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Reddito di cittadinanza: non fate cazzate!

Note dell’episodio.

Oggi ti parlo, sempre a partire dalla domanda lasciataci da una nostra ascoltatrice, di reddito di cittadinanza, senza dire granché a riguardo se non di stare attenti a non commettere illeciti pur di conseguirlo perché, a mio modo di vedere, i contratti saranno tantissimi.
Per spostare la residenza, occorre che ci sia un cambiamento effettivo, anche perché la polizia municipale esegue i controlli.
E per uscire da uno stato di famiglia, occorre cambiare la residenza.

Riferimenti.

[la risposta è nel podcast]

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Quota di casa in eredità: influisce sul reddito?

mia suocera e’ deceduta lasciando una casa di sua proprieta’ esclusiva di cui diverranno eredi mio suocero e I suoi 4 figli ,I miei suiceri vivevano in divisione dei beni ,la casa di famiglia dove vive mio suocero e ‘ di sua esclusiva propieta’ .detto moo questo volevo sapere se la quota della propieta’ indivisa di cui mio marito diverra’ propietario con la successione incidera’ sul nostro reddito familiare

Innanzitutto, bisognerebbe capire a quale fine lo chiedi, se, ad esempio, ai fini delle imposte sui redditi o, sempre ad esempio, ai fini ISEE, per la concessione di benefici e la determinazione di tariffe e così via, perché la risposta può variare.

Ad ogni modo, peraltro, si tratta di aspetti che non rientrano nelle materie di cui sono esperti gli avvocati. Nel caso delle imposte sui redditi, bisognerebbe chiedere ad un commercialista.

Quello che, come civilista, ti posso dire è che con ogni probabilità sulla casa familiare ci sarà il diritto di abitazione del coniuge superstite, cioè tuo suocero, ai sensi dell’art. 540 del codice civile, quindi la quota di comproprietà della casa in capo a tuo marito è in realtà una nuda proprietà, che non gli consente di godere dell’immobile in alcun modo, né direttamente abitandolo (sia pur compatibilmente con gli altri comproprietari), né percependo un canone di locazione, sia pure solo in parte.

Si tratta, insomma, di una proprietà al momento solo «potenziale» e non fattuale.

Se e come questo possa riflettersi sugli aspetti che a te interessano relativi al cumulo del reddito non lo so e non lo posso sapere, anche perché la domanda non è stata formulata in modo completo.

Se vuoi approfondire, valuta di acquistare una consulenza, anche se non credo proprio che ne possa valere la pena, probabilmente può essere più interessante parlare con il professionista che vi segue per le denunce dei redditi. Ti raccomando, con l’occasione, di iscriverti alla newsletter del blog, o, se non ti piace la mail, al gruppo Telegram, in modo da non perderti importanti e utili aggiornamenti quotidiani.

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Separazione: posso togliermi mia figlia se non ho reddito?

sono separata ancora non legalmente possono togliermi mia figlia di 10 mesi ed AFFIDARLA a lui solo perché vivo con mia madre e non abbiamo reddito? E un altra cosa così piccola può richiedere il pernotto le spetta? Io so che un minore può pernottare dal padre solo dai 3/4 anni

Sono domande purtroppo che non hanno molto senso.

La decisione circa l’affido di un figlio viene presa dal giudice considerando tutte le circostanze del caso concreto e, comunque, non è prevedibile, per cui la prima considerazione utile da fare è che in prima battuta conviene, per questo e mille altri motivi, tentare di raggiungere, con l’aiuto di un avvocato bravo e con una grande propensione alla negoziazione, una soluzione di tipo consensuale.

Ovviamente, l’assenza di reddito non è una circostanza dirimente, non può mai esserlo, specialmente da sola, va considerata l’intera situazione dei genitori alla luce dell’interesse del minore. Anche se ti consiglio di attivarti per superare questa condizione, mettendoti alla ricerca, se possibile, di un’occupazione o chiedendo comunque ai servizi sociali se ci sono dei sussidi o degli aiuti.

Anche per quanto riguarda il pernotto è un po’ il solito discorso, dipende sempre dall’interesse del minore, dalla situazione concreta e da come lo vede il giudice. Ci sono sentenze che stabiliscono a quattro anni il momento in cui può avvenire il pernotto presso il padre, ma altre sentenze, a mio giudizio più azzeccate, sostengono che dipende sempre dalla maturità del figlio.

