Categorie
counseling

Rapporti difficili: come relazionarsi?

Buonasera Tiziano… come mi avevi detto sto passando un brutto periodo con questo ragazzo che frequento da tanto tempo …ci siamo presi e lasciati parecchie volte …il rapporto sempre come mi avevi detto si è modificato….ci vogliamo davvero molto bene… me lo dice spesso ….visto che è un tipo molto freddo se lo dice è vero …non direbbe mai una cosa che non prova…io invece credo che è un po di più di un semplice bene…e credo che sua la stessa cosa x lui …ma la sua voglia di libertà è più forte del stare insieme…solo che vederlo da amico mi fa stare male …non so come fare…arrabbiarmi non serve a nulla …anzi lo posso solo allontanare…ti chiedo un consiglio e un piccolo aiuto…cosa devo fare? Quello che prova è qualcosa di più di un semplice bene…mi farebbe star un po meglio saperlo

Una relazione è esattamente come un giardino, un orto o un campo: richiede cura, attenzione e nutrimento. Tutti i giorni bisogna chinarsi su di essa a raccogliere ed estirpare le erbacce. Alcune di queste erbacce, peraltro, come ci insegna il Vangelo – puoi leggere la celebre parabola della zizzania – è meglio non cavarle subito, ma aspettare che siano completamente cresciute perché, fino ad allora, non si può nemmeno sapere se siano appunto erbacce o grano…

Nessuna relazione, per contro, nasce perfetta. All’esatto opposto, tutte le relazioni, anche quelle che sembrano più brillanti e più costruite sull’amore, più piene di sentimento, nascono zoppe e devono essere aggiustate col tempo, a forza di interventi quotidiani, di cura ed attenzione, perché ognuno di noi porta nella relazione i suoi limiti, le sue inadeguatezza quando non i suoi veri e propri problemi.

Anche se sembra contraddittorio, il lavoro sulla relazione però è sempre un lavoro su te stessa, perché non si può mai far evolvere un altro direttamente, ma solo indirettamente. In altri termini, il tuo partner non può cambiare perché glielo chiedi tu. Ognuno di noi cambia solo quando se ne convince da solo e mai quando sono solo gli altri a chiederglielo. Questo è molto importante, è fondamentale, da capire e da sapere. Lo spiego meglio nel mio post sul mito di Orfeo ed Euridice, che ti invito a leggere con attenzione: clicca qui.

Puoi, però, determinare una sua evoluzione in modo indiretto. Per fare questo, puoi evolvere tu, portare la tua personalità e la tua visione della relazione ad un livello più alto, dando a lui l’occasione per seguirti. Quello che puoi fare è accendere un circolo virtuoso che possa essere di innesco anche per la sua evoluzione, che non è garantita, perché comunque resta dipendente da lui. Puoi offrigli, col tuo lavoro su te stessa e sulla relazione, una occasione, poi lui resterà libero di approfittarne o meno.

Del resto, l’amore si regge su due grandi pilastri: la libertà e il perdono.

Se non riconoscessimo la libertà dell’altro, quello che l’altro manifesterebbe nei nostri confronti, non essendo libero, non sarebbe amore. È proprio per questo che Dio ha donato all’uomo il libero arbitrio, che è un bene che non va mai intaccato, perché è il bene più prezioso dell’uomo, ciò che lo rende tale.

Se non riconoscessimo, ancora, la libertà dell’altro, il nostro non sarebbe amore, ma solo desiderio di possesso, come spiego meglio in un altro post che ti invito a leggere molto attentamente, perché illustra la differenza tra amore egoico e amore animico. L’amore di ognuno di noi si colloca sempre in un determinato punto di questa «scala»: non è mai puramente egoico, nè puramente animico. Clicca qui.

