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Vicino fa passare terzi: posso oppormi?

Sono proprietaria di un appartamento al primo piano di una palazzina con ingressi indipendenti dalla pianta a quadrifoglio di 8 unità (4 al piano terra e 4 al primo piano). I tetti sono in comune due a due (piano terra e primo piano). Il condomino a me sottostante dispone di ingresso su giardino privato e acconsente che il condomino adiacente passi esclusivamente su detto giardino su cui io ho l’affaccio di alcune finestre e un terrazzo: ciò mi causa disturbo poichè detto passaggio serve due appartamenti anzichè uno creando un via vai di persone con compromissione della privacy . Posso impedire ciò e come? Da notare che il condomino invasore ha il proprio ingresso autonomo sul retro della palazzina ma più scomodo.

Non vedo molte basi legali per impedire questo passaggio, né per trovare una soluzione di tipo negoziale.

Provando a ragionare in diritto, il titolare del diritto dominicale di proprietà sul fondo ha prestato il suo consenso al passaggio, rendendolo, da questo punto di vista, perfettamente legittimo.

Ciò, tuttavia, ha cagionato un fastidio, e quindi in qualche modo un danno, in capo a te, per effetto di una minor «amenità» della tua unità immobiliare che è interessata da passaggi più frequenti di quanto non sarebbe stato concepibile se l’unico a passare nel fondo vicino fosse stato il proprietario relativo.

Non credo però che tu possa fare questioni con il proprietario di questo fondo circa la sua facoltà di concedere il consenso ad altri, tanto più che questa concessione non è avvenuta a favore di una generalità indistinta, come sarebbe avvenuto in caso di cessione dell’ente pubblico ad esempio, o ad un novero nutrito di persona, ma in realtà ad un solo soggetto, in qualche modo particolarmente qualificato dal fatto di essere comunque anche lui un proprietario di unità del complesso.

Ovviamente, sarebbe salva l’ipotesi di atti di emulazione, che, però, nel nostro caso non mi sembra che ci possano essere.

Per poter configurare un diritto come quello che ti tutelerebbe bisognerebbe postulare una servitù da te in qualche modo acquisita di «mancanza di passaggio», di tipo negativo, come quella di non costruire sopra a una certa altezza che in alcuni casi si verifica, ma non credo che una cosa di questo genere possa esistere.

L’unico profilo che potrebbe avere qualche rilevanza è quello relativo alle immissioni, su cui ti invito al leggere la scheda relativa, ma dove mi pare che l’intensità non possa essere tale da renderlo invocabile.

Puoi tentare con una diffida tramite avvocato magari di ottenere un uso più oculato e discreto del passaggio.

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Vicini che rubano: posso mettere le telecamere?

DA CIRCA 4 ANNI HO DEI NUOVI VICINI ..IO ABITO IN UNA VILLETTA RECINTATA CON CIRCA 3 ETTARI DI TERRENO HO IL GIARDINO E L ORTO …LORO PERSONE ODIOSE SCOSTUMATE MA SOPRATTUTTO GRANDISSIMI LADRI RACCOLGONO COSE DALL ORTO FIORI IN GIARDINO E PICCOLE QUANTITA DI LEGNA QUESTO SUCCEDE QUANDO IO SN A LAVORO FACCIO L INFERMIERA QUANDO SANNO KE IO LAVORO LORO SAKKEGGIANO….SE INSTALLO UNA TELECAMERA POSSO CASTIGARLI GRAZIE…..VORREI COGLIERLI SUL FATTO E RIEMPIRLI DI LEGNATE…XO MI MANTENGO

Ovviamente non puoi riempirli di legnate.

Puoi installare una telecamera, sempre che sussistano i presupposti di legge per procedere ad una operazione di questo tipo e sempre che l’installazione avvenga nei limiti imposti dalla legge, a tutela della riservatezza sia dei vicini, che si presumono innocenti sino a prova contraria, sia della generalità dei terzi che dovessero passare vicino a casa tua.

Questa cosa delle telecamere è un aspetto da approfondire in concreto, in relazione alle caratteristiche della tua casa, del tuo giardino e così via. È una cosa abbastanza costosetta, tra lavoro di consulenza necessario, hardware e installazione, però c’è da dire che potrebbe esserti utile non solo per questa vertenza con i vicini, ma più in generale per la sicurezza della tua casa anche da altri tipi di furti e intrusioni, magari potenzialmente più gravi dell’asportazione di fiori.

In alternativa a tutto questo si potrebbe pensare ad una diffida, da formulare tuttavia in modo assolutamente morbido, dal momento che tu non hai alcuna prova concreta della loro responsabilità di quanto accade a tuo danno; sempre in alternativa, si potrebbe valutare anche l’invito ad una fase di mediazione civile o persino di mediazione familiare, che potrebbe essere utile anche per il recupero di rapporti di vicinato più decenti a prescindere dalla vertenza.

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Cani e servitù di passaggio: si possono tenere?

