Oggi ti presento Fleischmann a pezzi, un libro che mi ha colpito moltissimo per svariate ragioni che ti spiego meglio nel corso della puntata.
Devo ancora finirlo, ma ci tenevo assolutamente a consigliartene la lettura; ovviamente una volta che avrò completato anche io la lettura ci torneremo sopra con una recensione più approfondita.
«Un libro deve frugare nelle ferite, deve provocarle. Un libro deve essere un pericolo.» E. M. Cioran
Uno dei #libri più belli, forse l’unico #libro davvero necessario per le #donne di oggi (c’è, ovviamente, poi anche la versione per gli #uomini «sposala e muori per lei»).
Qui nella foto in una catalogazione «divertente», che rende molto l’idea della reazione che un libro così rivoluzionario e stridente col mondo devastato contemporaneo suscita, sia per il titolo che per il contenuto.
Ma resta un testo potentissimo, per molti versi si può capire cosa sono l’insegnamento e la #fede cattolici leggendolo, più che leggendo altre fonti, proprio perché parla di come vivere la fede dove é più difficile, lontano dagli altari e vicino alle #relazioni più impegnative.
Ovviamente, per l’uomo e la donna di oggi un libro del genere é esattamente come l’acqua santa per il #diavolo, basta vedere le reazioni che suscita ogni volta.
Tu però vai oltre e leggilo.
Ti darà dei punti di vista incredibili e una capacità di affrontare tante cose, a partire dalle relazioni e dal tuo modo di essere uomo o donna, che non avresti mai pensato di poter avere.
Ricordati bene che il #cristianesimo non è un errore di gioventù, come oggi vorrebbero farti pensare, ma una incredibilmente ricca tradizione sapienziale di oltre venti secoli: pensaci molto bene prima di catalogarlo come un errore, perché è tutto il contrario, una guida estremamente valida non ancora, ma soprattutto per l’uomo di oggi, che ne ha bisogno più che dell’aria che respira.
Catholics do it better.
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LUISVUOTAPALLE è la storia di Enrico Braglia. Un giovane praticante avvocato alle prese con il lavoro, le donne e la vita in generale. Nel libro viene adottato uno stile fresco, ironico ed amaro che cerca di coinvolgere il lettore attraverso la riflessione. La riflessione sulla propria vita, messa a confronto con quella di Enrico che analizza il mondo così com’è ovvero con cinico realismo. Si parte dall’università, fino ad arrivare alle prime esperienze lavorative negli studi legali. Si trattano i rapporti di coppia e gli innumerevoli corsi di ballo o di qualsiasi altro genere ai quali i single s’iscrivono pur di rimediare un/una partner. Tutto questo viene incamerato dalla mente del nostro Enrico che non si farà remore a sputare sentenze su ciò che vede e che lo farà, infine, giungere a delle conclusioni.
“Nella vita, io ritengo, c’è chi nasce con una scala reale servita. Però, noi comuni mortali, noi plebe, ci ritroviamo spesso e volentieri con un misero due di bastoni quando purtroppo comanda coppe. Ed allora basta saperlo e farsene una ragione.” – Enrico Braglia
Oggi voglio parlarvi di un testo di un vecchio amico, con il quale ho condiviso l’esperienza di Legalit sin dagli albori, parliamo di quasi venti anni fa, quando lui era un neolaureato e io un praticante, mentre oggi lui è diventato magistrato ed io avvocato. Oltre al titolo, ovviamente ho acquistato anche tanti chili in più, ma questa è un’altra faccenda…
Si tratta, ad ogni modo, del libro scritto da Giovanni Fanticini, con Filippo Ghiacci, in materia di esecuzioni civili, intitolato «Formulario esplicato delle esecuzioni», per CEDAM.
Giovanni è giudice dell’esecuzione al Tribunale di Reggio Emilia. Ho avuto occasione di confrontarmi con lui diverse volte, dentro e fuori la nostra legalit, e ho sempre trovato la sua preparazione sul tema, al di là delle opinioni sui diversi angoli di interpretazione di quando in quando possibili, impeccabile.
