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Dipende omette di pagare prodotti: che succede?

DOMANDA – Sono una dipendente di nova coop ..mi capita spesso di fare la spesa nel supermercato dove lavoro .. Prendo sempre il “salva tempo”avendo due bimbi mi aiuta a nn fare code.. l’atro gg sono andata a fare la spesa e mi sono dimenticata di sparare 2 prodotti .. ovviamente mi hanno subito fermata ..ma il mio è stato un errore umano nn di certo per rubare . Ora la mia domanda è posso rischiare il mio posto di lavoro? Sono dipendente da oltre 15 anni e nn ho mai avuto nessun problema. La mia è stata una pura dimenticanza . Mi hanno sospesa per 15 gg … E già mi Sembra eccessivo

— RISPOSTA – La domanda, come spesso accade, non ha molto senso, quello che devi chiederti è invece come puoi gestire al meglio la situazione in cui ti trovi adesso.

In tale situazione, peraltro, ci sono due profili potenzialmente rilevanti: uno relativo al rapporto di lavoro e un altro relativo ad un eventuale processo penale che potrebbe nascere se l’amministrazione del supermercato decidesse di sporgere denuncia o non l’avesse, magari, già fatto.

So che per una dimenticanza è una cosa un po’ pesante, ma l’unico modo per gestire una situazione di questo genere è incaricare subito un bravo avvocato che si occupi del problema mettendo in fila le varie cose da fare.

Innanzitutto bisogna rispondere, nel termine molto breve previsto dalla legge, alla contestazione e alla sanzione disciplinare che ti hanno applicato, perché la tua strategia e linea difensiva deve essere valida, efficace e coerente sin da queste prime battute.

Poi va seguito il profilo relativo al lavoro e vanno svolti gli opportuni accertamenti anche per quanto riguarda possibili rilevanze penali.

Se vuoi approfondire ulteriormente la questione, o incaricarmi già di svolgere questo lavoro, chiama ora lo studio al numero 059 761926 e prenota il tuo primo appuntamento, concordando giorno ed ora con la mia assistente.

Puoi anche acquistare online direttamente da qui: in questo caso, sarà poi lei a chiamarti per concordare giorno ed ora della nostra prima riunione sul tuo caso; a questo link, puoi anche visualizzare il costo.

Naturalmente, se vivi e lavori lontano dalla sede dello studio – che è qui, a Vignola, provincia di Modena, in Emilia – questo primo appuntamento potrà tranquillamente avvenire tramite uno dei sistemi di videoconferenza disponibili, o persino tramite telefono, se lo preferisci; ormai più della metà dei miei appuntamenti quotidiani sono videocall.

Guarda questo video per sapere meglio come funzionerebbe il lavoro con me.

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Provvedimento sospensione da scuola: che fare?

DOMANDA – Mio figlio maggiorenne ha ricevuto un sospensione di 5 giorni mi è stata inviata PEC il 2/11 ore 14,00 circa in cui c’era la lettera con la sospensione e anche scritto che entro il 3/11/22 ore 10 avrei dovuto inviare un’istanza con l firma di entrambi i genitori e copia dei nostri documenti, Io vivo a Bologna, mio ex marito al Sud, quel pomeriggio ero in turno a lavoro ed impossibilitata a creare un’istanza firmarla inviarla al mio ex marito ecc. Ho inviato una PEC di accettazione e poi successivamente i documenti a mio figlio da portare oggi a scuola. Stamattina mi arriva la PEC che l’istanza è stata rifiutata. Prima cosa mio figlio è maggiorenne ha bisogno della nostra firma? Seconda cosa una scuola può dare tempistiche così strette tra l’invio della pec neanche un giorno per produrre l’istanza?

— RISPOSTA – Rispondo con qualche osservazione di carattere generale.

Questa possibilità di inviare gratuitamente una domanda al blog non si può certo utilizzare per cose che sono davvero urgenti: in questi casi, bisogna rassegnarsi ad acquistare una consulenza, da me o da un altro avvocato. Chi vuole acquistarla da me, se vuole procedere nel modo più veloce possibile, può chiamare il numero dello studio 059 761926 oppure acquistare on line da questa pagina. In entrambi i casi, è bene specificare i motivi dell’urgenza, in modo che si possa «fare spazio» subito al nuovo caso: per noi si tratta di spostare almeno un paio di appuntamenti già fissati, che non sono urgenti, più avanti, per occuparci di quello che scade.

Per il resto, è difficile poter fare considerazioni significative relativamente ad un provvedimento amministrativo, o anche, per quel che qui rileva, di altro genere, senza averlo potuto leggere. Può darsi, ad esempio, che fosse un intervento di tipo cautelare, correlato alla gravità del fatto contestato a tuo figlio, in relazione alla natura del quale termini così stretti potrebbero anche avere un senso e una legittimazione.