Il perdono, ugualemente, nelle relazioni umane è necessario perché solo Dio ci ama senza errori, quando è un uomo, o una donna, ad amarci, ci sarà sempre qualcosa che l’altro fa, ogni tanto, che ci farà soffrire. Perdonare diventa facile quando capiamo che noi siamo i primi ad essere stati perdonati dagli altri, infinite volte, e che possiamo guardare al nostro partner non con gli occhiali del giudizio, forniti dalla mente, ma con quelli della compassione, che del giudizio è l’esatto opposto, forniti dal cuore.

Non è con la logica che si vive nelle relazioni, del resto, ma con il cuore. Questo lo dobbiamo ricordare sempre: significa che possiamo rinunciare a giudicare l’altro e possiamo cominciare ad ascoltarlo ed accoglierlo.

Dopo tutte queste belle premesse, dunque, che cosa puoi fare?

Non esiste una soluzione magica, una soluzione pronta, anche a pagarla milioni di euro non la puoi trovare su amazon, proprio perché in amore c’è il libero arbitrio. Quindi niente filtri d’amore, l’amore bisogna … vincerlo sul campo.

L’unica cosa che puoi fare è decidere di investire su questa persona, di continuare a investire, senza poter avere la sicurezza che questo investimento ti frutti. Esattamente come quando pianti il seme di una pianta, lo annaffi, lo curi, lo segui per un mese e poi non germoglia nulla. Amare è proprio questo, è anche accettare il rischio che di quello che diamo non torni nulla, perché non è un contratto, è un gesto di amore che noi facciamo solo per l’interesse del gesto stesso, così come facciamo un regalo di compleanno non certo per averne uno poi a nostra volta ma solo per vedere aprirsi un sorriso.

Puoi, dunque, continuare a stargli accanto, nelle modalità che sono al momento possibili e che ti cagionano anche, comprensibilmente, sofferenza, ma che al momento non possono essere diverse. Potranno cambiare in futuro, ma è solo un’eventualità e comunque riservata a un domani che non si sa se e quando arriverà.

Puoi ascoltarlo, accettarlo e stargli accanto, diventanto nel frattempo una versione sempre migliore di te stessa, aprendogli così punti di vista nuovi, occasioni di miglioramento e circoli virtuosi.

È dura, ma l’amore vero funziona così: tutto il resto non ti potrà mai offrire una sensazione di vita vera come questa.

In bocca al lupo per tutto.

Leggi altri post precedenti in materia di relazioni che ti possono essere utili:

Valuta di iniziare un percorso di counseling, presso lo studio di Vignola o a distanza: clicca qui.

Hai un problema personale? Invia anche tu la tua domanda al blog, è completamente gratuito e riceverai spunti preziosi come quelli contenuti in questo post. Clicca qui.

Iscriviti al blog per ricevere il fondamentale post del giorno.

Categorie
pillole

In una famiglia, in una relazione, non si « …

In una famiglia, in una relazione, non si «ragiona», ma ci si ascolta, accoglie e benedice a vicenda.

Categorie
counseling

Essere adulti significa non chiedere ma ascoltare.

«Nel corso di una maturazione, il bisogno di chiedere si elimina.
Si smette di chiedere ad una relazione ciò che essa non contiene.
Questo non impedisce di vivere, di sposarsi, di avere figli, di funzionare.
Ma si smette di chiedere al proprio marito o alla propria moglie di appagarci, perché non possono farlo, perché non sono tenuti a farlo.
Smettere di credere alle proprie favole, significa dare libertà all’altro.
È smettere di utilizzarlo per la propria personale fantasia.
Dunque, è una prova di amore e di affetto.
Fino a quando si chiede all’altro di appagarci, ci si serve di lui come di un oggetto: se non ci soddisfa più, lo cambiamo!
Quando si ama profondamente qualcuno, non gli si chiede niente.
Si crea una relazione profonda.
Nei momenti in cui non chiedo niente, mi accorgo che c’è questa tranquillità, questa disponibilità nella quale posso infine essere presente a mia moglie, a mio marito, a mio figlio, ai miei genitori.
Sono presente, perché, in quel momento, ascolto.
Quando chiedo, non ascolto. Quando non chiedo niente, sono totalmente ascolto.
Se si entra veramente nella sensibilità di cui parliamo adesso, invece di chiedere qualcosa a una relazione, voi date qualcosa a questa relazione

(Eric Baret)

Sei d’accordo con questa visione?