Peraltro, i formulari «secchi», tra le varie forme di letteratura giuridica, raramente mi sono piaciuti. Sulla carta, le «formule» sono, sin dal tempo del diritto e del processo romano, tra le cose più utili per i giuristi. Però, molti formulari, la pressochè totalità di quelli che mi sono capitati in mano, erano largamente deludenti, proponendo formule abbastanza scarne e che offrivano poco valore aggiunto rispetto all’inventiva che avrei potuto avere in proprio.
Inoltre, vale per gli atti giuridici il formale canone di scrittura catoniano: «rem tene, verba sequentur»; in fondo, la cosa principale di cui un avvocato ha bisogno è quella di inquadrare logicamente e concettualmente in modo adeguato il problema, dopodichè può stenderlo in modo corretto indipendentemente dal canovaccio al cui interno scrive, tant’è vero che io stesso uso quasi sempre uno stesso modello, a differenza di altri avvocati che si costruiscono tanti modelli diversi di documenti a seconda di quel che devono fare.
Ad ogni modo, più recentemente, si sono diffusi, credo anche per questi motivi, i formulati esplicati, cui appartiene anche il lavoro di Giovanni, che sono a mio giudizio invece molto utili, perchè, al di là della formula, che può essere più o meno ricca, illustrano e discutono anche i vari istituti, che vengono così ad essere organizzati non in base alle classificazioni legislative, ma secondo «quel che deve fare» il professionista, un po’ come una guida pratica, del tipo di quelle che siamo abituati a vedere con i software, che sono strutturati in base a voci che iniziano sempre con «how to».
Su queste premesse, il libro è molto ricco: le formule sono davvero tante (disponibili naturalmente anche su un cd allegato per fare copia e incolla) e le note sono davvero molto approfondite.
Per questo, credo che questo testo possa essere uno strumento davvero di riferimento per chi si occupa di esecuzioni, accanto al classico «Castoro», e l’ho inserito appunto tra i pochi libri che tengo sulla scrivania per averli immediatamente a portata di mano. Consigliare il libro di un amico non è mai molto elegante, ma questa volta ho deciso di fare un’eccezione :-).
Si tratta di una applicazione per iPhone sviluppata da Davide Di Domenico, dal costo di 0,79€, che contiene il codice deontologico degli avvocati, e il tariffario attualmente in vigore, la cui pagina ufficiale iTunes si trova qui.
Quale può essere il senso di una applicazione di questo genere, considerando che non è assolutamente difficile procurarsi un testo aggiornato del codice deontologico forense o delle tariffe con una semplice ricerca su internet?
Diciamo che in materia entriamo nel campo dei gusti e della preferenze di ognuno. L’iPhone oramai è sicuramente una periferica che abbiamo sempre con noi, quindi un primo vantaggio potrebbe essere quella di potersi leggere o ripassare il codice quando più lo si desidera; naturalmente, pochi avvocati in attività, se non ne hanno bisogno per un caso concreto, dove stanno ad esempio difendendo un collega, si vanno a rileggere il codice deontologico (salvo i casi in cui ci sono modifiche). Inoltre, c’è da dire che anche in mobilità oramai la connessione ad internet è disponibile pressochè dappertutto, quindi non dovrebbe essere difficile, se proprio nasce la «voglia» o il bisogno di consultare il codice fuori studio, riuscire a trovarlo con mobile Safari. Ulteriormente, anche in caso di mancanza di connettività, un utente potrebbe sempre salvarsi il pdf dentro a iBooks o all’eccellente goodreader o altri programmi; ci si può salvare anche il codice in formato testo, in Office plus e analoghi, quindi con la possibilità anche di fare ricerche.
A questo punto, la domanda diventa quindi: perchè sviluppare un’applicazione dedicata per esporre un semplice testo? A mio giudizio, la cosa diventa utile se quel testo viene reso più fruibile di quello che si avrebbe utilizzando i programmi di default. Quindi, ad esempio, se fosse possibile inserire note, evidenziare parti del testo, condividere su uno o più social network un brano, come ad esempio si può fare con il lettore Kindle per iPad e cose di questo genere. In realtà, scaricandosi il pdf del codice deontologico, nella versione che contiene anche il plain text sottostante, e mettendolo dentro a goodreader (operazione che può essere fatta anche in mobilità, da internet o dalla propria raccolta di testi su dropbox, o dalla propria mail, visto che goodreader si connette a tutte queste cose «nativamente»), si possono inserire note, evidenziare parti del testo e così via, manca solo una funzione nativa, ad esempio, per condividere sui social network.