Per quel che concerne la maggiore età di tuo figlio, credo che la scuola avrebbe dovuto interpellare direttamente lo stesso e non più i genitori. Temo che sia stata una svista da parte dei funzionari della scuola, che probabilmente hanno inviato la comunicazione alle persone cui erano abituati a inviare le comunicazioni, considerando che nel frattempo era intervenuta la maggiore età. Questo potrebbe porre dei problemi di violazione del trattamento dei dati personali, mi sovviene ad esempio che il Garante ha sanzionato una banca per aver consentito l’accesso ad un genitore al conto corrente del figlio anche dopo che il figlio stesso era diventato maggiorenne.

Non credo che tu adesso abbia ancora bisogno di consulenza legale, ma se volessi comunque approfondire la situazione, chiama ora lo studio al numero 059 761926 e prenota il tuo primo appuntamento, concordando giorno ed ora con la mia assistente; puoi anche acquistare direttamente da qui: in questo caso, sarà poi lei a chiamarti per concordare giorno ed ora della nostra prima riunione sul tuo caso; a questo link, puoi anche visualizzare il costo.

Naturalmente, se vivi e lavori lontano dalla sede dello studio – che è qui, a Vignola, provincia di Modena, in Emilia – questo primo appuntamento potrà tranquillamente avvenire tramite uno dei sistemi di videoconferenza disponibili, o anche tramite telefono, se lo preferisci. Ormai più della metà dei miei appuntamenti quotidiani sono videocall.

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Sospensione da scuola: come impugnare?

vi contatto perché ho un nipote che è stato sospeso da scuola per i giorni 7 e 8 novembre 2022. Il motivo della sospensione è che mio nipote ha richiamato il compagno autistico che aveva spinto un altro ragazzo dicendogli ” non lo fare più altrimenti vengono i carabinieri!” Sembra che aver nominato i carabinieri abbia sconvolto il ragazzo autistico, e questo lo posso pure capire. Ma da qui a meritarsi un’espulsione io non sono per nulla d’accordo… e forse alla scuola non è chiaro che questa decisione invece di creare inclusione, fa proprio il contrario…

Sembra eccessivo anche a me, anche se non mi sorprende perché ho visto ultimamente molti provvedimenti di sospensione caratterizzati da eccessivo rigorismo, specialmente in una scuola in condizioni difficili come la nostra e non condivisibili.

Anche se, e ciò va detto chiaramente, per esprimere una valutazione con un minimo di validità, sarebbe necessario leggere interamente il provvedimento di sospensione, oltre che vedere, per quanto possibile, il fascicolo all’interno del quale è stato adottato.

In generale, suggerirei di valutare il ricorso all’Organo di Garanzia, rigorosamente tramite un avvocato che possa scrivere un testo efficace e funzionale, con qualche speranza in più di essere preso in considerazione almeno minima dalle istituzioni scolastiche.

La materia è regolata dal Decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249.

Anche se le speranze di accoglimento favorevole non sono mai tantissime, fare ricorso può essere un gesto positivo da parte della famiglia nei confronti del ragazzo, sostanzialmente per farlo sentire meno solo nei confronti di una istituzione scolastica i cui atteggiamenti non sembrano sempre comprensibili: potrebbe essere importante.

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Sospensione da scuola: che fare

Sospensione da scuola: che fare?

Spesso si tende a pensare all’avvocato come a colui che si occupa esclusivamente di vicende processuali, mentre sempre più di frequente può essere utile rivolgersi ad una figura professionale come l’avvocato, anche per gestire situazioni che possono capitare a chiunque, nella vita di tutti i giorni, come ad esempio nel caso in cui nostro figlio abbia commesso qualche “bravata” a scuola, e sia stato punito con la sospensione.

Oggi ti parlo di quello che si può fare quando si devono gestire situazioni del genere.

I regolamenti.

Attualmente, i regolamenti degli istituti (soprattutto delle scuole secondarie) prevedono prescrizioni piuttosto rigorose nella disciplina della vita scolastica, e gesti compiuti anche per puro spirito di gioco o di scherzo possono facilmente sconfinare nell’ambito del non consentito.

Può accadere infatti che uno studente apostrofi un compagno di classe con un epiteto poco carino, oppure che venga sorpreso mentre scatta una foto con il telefono cellulare all’interno dell’istituto, o ancora che sia colto nell’atto di lanciare dalla finestra un quaderno del compagno di banco.