In conclusione, ti serve un progetto completo per la gestione della crisi familiare, da far gestire ad un avvocato scelto molto oculatamente e, se possibile, anche da un mediatore familiare. Finché ti focalizzerai su singoli aspetti non realizzerai molto di costruttivo.

Il primo passo per te è scegliere un avvocato. Se non disponi di sostanze per compensarlo, forse puoi chiedere l’ammissione al patrocinio a spese dello stato.

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Legame di affinità: cessa con la morte?

devo chiedere la residenza presso la mia matrigna vedova, all’anagrafe mi hanno detto che devo scrivere Non sussistono rapporti di coniugio, parentela, affinità, adozione, tutela o vincoli affettivi con i componenti della famiglia già residente in quanto mio padre è deceduto. Ho fatto delle ricerche in rete che dicono che c’è affinità, è giusto ? Lo chiedo perché se fosse vero quello mi hanno detto all’anagrafe si creerebbero due nuclei distinti e in tale caso io potrei chiedere l’esenzione del ticket per reddito

L’affinità è la relazione che lega un coniuge ai parenti dell’altro coniuge.

Un legame non di sangue, dunque, ma mediato da un matrimonio con effetti civili.

Secondo il codice civile, «L’affinità non cessa per la morte, anche senza prole, del coniuge da cui deriva, salvo che per alcuni effetti specialmente determinati. Cessa se il matrimonio è dichiarato nullo, salvi gli effetti di cui all’articolo 87 n. 4» (art 78, comma 3°).

Se ho ben capito, questa donna, che definisci la tua «matrigna», aveva sposato tuo padre, determinando la nascita di un rapporto di affinità tra di voi.

Dal momento che dici che ora è vedova, immagino che tuo padre sia nel frattempo purtroppo deceduto, ma il rapporto di affinità, a mente del codice civile, permane tra di voi.

Per quanto riguarda le disposizioni di stato civile, si tratta di aspetti che andrebbero approfonditi: ti consiglio di parlarne con i funzionari dell’ufficio di stato civile e, solo se del caso, di acquistare una consulenza da un avvocato per un adeguato approfondimento.

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si può diminuire l’assegno di mantenimento per i figli se arrivano altri figli e diminuiscono i guadagni?

Il mio compagno col quale convivo dal 2001 e dal quale ho avuto due bimbi di 2 anni e mezzo e 6 mesi, dal 1998 (anno della separazione) corrispondeva 600,00 euro, mentre dal 2005 (anno del divorzio) versa un assegno di 900,00 euro più adeguamenti istat (ora 948,00) per i due figli (18 e 22 anni) avuti dal precedente matrimonio (la moglie ha ovviamente aprofittato della richiesta di divorzio per aumentare l’assegno). Quell’importo era stato calcolato verosimilmente sulla base di un’entrata mensile di circa 2000,00 euro; faceva pavimenti industriali e le entrate in certi momenti erano soddisfacienti, in altri quasi nulle. Alla fine del 2012 ha chiuso l’attività per la crisi del settore ed ha aperto una pizzeria da asporto col cognato. Al momento questa nuova attività dà il necessario per coprire le spese che , per l’avviamento, sono state consistenti; quindi il guadagno è nullo. Al momento io faccio fronte alle spese: finanziamento auto, mutuo casa,, etc etc Oltretutto ora ci sono due figli piccoli con le loro esigenze. In conclusione non è più in grado di affrontare una cifra simile. Ci siamo rivolti ad un nostro amico avvocato che ha iniziato una domanda di revisione presso il Trbunale di Treviso (provincia del comune dove risiede l’ex moglie con i figli) Secondo Lei è motivata e dimostrabile la diminuzione consistente dell’assegno ed è possibile ridimensionarlo a partire dalla nascita del primo figlio avuto con me? Allo stato attuale delle cose, la ex-moglie potrebbe intaccare il nostro “patrimonio” immobiliare , ossia la nostra casa in comproprietà? dal momento che ora la pizzeria è in perdita , come si fa a calcolare un eventuale nuovo importo? ho sentito anche dire che spesso i giudici si attengono a quello che è il tenore standard della provincia dove risiedono i beneficiari dell’assegno, ma il padre vive e lavora a Rovigo, una zona molto più depressa economicamente parlando. Al momento potrebbe corrisponderle l’eventuale ricavo dalla vendita del furgone utilizzato per la precedente attività. Non dimentichiamoci che ha ancora delle spese da affrontare per la chiusura.