Lascia il tuo commento.

Categorie
diritto

Padre che maltratta e non lascia andare all’estero: che fare?

Sono una madre single, ho 23 anni. Ho interrotto la mia relazione con il papà di mia figlia a causa di ripetute violenze domestiche davanti alla mia figlia di un’anno e mezzo. L’ultimo episodio risale agli inizi di Giugno dove mi fratturo le ossa nasali, sono uscita addirittura sulla Gazzetta di Mantova. Ho sporto diverse denunce e ho ottenuto solo un allontanamento da me. Non si interessa della figlia e non manda alcun tipo di aiuto solo saltuariamente “supplicandolo” . Ho una situazione economica molto difficile , vivo con mia madre ma siamo entrambe cittadine Americane e vorremmo tornare al nostro paese perché abbiamo famigliari che ci potrebbero aiutare e inoltre una miglior qualità di vita, la situazione sta diventando molto tragica.. mio nonno sta morendo e non posso neanche poter andare a trovarlo per colpa del padre della bambina che si rifiuta di firmare alcun tipo di documento che sia passaportocarta d’identità. Sono molto frustrata e arrabbiata!

Innanzitutto, mi dispiace per la tua vicenda.

Detto questo, cominciamo… dall’ultima riga. Come ti puoi immaginare, né la frustrazione né la rabbia ti potranno aiutare a gestire la situazione in cui ti trovi. Nè, soprattutto, un avvocato e le soluzioni che un avvocato ti potrebbe fornire o meno possono aiutarti da questo punto di vista. La prima cosa che devi fare, dunque, è cercare di recuperare, per quanto possibile, un po’ di serenità per poter disporre di tutte le tue risorse spirituali che, come immagini, ti saranno preziose in questo periodo. Valuta anche di frequentare uno psicologo o un counselor o, se sei credente, un consigliere spirituale: vicende come la tua metterebbero in crisi chiunque.

Detto questo, che è molto importante, direi che sul piano legale giudiziario il primo passo sarebbe quello di far regolamentare l’affido di tua figlia dal tribunale. Ti consiglio di muoverti subito perché comunque è una cosa che, nella probabile mancanza di collaborazione da parte del padre, richiede un certo tempo.

In quella stessa sede di regolamentazione dell’affido, puoi richiedere anche l’autorizzazione al trasferimento all’estero, dimostrando che lo stesso è conforme all’interesse di tua figlia, anche per il grave comportamento manifestato dal padre, sia nei tuoi confronti, sia nei confronti di tua figlia, verso la quale il padre manifesta comunque completo disinteresse.

Per quanto riguarda tuo nonno, potresti ottenere l’autorizzazione ad un viaggio temporaneo con un ricorso al giudice tutelare.

Il primo passo, dunque, è comunque scegliere un bravo avvocato che possa seguirti in questo iter. Se vuoi un preventivo da parte nostra, puoi richiederlo compilando il modulo apposito, pratichiamo anche tariffe agevolate per persone in particolare difficoltà o con basso reddito annuale.

Categorie
#parolesottovetro cultura diritto libri

Coppia, relazione, amore, matrimonio in crisi: cosa leggere?

Un primo gesto per fare qualcosa quando ci sono problemi di coppia è cercare di capire le cose e, per fare questo, ci sono libri e articoli che possono dare spunti, suggerimenti, vere e proprie «illuminazioni».

Ho deciso così, tempo fa, di raccoglierli in un ebook, che ho messo in distribuzione in occasione del lancio delle giornate o settimane FixFam e che oggi rilancio, essendo giunto alla versione 1.1 con l’aggiunta di nuovi contenuti.

