Come ti ho già detto molte volte, il mio counseling non é mai fatto di
consigli, ma solo di domande. É come se io mi limitassi a darti delle scatole, che poi sei tu a riempire.
Uno dei temi fondamentali della vita di tutti noi, uno dei problemi che mi vengono portati più spesso a studio, é quello di riuscire a trovare il proprio «vero talento», quello per cui ognuno di noi é stato in qualche modo chiamato.
Sette domande per trovare la tua chiamata più autentica.
Cosa ti è davvero sempre piaciuto fare da bambino? Cos’era che facevi nella quale sembravi avere un talento naturale?
Cosa sei disposto a fare gratuitamente solo perché ti porta soddisfazione e realizzazione? Non deve essere un hobby o un’occupazione che ti sei dato per convenienza, conformismo, con lo scopo di evitare altre persone, come purtroppo a volte accade con alcune forme di volontariato: deve essere qualcosa che ti porta soddisfazione autentica, interrogati su questo senza giudizio, anche se si trattasse di un’attività illegale, illecita, immorale intanto devi ascoltare le tue emozioni a riguardo, cosa farne si valuterà in un secondo tempo.
Che tipo di cose assorbono la tua attenzione e ti fanno perdere ogni senso del tempo? Quali sono le attività facendo le quali dimentichi te stesso, ti abbandoni al piacere di vivere e non ti accorgi che le ore passano?
Preferisci lavorare con gli altri o da solo? Sembra banale, ma é un aspetto fondamentale per capire alcune il tipo di attività cui sei chiamato. Ti lascio un piccolo indizio: di solito, gli uomini preferiscono lavorare da soli, le donne in gruppi, dove però non ci siano solo altre donne, ma anche uomini.
Preferisci l’ordine e la struttura, o preferisci la libertà e la possibilità di essere spontaneo? Ti piace lavorare in un contesto strutturato o sei più per gli ambienti da costruire che stimolano la creatività?
Cosa faresti e dove saresti se qualcuno ti dicesse che finanzierebbe il tuo sogno? Costruiresti un’attività? Faresti un viaggio? Spendereati tutto per te stesso? Investiresti nel fare qualcosa di significativo per gli altri? Pensa per un attimo di avere il denaro per fare quello che preferisci: che cosa faresti? Sii autentico, anche qui.
Se ti fosse chiesto di immaginare la vita ideale, come sarebbe? Quali sarebbero tutti i diversi aspetti e componenti? Immaginala più nel dettaglio possibile: cosa faresti dal mattino alla sera dal lunedì alla domenica?
Conclusioni
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È più efficace il counseling o la psicoterapia? Scoprilo nella imperdibbbbbbile (co’ 35 bí) puntata di oggi di radio solignani podcast ??, l’unica radio che ti ascolta ?
«La possibilità-necessità del cambiamento è rappresentata nei sogni del maschio con un’immagine ancora più forte: quella della decapitazione» (Claudio Risé – Il maschio selvatico/2)
Leggere i sogni.
I sogni sono uno strumento potentissimo per conoscere cosa pensano il tuo inconscio e più in generale tutte le tue parti profonde della tua stessa vita.
Essi sono facilissimi e difficilissimi da leggere al tempo stesso.
A) Difficilissimi perché usano il linguaggio del simbolo, che è preverbale, ma tu non ci sei più abituato, perché vivi nel verbale, almeno sin dai tempi dei primi versetti del Vangelo di Giovanni, dove l’universo e Dio nascono come logos – e cioè anche «parola».
«Gesù è già da subito il Salvatore pur essendo un infante, in/fans: senza parola. Ciò è di grande significato per l’uomo contemporaneo, incapace di qualsiasi esperienza che non passi dal linguaggio e si articoli in un discorso» (Claudio Risé – Il maschio selvatico/2)
Il verbale però è solo uno strato spalmato sulle tue parti profonde, che sono quelle che determinano davvero la tua direzione. Sei mai stato, ad esempio, innamorato di una persona che a livello mentale avresti desiderato tutto all’opposto detestare? O viceversa?
Le parti profonde non si fanno confondere dalle parole ma usano un linguaggio appunto preverbale che è quello del simbolo, cui, nella sfera cosciente, nella mia pratica di counseling, tento di accedere con lo strumento dei tarocchi, che sono una specie di libro scritto con la lingua dei simboli, un libro che, esattamente come tutti gli altri, anzi a volte anche più degli altri, finisce per parlarti di te stesso.