Viviamo in una casa in affitto,,(pagato sempre regolarmente), è abbiamo un giardino con 4 cagnolini di media taglia,,
per abbiamo una vicina di casa che ha il diritto di passaggio nel giardino,è quindi i cani gli danno fastidio,perche lei dice che non li lasciano passare,,premetto che,,il giardino e chiuso con un cancello che ho fatto io ,da un lato e un altro dall’altra parte,,entrambi di 2mt di passaggio,,chiedevo se diamo una delle chiavi che puo uscire ,dal cancello e entrare ,,saremmo apposto! oppure ci pu fare storie è addirittura fare dare via i cani?
Premetto anche che non essendoci quasi mai,,perche vengono solo 2 volte l’anno ,,il suo pezzo di giardino a volte è anche occupato dai cani,,perche una volta vi era una rete che separava le due casa,e il vicino ce la fatta spostare per passare,,altrimenti i cani non andavano nel suo

L’art. 1067 cod. civ. dispone che «il proprietario del fondo servente non può compiere alcuna cosa che tenda a diminuire l’esercizio della servitù o a renderlo più incomodo».

I proprietari del fondo servente, in questo caso, siete voi, mentre la vicina di casa è la titolare del diritto di servitù.

Le espressioni utilizzate dal codice civile sono abbastanza ampie e volutamente dirette a ricomprendere il più vasto numero di casi possibile, parlandosi espressamente di «alcuna cosa» che il proprietario del fondo servente potrebbe fare – termine molto categorico – e, inoltre, di atti che semplicemente rendono l’esercizio della servitù anche solo più scomodo, pur non impedendolo.

In sostanza, il codice vuole evitare che i proprietari del fondo servente in qualsiasi modo limitino o si ingeriscano nell’esercizio del diritto di passaggio altrui.

Da questo punto di vista, la presenza non di un solo cane, ma addirittura di quattro, peraltro di media taglia, potrebbe essere purtroppo considerato illegittimo, specialmente se la titolare del diritto di passaggio è una persona che, magari per precedenti episodi specifici di aggressione, è affetta da timore per i cani.

Ovviamente, non credo che questo possa giungere sino a costringervi a dare via i vostri animali, ma sicuramente la vicina, se si impuntasse, potrebbe chiedervi di chiuderli in casa (ricordo che in molte regioni ormai è vietato tenerli alla catena) tutte le volte che deve passare.

A questo quadro prettamente civilistico, va aggiunto anche il fatto che con un recente regolamento del ministero della sanità è stato previsto che i proprietari di cani – anche non morsicato, cioè con precedenti specifici – devono sempre essere muniti di museruola, devono cioè portarla sempre con loro – e se non lo fanno è prevista una sanzione amministrativa – e devono metterla all’animale se una persona vicina lo chiede perché si sente intimorita dall’animale, anche se nemmeno oggettivamente minacciata.

La ragione di questa disposizione regolamentare è, a mio giudizio, condivisibile; l’amore per gli animali non può essere coltivato sino a mettere a disagio le persone che, a torto o a ragione che sia, hanno paura degli stessi.

I padroni, infatti, sanno o meno se il proprio animale è mansueto, ma chi non li conosce non può saperlo davvero e, se ha paura dei cani, non si può pretendere che stia tranquillo sulla base delle generiche rassicurazioni dei padroni stessi. In altri termini, ognuno è legittimato ad avere timore per i cani e, se il disagio è effettivo (e non mantenuto solo per far dispetto), bisogna manifestare verso il medesimo un adeguato rispetto.

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Devo pagare anche le spese per la riparazione del problema causato da una mia tubazione?

Abito al 1° piano di un appartamento di mia proprietà. Un tubo di scarico di mia proprietà esce dalla facciata esterna al mio bagno ed entra nella tettoia di un appartamento a pian terreno (di proprietà di un altro individuo). Ci sono delle perdite che creano dei disagi agli inquilini di questo appartamento. Ho fatto analizzare il problema: è danneggiata la parte di tubo che si trova nell’intercapedine tra il tetto ed il soffitto dell’appartamento sottostante al mio. Le spese riguardo la riparazione del tubo toccano a me, quello che le chiedo è: spettano a me anche le spese di muratura necessarie per la rimozione e re-installazione di questa tettoia anche se l’appartamento non è di mia proprietà? Aggiungo che questa tettoia dentro la quale vi è il mio tubo danneggiato è costruita abusivamente dato che in realtà quello spazio di proprietà del mio v icino dovrebbe essere semplicemente un cortile senza chiusura orizzontale.

Dunque, per capire adeguatamente una situazione come questa sarebbe necessario vedere alcune riproduzioni fotografiche, disegni, rappresentazioni dei luoghi e degli immobili interessati.

