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Buon Natale

«La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l’hanno vinta» (Giovanni 1,5)

Buon Natale, cari amici.

La nascita di Yeshua significa che in fondo andiamo bene così come siamo, con tutti i nostri limiti, le nostre mancanze, i nostri peccati.

Partendo da qui, possiamo solo fare meglio.

Un abbraccio, auguri a tutti e grazie per seguirmi e condividermi sempre con così tanto affetto.

Vi voglio bene.

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La confessione: per ritrovare la tua debolezza.

Stamattina, insieme ai miei figli, andrò a confessarmi con l’occasione del Natale.

La confessione é un sacramento unico di noi cattolici ma soprattutto, se devo dire tutta la verità, é un momento indispensabile per l’uomo di oggi.

Con questo rito, il guerriero di carta igienica, convinto del mito e della retorica della forza, ma pieno di paure, smarrito e privo di senso che abita in tutti gli uomini che vivono oggi si trova, finalmente, ad un incontro fondamentale: quello con la sua debolezza, scoprendo che la può accettare, che ne può essere perdonato e può persino perdonarsene.

Egli si trova inoltre a tu per tu con un grande tabù di oggi, che é invece un oggetto fondamentale, perché la sua conoscenza, la sua consapevolezza sono in grado di salvare, e cioè con il peccato.

Il peccato versato in confessione non é una sorgente di giudizio, ma l’inizio della guarigione e della ripresa del proprio percorso evolutivo.

Negare i propri peccati, come si riduce per lo più a fare l’uomo di oggi, serve solo a farsene mangiare e corrodere interiormente.

Metterli a fuoco, renderli oggetto di consapevolezza e riflessione, viceversa, serve a renderti più forte.

Vai a confessarti, porta con te i tuoi figli e le persone che ti sono più care.

É gratis!

E buon Natale a tutti.

Condividi il post, semina, testimonia!

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«La gente vi dirà oggi che il Natale è davve …

/n«La gente vi dirà oggi che il Natale è davvero una festa pagana; perché molte caratteristiche tradizionali di esso sono state prese dai pagani. Ciò che non sembrano vedere è che, nella misura in cui questo è in alcun modo vero, dimostra solo che gli antichi pagani erano più sensibili dei pagani moderni.» (G. K. Chesterton)

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Bellissimo racconto di Natale del mio maestr …

/nBellissimo racconto di Natale del mio maestro Alessandro Forlani

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Natale 2015: auguri a tutti.

http:/https://www.youtube.com/watch?v=sSAQ1ccUijM

In questi giorni, si leggono tante cose sul significato del Natale. Gente che si spertica a ricollegare questa festività alla antica ricorrenza pagana del sole invitto, altra gente che, con gran copia di riferimenti dotti e precisi, si affanna a dimostrarne la natura originariamente cristiana, davvero corrispondente anche dal punto di vista storico alla nascita di Cristo, altri ancora che non rinunciano a dichiarare che, a loro, del Natale non interessa niente, che è un giorno come un altro e così via…

Come credente, per me il Natale ha un significato molto preciso, ma credo che le festività dell’inizio dell’inverno abbiano un fascino particolare per ogni uomo, a prescindere dalla sua fede o meno. Sono ricorrenze legate al raccoglimento e alla luce insieme, così come lo è una veglia, una specie di mezzanotte dell’anno solare, trascorsa la quale si ricomincia a camminare verso l’alba dell’anno, la stagione del sole, l’unica vera stagione, come diceva Flaiano, cioè l’estate.

C’è un senso di intimità particolare in queste festività, si ha davvero la sensazione che la mano di Dio si stenda, proprio come un manto di neve, sugli uomini per riportarli alla calma, per far realizzare loro l’insensatezza e l’inutilità dei loro affanni quotidiani, per ricordare cosa è davvero importante nelle loro vite e cosa non lo è, come avviene in qualsiasi situazione in cui l’uomo si raccoglie, per pregare o anche solo per riflettere su se stesso.

Resta il fatto che abbiamo bisogno di significato, anche quando lo neghiamo, anzi sopratutto in quei casi, dove per significato scegliamo lo scetticismo, ritenendolo più adatto al nostro carattere.

È sbagliato, però il metodo con cui lo ricerchiamo: quello storico – scientifico, anziché quello intuitivo, irrazionale, profondo. Le nostre anime hanno bisogno di identità, ma è solo con la poesia che la possiamo ritrovare. Non crederemo mai fino in fondo alla scienza, mentre ci lasceremo sempre affascinare da una bella storia. È inutile mettersi a disquisire sugli elementi storiografici e filologici circa la nascita di Cristo per ritrovare il significato del Natale, è molto più pregnante pensare che il nostro Dio, quello dei cristiani, abbia mandato suo figlio per avvicinarsi a noi per sempre, per diventare nostro padre, anzi il nostro papà, e smettere di essere il nostro dittatore. Questa è una immagine bellissima, in cui è bellissimo credere, di un Dio che ci ama davvero, un Dio che ognuno vuole presente nelle proprie vite.

Credo nella poesia, dalla poesia mi faccio ogni volta convincere, mentre la scienza, che è un vero e proprio falso idolo del nostro tempo, mi lascia quasi sempre indifferente.

Non siamo e non saremo finiti finché avremo storie bellissime da raccontare e sentir raccontare, storie capaci di alleviare, sollevare, addolcire, accendere le nostre anime. All’astronomia che spiega il succedersi delle stagioni, preferisco ad esempio il meraviglio mito di Proserpina o K???, che lo spiega con la storia di una donna che è costretta a trascorrere sei mesi dell’anno nel regno dei morti, ma altri sei mesi può risorgere alla vita, facendo rifiorire tutto il mondo, una poesia dolcissima e meravigliosa, immaginata secoli fa dalla fantasia di uomini eccezionali.

Ecco perché potete credere nel Natale, e potete lasciar perdere tutto il resto: perché è una storia meravigliosa, una delle più belle mai raccontate, quella di un Dio che ci viene incontro, per stare sempre con noi, perché ci vuole bene.

La nostra è una epoca difficile, difficilissima, per queste cose, ma proprio per questo non dobbiamo mollare. Siamo molto lontani da noi stessi, stiamo quasi per perdere definitivamente anche il ricordo di quello che eravamo davvero, molti di noi lo hanno già fatto. Proprio per questo dobbiamo resistere, resistere, resistere.

Torniamo umani: non è poco, non è facile, ma è la prima cosa che dobbiamo fare.

Auguri a tutti. E grazie, grazie, grazie per seguirmi sempre con così tanto affetto, e per la fiducia che riponete in me.