B) Facilissimi perché una volta che hai capito quale chiave utilizzare per la lettura puoi appunto interpretare, leggere e «capire» ogni sogno. Tipicamente, un sogno sembra oscuro, bizzarro, strano e, in definitiva, privo di senso, finché non lo comprendi con la chiave del simbolo.
Nel momento stesso in cui lo riesci a leggere, tutto quello che prima ti sembrava oscuro e assurdo ti appare così chiaro ed evidente…
Il sogno della decapitazione.
Cosa significa sognare di essere decapitati?
È «semplicissimo» nel senso che ho illustrato poco fa.
È la cosa di cui oggigiorno hanno più bisogno tutti, esattamente per questo è uno dei sogni più diffusi.
Ci torneremo presto sopra.
Messaggi da portare a casa.
Resta sintonizzato, perché presto sul blog comincerò a parlare più approfonditamente dei sogni, con l’occasione di alcune domande di «letture» ricevute da alcuni iscritti.
Molto importante: tieni un taccuino sul comodino e annotati rigorosamente tutti i sogni che dovessi ricordarti al momento del risveglio; non sprecare nessun sogno, nessuna parte di esso: i sogni sono colature, porte tra l’inconscio e la veglia che ti trasmettono informazioni preziosissime su te stesso.
Se vuoi farmi leggere un sogno che hai fatto, mandami la descrizione la più minuziosa possibile dalla pagina dei contatti del blog cercando di descrivere anche la situazione in cui ti trovi al momento nella tua vita.
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Oggi pomeriggio nel gruppo fb «Terre dell’anima» facciamo i tarocchi. Lancerò un post sotto cui ognuno potrà mettere la sua domanda. Entra nel gruppo per partecipare.
Al centro della nostra fede, il cristianesimo, c’è la cura dell’anima, il «cuore del nostro cuore» come diceva Sant’Agostino.
Ecco perché l’uomo di oggi ha un bisogno estremo di riallacciarsi a Dio, per poter rimettersi in piedi dopo essere stato sbattuto a terra da una modernità fatta completamente alla rovescia, che lo mentalizza e nevroticizza sempre più.
Ricomincia a vedere le cose nella giusta prospettiva. Veglia e prega in ogni momento.
Quando hai appena ricevuto un dolore, una coltellata al cuore, la tua anima soffre e diventi immediatamente più egoico.
Il dolore e la sofferenza ti fanno cadere a terra, nel regno del Mondo e, sì certamente, anche del suo principe, il diavolo, rappresentato nell’allegoria degli arcani dalla lama numero 15.
É il regno delle ombre, che non sono però fuori da noi, ma, tutto all’opposto, dentro di noi: sono i famosi «lati oscuri», oggi sotto attacco da parte del pensiero unico e del politicamente corretto, ma veri e propri doni di Dio.
In quel momento cominci a odiare, a progettare sconnessioni, a pensare a modalità di relazione con gli altri basate sul tuo disinteresse, a smettere di vivere perché «di sofferenza e dolore ne ho avuto abbastanza», a fare proiezioni come «le persone sono tutte cattive»…
In quei momenti, puoi fare scelte sbagliate, come quella, classica, di mettere il tuo cuore dentro ad una gabbia, o di indurirlo come una pietra, per scongiurare altra sofferenza, che, però, fa parte della vita, come ci insegnano tutte le gradi tradizioni sapienziali, tra cui sicuramente il cristianesimo, dove si ringrazia Dio persino per la morte, e il buddismo, dove la prima delle quattro nobili verità è che la vita è dura e contiene la sofferenza, con la conseguenza che chi rifiuta il dolore rifiuta la vita e finisce per non vivere e continuare ad esistere come uno «sconnesso», termine che potremmo considerare un buon sinonimo di narcisista, che é talmente scollegato dagli altri da guardarli soffrire senza accorgersene.
Non prendere mai decisioni quando il dolore ti ha schiacciato a terra, non rimpiangere la sofferenza, non detestare i tuoi lati oscuri.
La sofferenza viene per creare una versione ogni giorno migliore di te, i tuoi lati oscuri, compresa la capacità di odiare, la violenza, ti servono per proteggere tutto quello che ami e sono un dono di cui puoi essere grato a Dio.
Fai attenzione però a quello che ti racconti mentre sei a terra intento a rimetterti in piedi.
Non prendere nessuna scelta finché non sarai di nuovo riuscito a dispiegare di nuovo le vele della tua anima.
Fai che l’unica tua scelta in quei momenti sia chinarti sulla tua anima dolente e aiutarla con amore a rimettersi in piedi.
«Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia.» (Salmo 126, 5)
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