I casi possono essere i più svariati, e, a seconda della gravità, possono portare all’adozione, da parte degli organi preposti (Consiglio di Classe, ovvero, nei casi più gravi, Consiglio di Istituto), di provvedimenti disciplinari diversi, in ragione proprio del tipo di fatto commesso: se si tratta di un ragazzo che mangia una merendina durante la lezione, il docente provvederà con un semplice richiamo scritto sul registro; se invece lo studente viene richiamato spesso perché, con il suo comportamento, disturba lo svolgimento delle lezioni, allora la sua condotta sarà sanzionata con una nota sul registro di classe, (e, a seguito di più note, solitamente accade che vengano poi adottati provvedimenti più severi).

La sospensione.

La sanzione più incisiva, ovviamente, rimane l’allontanamento dello studente dalle lezioni, la cd. “sospensione”, per un periodo che può variare, a seconda della gravità del fatto commesso, da qualche giorno fino a settimane o addirittura mesi.

Purtroppo i gravi fatti di bullismo e di violazione della dignità personale, commessi all’interno delle scuole, da un po’ di tempo ormai rientrano tra i fatti di cronaca, e hanno indotto le Istituzioni (in primis il Ministero dell’Istruzione) ad adottare provvedimenti severi, in grado di scongiurare tali episodi.

Tuttavia, spesso accade che poi, in seguito alla sospensione, lo studente finisca per demotivarsi e affliggersi, perda la voglia di studiare, e risulti quindi seriamente pregiudicata la sua “carriera scolastica”.

Spesso, sono proprio i Regolamenti dei singoli istituti a prevedere dei “correttivi”, che consentano di ottenere, con il provvedimento concretamente adottato, una finalità più propriamente educativa e costruttiva.

Fare ricorso contro la sospensione, ma per la sostituzione.

È in questi casi che è bene rivolgersi ad un professionista, il quale, valutando attentamente il caso concreto, le motivazioni addotte dagli organi scolastici a sostegno del provvedimento disciplinare irrogato, e le soluzioni offerte dal Regolamento di Istituto, potrà assistere lo studente e la sua famiglia, ad esempio attraverso la predisposizione di un ricorso, strumento previsto a tutela di chi sia stato raggiunto da sanzioni disciplinari.

Una precisazione è d’obbligo: attraverso questo atto di “impugnazione” non si può chiedere l’annullamento del provvedimento disciplinare, per il quale invece sarebbe necessario un vero e proprio ricorso amministrativo, con altre tempistiche, un altro iter, e, ovviamente, altri costi; scopo di questo particolare tipo di ricorso, invece, è la richiesta della sostituzione della sanzione con attività in favore della comunità scolastica.

Il riferimento normativo.

Il punto di riferimento, a questo proposito, è il DPR n. 249/98 (novellato dal DPR n. 235/07), che contiene il Regolamento recante lo Statuto delle studentesse e degli studenti”. L’art. 4, in particolare, stabilisce appunto che allo studente debba sempre essere offerta la possibilità di convertire le sanzioni in attività in favore della comunità scolastica: queste ultime, proponendosi una finalità non solo punitiva ma prevalentemente educativa e costruttiva, sono volte a responsabilizzare l’alunno e a renderlo consapevole dell’importanza del rispetto delle regole per una convivenza civile.

Quali attività possono essere?

Le attività in favore della comunità scolastica possono essere di vario tipo, e in genere sono previste per tutte le sanzioni tranne per quelle che prevedono l’esclusione dallo scrutinio finale o dagli Esami di Stato e l’allontanamento definitivo dalla Scuola.

Tra le attività più diffuse si possono indicare: il ripristino di attrezzature, arredi e beni scolastici in genere; la pulizia dei locali scolastici (aule, corridoi, biblioteca); l’eliminazione di situazione di degrado di locali o spazi scolastici; la partecipazione ad iniziative di solidarietà promosse dalla scuola; la collaborazione con i responsabili della biblioteca scolastica per il riordino dei libri o dei locali; la collaborazione con docenti per la preparazione di materiale didattico.

Come presentare il ricorso.

Per quanto riguarda le modalità di presentazione del ricorso, indicativamente si può dire che questo va presentato, entro un termine che decorre dal momento della comunicazione del provvedimento disciplinare, all’Organo di Garanzia interno alla scuola, il quale poi dovrà decidere entro un ulteriore termine: solitamente i provvedimenti disciplinari sono immediatamente esecutivi, per questo l’assistenza proprio di un professionista come l’avvocato può meglio garantire un intervento che sia tempestivo e allo stesso tempo anche qualificato.

Contattaci.

Se ti trovi in una situazione simile a quella in esame, puoi contattarci: valuteremo insieme i fatti e studieremo come intervenire, e, se vi sono i presupposti, potremo predisporre un ricorso per ottenere la sostituzione della sospensione con una misura meno afflittiva e certamente più educativa. Ti faremo un preventivo, ovviamente gratuito.