Repubblica che dice due cose diverse nel titolo e nel corpo del testo.

Secondo il titolo dell’articolo, l’uomo sarebbe morto di coronavirus. Anzi, più che morto sarebbe stato «distrutto», immagine che evoca una morte orribile tra mille sofferenze e prostrazioni.

In realtà, leggendo oltre, si scopre che la vera causa del decesso, tutto al contrario, é una infezione batterica ospedaliera, cioè contratta nell’ospedale dove si era recato per curarsi dal coronavirus.

Probabilmente, se non fosse entrato in ospedale per il covid non si sarebbe infettato e non sarebbe morto.

Ma il punto non è nemmeno questo: il punto è capire bene il modo distorto in cui funzionano i media.

Oggi, esattamente come ai tempi del fascismo, bisogna leggere tra le righe.

Altrimenti non sai cosa é successo davvero.

Il titolo, qui, é completamente erroneo. Se ti fermi al titolo, l’informazione che ne ricavi é erronea.

Un dato falso entra nella tua mente per sempre.

La tua mente non si riempie di fatti, ma di fattoidi cioè di cazzate.

Factoid è un termine coniato da Norman Mailer, nel 1973 nella sua biografia su Marilyn Monroe, che lo ha descritto come un “fatto che non esiste prima di apparire in una rivista o un giornale“.

Quanti sono i fattoidi diffusi dai media italiani e stranieri che abitano nelle nostre teste e della cui esistenza e verità siamo convinti?

Quelli che si sparano per disperazione dopo aver ricevuto un tampone positivo ne avevano ad esempio sicuramente la testa piena. Si sparano perché la narrativa dei media é quella di un virus che «distrugge» e quindi non lascia scampo.

Sei sicuro, a questo punto, che sia quello che non mette la mascherina ad attentare alla salute pubblica?

O non è piuttosto chi diffonde ad arte notizie false sulla realtà con l’evidente scopo di indurre timore e paura ingiustificati?

Lascia la tua opinione nei commenti.

Qui siamo su un blog indipendente, nessuno ti toglierà mai la libertà di parola.

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diritto

Libertà vaccinale: va difesa a tutti i costi.

Non sono un no vax, sono semplicemente un po’ anarchico come tanti Emiliani e comunque non mi fido da decenni delle trovate governative in materia di nutrizione, salute umana e sanità in generale.

Libertà

Troppi conflitti di interessi, troppi idioti ai vertici della burocrazia e della politica, troppa incompetenza, troppa corruzione, anche a livelli altissimi.

Certo non tutto quel che viene dal governo é sbagliato, ma di sicuro mi riservo di valutare volta per volta, non mando il cervello all’ammasso ma, considerato che nostro Signore me ne ha fatto dono, cerco di usarlo senza delegare indefinitamente ad altri, che non so bene neanche chi siano, decisioni fondamentali per il mio benessere, quello dei miei figli e delle persone che mi stanno a cuore.

Dunque più che un no vax sono sostanzialmente un libertario, probabilmente un pochino presuntuoso, ma va bene così, come diceva Pitigrilli: «non datemi consigli, so sbagliare anche da solo».

Non ho ancora deciso se farò il vaccino contro il covid, al momento sono scettico, anche se può darsi che finisca per farlo e proporlo anche ai miei cari, ma di una cosa sono assolutamente certo: questo vaccino, così contestato e particolare, non deve mai essere messo, né direttamente, né indirettamente, come obbligatorio.

Ognuno deve decidere da solo e in autonomia se farselo o meno, questo è fondamentale ed è più in linea con la Costituzione di tutte le altre interpretazioni, checché se ne dica, almeno al momento.

Anche perché a quanto pare, secondo la stessa OMS, il vaccino protegge al massimo solo chi se lo inietta, mentre per quanto riguarda gli altri potrebbe addirittura essere dannoso, spegnendo i sintomi nei soggetti inoculati che diventerebbero altrettanti portatori sani (non si ammalano loro, infettano gli altri).