iEtica Avvocati, purtroppo, non fa ancora nessuna di queste cose; puoi ricercare il testo, ma non puoi inserire note, nè evidenziare, nè condividere gli articoli. L’unica utilità oggettiva, a mio giudizio, e a parte i gusti individuali riguardo al miglior strumento di fruizione di un testo, è l’esistenza di un sommario dei due testi che rende la navigazione più semplice e immediata di quella che si avrebbe con i sistemi tradizionali sopra indicati. Troppo poco? In realtà, per essere la prima versione dell’app io credo che sia sufficiente, al momento, così, anche considerando il costo estremamente ridotto, ma in un’ottica di futuri aggiornamenti credo che sia assolutamente indispensabile dare più possibilità ai fruitori. Un’idea interessante e a mio giudizio su cui puntare potrebbe essere proprio quella della condivisione, che può essere innanzitutto verso i social network, alla Kindle (cioè con tanto di brano pubblicato su un sito apposito in caso di condivisione di un brano più lungo di 140 caratteri), ma anche verso Evernote, dove l’utente potrebbe inserire il testo dell’articolo che gli interessa con le sue annotazioni, che poi si ritroverebbe anche sulla versione desktop di Evernote… Un’altra idea, poi, potrebbe essere quella di fornire all’utente una serie di materiali in calce ai singoli articoli come ad esempio circolari degli ordini (mi viene in mente quella del mio Ordine di Modena sulla pubblicità, ma ce ne sono tante altre), materiali da inserire direttamente nella base dati o più semplicemente da linkare, quindi anche link a casi concreti, come quelli affrontati in questo ed in altri blog, in materia di deontologia, a riferimenti bibliografici e così via, il tutto per dare qualcosa in più rispetto alla fruizione tradizionale del testo sui dispositivi mobili.
In un’ottica di miglioramento, rimane comunque indispensabile, specialmente se si implementano le funzioni di cui sopra, rendere l’applicazione universale e quindi compatibile nativamente anche con iPad, lo strumento che oramai io, ma credo anche tanti altri, utilizziamo molto più frequentemente dello smart-phone.
Infine, per queste applicazioni giuridiche è assolutamente indispensabile che gli editori forniscano indicazioni chiare sulle loro politiche di aggiornamento. Intendo dire che acquisto più volentieri un’app che mi espone un testo quando l’autore mi garantisce che, ad esempio, entro una settimana da eventuali modifiche legislative, l’app verrà aggiornata e me la ritroverò pronta da scaricare tramite l’app store. Se, invece, non ho informazioni affidabili al riguardo, perchè non debbo preferire usare google, con il quale so che trovo i testi aggiornati il giorno dopo, se non il giorno stesso, in cui vengono pubblicati? Gli aspetti relativi alla tempestività e soprattutto alla garanzia degli aggiornamenti sono fondamentali e presto, passata questa prima fase in cui tutte le case editrici hanno smaniato per buttar fuori qualcosa (codici, ecc.), credo che qualcosa si muoverà per avere la necessaria differenziazione.
Ci tengo a segnalarvi il blog iGiuristi, curato dall’avv. Enrico Ferro di Vibo Valentia, dedicato all’utilizzo dei prodotti Apple (ce lo dice l’oramai inconfondibile prefisso «i»…) nella professione di avvocato o comunque di giurista.
Personalmente, mi sono aggiunto il relativo feed rss a quelli che consulto regolarmente tramite google reader e ho già trovato diversi interventi interessanti.
L’iniziativa condivide l’oggetto con la nostra comunità Legalmac ed infatti tra il blog e il gruppo si sono già sviluppate delle interazioni: Enrico è entrato a far parte della comunità e molti interventi del blog di Enrico sono da me o da altri utenti fatti girare anche dentro a Legalmac, visto il loro interesse.
Che vi devo dire di più? Se siete giuristi e usate i prodotti della mela, come noi, iscrivetevi a Legalmac e seguite il blog iGiuristi, cose da imparare ce ne sono sempre tantissime e spazio per migliorare ed essere sempre più produttivi altrettanto.