In generale, posso dire che se la tubazione è di tua proprietà, un altro aspetto che comunque sarebbe da verificare attentamente perché spesso in materia immobiliare si danno per scontate cose che in realtà tali non sono e magari poi si rivelano infondate, tutti i danni che promanano dalla stessa fanno capo alla tua responsabilità e devi farvi fronte.

Naturalmente, nel danno è compresa anche la spesa per la riparazione ed eliminazione del problema, quindi se per arrivare al tuo tubo è necessario rimuovere e demolire in parte la tettoia anche questa voce è a tuo carico, dal momento che il proprietario non ha nessuna colpa di ciò, essendo un problema causato solo dal tuo tubo.

Naturalmente, per scrupolo sarebbe meglio vedere nei titoli d’acquisto se questa specie di servitù di passaggio, immagino per scolo, sia eventualmente stata disciplinata diversamente.

Evidentemente, questi sono casi per i quali la soluzione al problema è sempre quella di una adeguata copertura assicurativa.

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Possono impedirmi lo scolo del terrazzo?

Nel 2001 ho acquistato un appartamento con terrazzo; il muretto divisorio era dotato di una piccola uscita a livello pavimento che consentiva di convogliare le acque piovane verso uno scarico posto nel terrazzo confinante. In seguito ho appreso che anche le acque di scarico della mia cucina confluivano (interrate) in quello stesso scarico che, tra l’altro, raccoglie le acque di scolo dei balconi sovrastanti, dotati ab origine di appositi ugelli. Ho altresì appreso che le situazioni che riguardano la mia proprietà derivano da lavori svolti nel 1995 (dai precedenti proprietari) con l’acquiescenza dei vicini, come peraltro dagli stessi più volte riconosciuto informalmente. Con questi presupposti, è possibile che, oggi, il vicino abbia titolo per richiedermi di rimuovere lo scarico e tappare il foro nel muretto divisorio ?

È impossibile anche solo capire casi come questo senza vedere alcune fotografie, disegni, progetti dei luoghi.

In generale, si può dire che potrebbe essersi verificato l’acquisto di una servitù di scolo, sia tramite usucapione che in altri modi ad esempio se parliamo di un condominio potrebbe esserci un fenomeno di acquisto per destinazione del padre di famiglia, che si ha appunto quando tra più immobili appartenenti in origine ad un medesimo proprietario (nel nostro caso: il costruttore) viene stabilito un rapporto di servizio (la funzionalità di scolo) che poi permane anche dopo che questi immobili viene venduti e vanno ad appartenere a diversi proprietari.

Se il tuo vicino formalizza questa richiesta, ti consiglio comunque, per la complessità della materia, di assumere un avvocato per confezionare una risposta adeguata, previa verifica della esatta conformazione dei luoghi.

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quando non si concorda su come i genitori intrattengono rapporti con un’altra famiglia

Sono qui ad esporre il nostro problema (sappiano già che se i nostri genitori non fanno nulla, noi non possiamo intervenire). Io e mio fratello chiediamo se è possibile mandare via una famiglia di Indiani, composta da padre, madre e due figli di 12 e 4 anni. Più un nipote, spesso però sono più nipoti che alloggiano nello stesso appartamento per mesi o anni interi. Premetto che queste persone non pagano assolutamente nulla, no affitto, luce, gas, acqua. Mio padre è invalido, con il signore indiano aveva fatto una scrittura privata terminata nel maggio 2010, quando mio padre ha smesso di fare il contadino, l’indiano era regolarmente assunto come aiuto stalla. Quando ha fatto il ricongiungimento famigliare, mio padre li ha fatti andare ad abitare nell’appartamento di fianco al loro, composto da 5 stanze. Poi sono arrivati i vari nipoti… Il comune ha detto che nell’appartamento dovrebbero abitarci 4 persone, ma spesso ci sono 5-6 persone per anni. Sono tutti regolari. Non le sto a raccontare tutto quello che fanno, senza nessun rispetto e con maleducazione! Ora vengono in 4 a farsi la doccia nel 2° bagno dei miei genitori, sono sempre a mangiare dai miei, non pagano assolutamente nulla, e con la scusa che hanno poco lavoro si fanno pagare le rate della scuola del figlio lavorano in 2!

È esattamente come hai detto all’inizio, i vostri genitori hanno il potere di decidere come meglio relazionarsi con amici, vicini, collaboratori per quanto riguarda la loro casa e il loro menage quotidiano. Se questa famiglia abita un appartamento dei tuoi genitori, usa i servizi igienici degli stessi e mangia assieme ai medesimi, significa che è precisa volontà dei tuoi genitori. Per poter intervenire, bisognerebbe supporre che i tuoi genitori fossero entrambi incapaci di intendere e di volere, cosa di cui tuttavia non fai cenno nel tuo racconto, per cui immagino che questa eventualità sia da escludere. In conclusione, l’unica cosa che potete fare è esprimere il vostro disagio ai vostri genitori e cercare di valutare insieme cosa fare. Potrebbero essere molto utili alcune sedute presso un mediatore familiare.