Questo è l’unico dogma che mi sento di adottare, quello della libertà, mentre non mi sento affatto di proporre il vaccino a tutti i costi o il rifiuto dello stesso in tutti i casi, anche perché questo significherebbe sconoscere la soggettività delle situazioni di ognuno che invece per ovvi motivi é fondamentale nella pratica medica e di cura della persona.

Vedo politici di destra e sinistra, di tutti gli schieramenti, che pretenderebbero di dire ai medici come dovrebbero pensare e praticare: questi politici sono davvero dei fascistelli da strapazzo.

La Costituzione dice che l’arte e la scienza sono libere, quindi un politico o un rappresentante delle istituzioni non dovrebbero MAI dire ad un medico come deve portarsi nella sua pratica, limitandosi ad intervenire solo in casi di conclamati ciarlatani.

Le stesse considerazioni valgono per gli ordini dei medici che sono liberticidi e vergognosi a volte.

Tutto questo può essere meglio gestito lasciando autonomia, libertà e indipendenza di giudizio alle persone perché, come dice Chesterton, la democrazia non è quando la gente vota, ma quando la gente decide e governa davvero.

Fai attenzione perché il vaccino non sarà mai reso probabilmente obbligatorio tout court, anche per le difficoltà giuridiche connesse, ma indirettamente.

Questo è più difficile da combattere.

I giuristi di regime sui giornali di regime (come Ichino sul Corriere della Sera) hanno ad esempio già iniziato a dire che chi non si vaccina può essere legittimamte licenziato dal datore di lavoro, cosa che equivale, di fatto, a ricattare le persone rendendo il vaccino, sempre di fatto, obbligatorio.

É – questo – un comportamento da figli di troia?

Lo lascio decidere a te, insieme – ed è questa la cosa più importante – a quello che devi fare tu per relazionarti in modo funzionale con un sistema del genere.

Io penso sia ancora più importante essere preparati e uniti.

Per resistere e combattere a queste mostruosità giuridiche, sanitarie e liberticide, entra nel gruppo riservato di difesa legale che ho creato su patreon.

Unisciti a dozzine di altre persone con cui stiamo preparando la difesa della nostra libertà di cura.

Altrimenti rimetti la testa sotto la sabbia, torna a fidarti del governo e tatuati «andrà tutto bene» in fronte.

Ci vediamo là.

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diritto

Genitore col covid e bimba a scuola: che fare?

Qualche giorno fa una compagna di classe di mia figlia, che fa le elementari, si è lasciata sfuggire che il padre ha il covid. La direttrice ha subito telefonato a casa e il padre ha ammesso di essere malato, senza dare giustificazioni sulla presenza della figlia a scuola. La bimba è stata subito mandata a casa e dal giorno dopo tutta la classe sta seguendo la didattica a distanza. La direttrice ha più volte invitato la famiglia della bimba a sottoporre la bimba a tampone, in modo da capire se c’è stato il rischio di un contagio in classe, ma la famiglia si rifiuta. Cosa possiamo fare legalmente per sbloccare la situazione? Esiste inoltre una responsabilità penale per aver mandato la figlia a scuola, esponendo tutti al rischio di un contagio?

Il primo passo per trattare una situazione del genere è sempre quello di inviare una diffida tramite avvocato in cui si chiede di sottoporsi all’esame per evitare potenziali problemi sanitari sia agli altri studenti che alle loro famiglie.

pexels-photo-3992933.jpegLa materia, peraltro, è molto delicata per via di diversi aspetti: i trattamenti sanitari possono essere resi obbligatori solo in presenza di determinate condizioni, ci possono essere, come intuisci, anche profili di responsabilità, anche penale, per il delitto di epidemia, come abbiamo detto più volte.

Potreste anche, come genitori, sentire cosa ne pensano a riguardo le autorità sanitarie pubbliche, ma a mio giudizio prima di fare degli esposti per tante ragioni può essere consigliabile fare appunto una diffida, cercando di costituire un gruppo tra i genitori, anche perché la diffida può partire anche immediatamente, mentre la strada dell’esposto è potenzialmente più lunga, almeno nei primi giorni.