Un po’ di concetti fondamentali della materia sui cui magari può essere utile riflettere.

I giudici generalmente considerano l’arrivo di nuovi figli un motivo non idoneo per diminuire il mantenimento previsto per quelli preesistenti, facendo capo alla considerazione per cui oggigiorno la procreazione è un fatto responsabile. In sostanza, quel che dicono i giudici è questo: se vuoi fare un altro figlio, devi valutare prima di metterlo al mondo la necessità di mantenere in ugual modo quello che hai già. Concetto criticabile sicuramente, per alcuni versi, ma è quello che va un po’ per la maggiore, anche se poi le applicazioni nei singoli casi possono variare.

Il reddito annuale non è sicuramente l’unico elemento che si considera quando si decide del mantenimento, specialmente in un paese come il nostro dove l’evasione fiscale è dilagante e comune, e anche molte società che guadagnano lautamente sono sempre «in perdita». I giudici considerano piuttosto il concetto di capacità lavorativa, anche se oggigiorno, in situazione di crisi diffusa, si tratta sicuramente di una nozione da applicare con cautela. È ovvio che un genitore non potrebbe comunque, questo parlando in generale, sottrarsi ai suoi doveri iniziando una nuova attività che, come tale, i primi anni è sempre in perdita a causa degli investimenti iniziali: i figli mangiano tutti i giorni.

È vero poi che è corretto il riferimento, in linea di principio, al contesto in cui vivono i figli, perchè il contributo economico deve essere tale da servirgli nel loro ambiente di vita, anche se chiaramente potrebbe essere almeno in parte temperato dalla considerazione del diverso contesto in cui vive il genitore tenuto al mantenimento, ma quest’ultimo requisito direi che rimanga «assorbito» nella considerazione generale relativa alla situazione economica dell’obbligato.

La vostra casa in comproprietà potrebbe essere pignorata per il mezzo di competenza del debitore, cioè il tuo compagno.

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a quali presupposti si può chiedere la riduzione del mantenimento per il figlio?

Da otto anni verso l’assegno di mantenimento pari a 270 euro per mia figlia che vive con sua madre, dalla quale sono divorziato, e con i nonni materni. Sapendo che ex moglie e ex suoceri hanno un tenore di vita altissimo percependo due stipendi da dirigenti (3000+4000 euro circa) più uno da impiegata (1800 circa) oltre ad avere diverse proprietà immobili in giro e considerando invece che il mio reddito è pari a 1000 euro al mese più spese di mutuo e un altro figlio con la mia nuova compagna (impiegata part time), ci può essere il presupposto per abbassare la cifra del mio assegno?

In primo luogo bisognerebbe vedere il titolo che ha previsto la misura di 270 euro / mese originariamente, cioè se un divorzio giudiziale, congiunto, un provvedimento presidenziale e cos’altro, dopodichè confrontare la situazione esistente al momento in cui è stato emesso quel titolo con quella attuale, per vedere se c’è stato un peggioramento della tua condizione economica e/o un miglioramento di quella della tua ex moglie.

In generale, poi, va considerato quanto segue:

– il reddito dei tuoi ex suoceri non ha nessuna rilevanza, ma solamente quello della tua ex moglie

– un nuovo figlio non è generalmente considerato un presupposto per ottenere una riduzione dell’assegno, considerando che i giudici ritengono per lo più la procreazione un fatto responsabile a cui si dà corso quando si sa di poter far fronte sia ai vecchi che ai nuovi obblighi

– 250 euro in molte sedi di tribunale è considerato il «minimo sindacale» per quanto riguarda il mantenimento di un minore.

In conclusionale, dunque, la vedo abbastanza grigia, c’è una possibilità di provarci ma al massimo potresti, penso, ottenere una riduzione a 200€, non credo di meno, quindi penso che tutto sommato difficilmente possa valer la pena. Per ulteriori dettagli, ti rimando alla nostra scheda pratica sulla modifica delle condizioni.