Se vuoi approfondire, valuta di acquistare una consulenza, che comprende anche il costo per l’invio della diffida. Clicca qui.

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diritto

Coronavirus: si può chiedere un rinvio per costituirsi?

ho ricevuto una citazione in Tribunale per il 28 aprile dal mio vicino per questioni di proprietà, mi è stato notificato l’avviso di giacenza il 13 marzo e ho potuto ritirarlo solo nell’ufficio postale del paese vicino, perché il mio è chiuso causa coronavirus, il 24 marzo. E’ possibile richiedere un rinvio stante la situazione di emergenza in corso? Dovrei depositare atto di costituzione entro il 21 aprile. Ho il sospetto che vogliano approfittare del momento di caos. Può cortesemente consigliarmi un avvocato civilista in zona Vicenza e provincia, con cui ha collaborato o che ha conosciuto? È molto difficile trovare un legale competente e fedele.

Sicuramente ci sono buone basi legali e fattuali per chiedere un rinvio in considerazione dell’epidemia in corso, ma io preferisco sempre non approfittare di circostanze di questo genere e preparare le difese nel termine già previsto, senza confidare su eventuali rinvii che, nonostante la presenza di buoni presupposti, si basano sempre sulla discrezionalità del giudice.

Per preparare una comparsa di costituzione e risposta c’è tempo più che a sufficienza ad andare al 21 aprile prossimo – oggi che scrivo è il 1° aprile, lo dico per i lettori del blog che vedranno questo post successivamente, in base alle regole del nostro flusso editoriale.

Infatti, dopo la memoria iniziale, c’è comunque modo di svolgere ulteriormente le proprie difese, con le tre memorie del 183 di cui parlo in questo altro post che ti invito a consultare per capire meglio di cosa stiamo parlando. Per questi motivi, la comparsa iniziale può essere più succinta.

In conclusione, il mio consiglio sarebbe quello di non confidare su richieste di rinvio e preparare le difese nei termini originariamente previsti, cosa che determina anche una certa «simpatia» agli occhi del giudice, che sicuramente non guasta.

Per quanto riguarda la indicazione di un legale su Vicenza, non fornisco mai indicazione di altri legali, per le motivazioni che indico in quest’altro post che parimenti ti invito a leggere con attenzione. Sono tornato sul concetto anche qui e in una puntata di radio solignani podcast, qui.

La buona notizia è che ti posso seguire direttamente io, se credi. Ho avuto e ho diverse cause a Vicenza e in molte altre sedi giudiziarie italiane. Tra l’altro oggigiorno è estremamente semplice gestire procedimenti fuori zona, con il processo civile telematico e con le udienze telematiche che, a causa dell’epidemia in corso, stanno per iniziare proprio in questi giorni – naturalmente non sarebbe un problema nemmeno dovendo fare le udienze di persona.

Se credi, puoi chiedermi un preventivo compilando il modulo apposito del blog. Per allegarmi la comparsa che hai ritirato all’ufficio postale, in modo che possa esaminarla, e l’altra documentazione che pensi che possa essere rilevante, segui se riesci e se puoi queste indicazioni.

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Se sei sano, paghi le tasse, lavori, hai i do …

Se sei sano, paghi le tasse, lavori, hai i documenti in regola e l’autocertificazione, ma cambi comune magari per fare metano, ti fanno 400€ di multa, perché bisogna contenere l’epidemia.

Se, invece, cambi continente, non hai nessun documento, non sei in regola con niente e sei positivo al virus ti «accolgono» e ti fanno accomodare.

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In questa epidemia, siamo guidati da un cici …

In questa epidemia, siamo guidati da un cicisbeo non eletto sotto il controllo di Francesi e Tedeschi, col contributo delle regioni per aumentare il livello di confusione normativa e sanitaria. Chiesa di Bergoglio non pervenuta.

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Non è l’epidemia ad esserci caduta addosso, …

Non è l’epidemia ad esserci caduta addosso, ma tutte le nostre stesse inadaguatezze.

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Il 13,08% dei sopravvissuti all’epidemia mor …

Il 13,08% dei sopravvissuti all’epidemia morirà facendo le prime cose che desiderava fare una volta uscito dalla quaratena tipo un’orgia con dieci troie

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Coronavirus: chiusura studi in Lombardia?

Gli studi legali possono restare aperti?

In tutta Italia, tranne Lombardia e Piemonte, possono restare aperti, anche se ad esempio un avvocato, nonostante tutto, è stato multato per essere rientrato troppo tardi da studio – una cosa a mio giudizio assurda e infondata.

In Lombardia e Piemonte, dove ci sono ordinanze più restrittive, la situazione non è chiara: secondo alcuni devono chiudere, secondo altri no. Qui un articolo del Sole 24 Ore dove si ricostruisce la questione.

Cosa significa chiusura.

In ogni caso, va precisato che chiusura significa solo «chiusura al pubblico».

Ricordo di nuovo che tutte le disposizioni emergenziali in materia di epidemia da coronavirus vanno lette e interpretate in modo
teleologico, con riguardo all’intenzione del «legislatore» – le virgolette sono d’obbligo, trattandosi di alti atti amministrativi in fondo – che è con tutta evidenza quello di contenere al massimo grado l’epidemia stessa limitando i contatti tra le persone e le occasioni di contagio.

Alla luce di ciò, credo che uno possa andare presso il suo studio, se ad esempio deve spedire un documento in originale o procurarsi l’attrezzatura per lavorare poi da casa – pensiamo non solo ai computer che ormai sono dappertutto ma a cose più particolari come scanner o la chiavetta per l’accesso al pct per noi avvocati, che io ho e consiglio sempre di avere in due esemplari comunque.

Naturalmente, in studio dev’esserci solo un professionista, o devono mantenersi le distanze, poi devono osservarsi tutte le prescrizioni del caso, come possibilmente quella di disinfettare le superfici prima di andarsene.

Se un cliente ha bisogno indifferibile di un documento in originale, lo si può appunto recuperare e spedire tramite posta.

Per recarsi presso lo studio chiuso, occorre una causa idonea e cioè una comprovata esigenza lavorativa. Se vai per giocare a tetris al computer, anche tenendo lo studio chiuso, hai fatto ovviamente uno spostamento illegittimo.

Se vai per i due esempi che ho fatto sopra (recuperare la chiavetta del PCT o un documento in originale) allora invece credo che sia legittimo. Oppure se un cliente deve firmare davanti a te.

Naturalmente, è consentito il lavoro da casa e via Skype, telefono e così via.

Quindi è comunque improprio parlare di chiusura: l’attività continua evitandosi solo i contatti col pubblico.

La difficile situazione dei professionisti.

Dopo le osservazioni giuridiche, adesso una nota interiore, forse ancora più importante.

Da avvocato e da counselor, conosco la realtà emotiva e personale dei liberi professionisti: quelli che stanno meglio sono costantemente al confine con la linea di burn out, molti altri l’hanno superata, molti sono da anni nella sfera delle nevrosi, non così pochi in quella della psicosi.

Su tutte queste persone, la crisi del coronavirus sta spalmando un ulteriore, ed abbastanza spesso, strato di stress.

Se sei un professionista, cerca di ricentrarti, è fondamentale.

Sto scrivendo un post per il blog, per tutti, su come affrontare questa situazione di crisi, che potrà essere utile anche a te. Anticipo qui che la cosa più importante di tutte, quella davvero fondamentale se dovessimo indicarne una, è ricostruirsi una propria routine quotidiana e attenersi il più possibile alla stessa.

Se sei un cliente, cerca di avere comprensione e pazienza: è difficile per tutti.

Un abbraccio.

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Insomma basta, Conte e il governo a gestire …

Insomma basta, Conte e il governo a gestire questa epidemia faranno anche schifo, ma sono pur sempre stati scelti dal popolo… Ah no!