Ecco il changelog con le novità attuali:

  • 1.1 13 maggio 2016
    • aggiunti due libri all’elenco
    • aggiunta la nuova sezione «articoli»
    • integrata l’introduzione
    • varie sistemazioni

Il libro continuerà ad essere, solo per qualche altro giorno, in distribuzione gratuita. Se ne volete una copia, potete compilare il modulo che trovate di seguito.

Grazie a tutti.

[lab_subscriber_download_form download_id=6]

Categorie
diritto

Famiglia, matrimonio, coppia: chi è che ha davvero le palle?

Una breve premessa. Con questo post, utilizziamo e introduciamo nel blog il concetto di «serie». Una serie è un gruppo di post legati tra loro, come a raccontare una storia più lunga del solito, o affrontare un argomento troppo complesso per essere esaurito in una singola occasione. Ogni post della serie indica in modo evidente di far parte di una collana più estesa, con un indice della stessa riportato all’inizio. Questo è il primo post della serie, man mano che verranno pubblicati gli altri l’indice verrà aggiornato.

Fatta questa premessa tecnica, veniamo al tema di questo e di tutti gli altri post della serie, un argomento, come avrete già intuito, molto importante, visto che ho deciso di dedicargli addirittura un insieme di post successivi. Esso riguarda sempre la famiglia, il matrimonio, e le sue relative fasi fisiologiche e patologiche, un argomento molto importante perché nella forza della famiglia risiede la forza della società intera, e viceversa.

Una cosa che mi sta facendo molto riflettere ultimamente è che, un tempo nemmeno molto lontano, fino a qualche decennio fa circa, l’ammirazione delle persone andava a chi riusciva, nonostante tante difficoltà, a tenere insieme la propria famiglia: la moglie che aiutava e sopportava il marito col vizio, ad esempio, del gioco, dell’alcol e cose del genere; il marito che ritrovava lo slancio con una moglie un po’ troppo libertina e dopo qualche tradimento…

Queste persone erano considerate avere le famose «palle»: le palle di vivere come si sentiva giusto, di fare il bene dei figli, di seguire anche i precetti della nostra religione. Di fare ciò nonostante tutti i veleni, le difficoltà, la disperazione, la durezza di tante situazioni.

Oggigiorno, la situazione non è semplicemente cambiata, ma si è proprio ribaltata.

Oggi, infatti, le palle si riconoscono a quelle persone che, sfidando convenzioni, religione, situazioni consolidate, genitori, figli e quant’altro, mettendosi, insomma, contro tutto e tutti, sfasciano la propria famiglia, per seguire il loro cuore – e qualche volta altri, sicuramente meno nobili, organi.

Queste persone, che fanno del loro disagio in famiglia il motore di una «nuova vita», a costo appunto di tutto e tutti, attirano a volte la nostra pressoché incondizionata ammirazione per i loro presupposti coraggio, determinazione, spesso anche emancipazione quando si tratta, come avviene nella maggior parte dei casi, di donne.

Ma chi le ha davvero, però, queste benedette palle?

Chi resta al suo posto, tiene fede alle promesse fatte, magari anche davanti a Dio, e offre a sè stesso, al partner e ai figli una famiglia unita, affrontando mille difficoltà? Oppure chi fa bandiera del suo proprio cuore, comprese le sue eventuali bizze, se ne frega di tutto il resto e affronta anch’egli mille difficoltà (problemi economici, figli insoddisfatti, delusi e privati di un genitore, problemi logistici, abitativi, economici contrarietà della famiglia di origine), ma non per tenere unita la famiglia, bensì per sfasciarla?

Magari non esiste, come spesso accade, una risposta generale, valida sempre e per tutti i casi, tuttavia qualche riflessione al riguardo potrebbe essere ugualmente interessante, visto che è un tema centrale per la vita di ognuno di noi, che ruota attorno alla famiglia.

Sarà ad ogni modo importante il gesto di discuterne, come al solito, il non lasciare ignorato un tema così importante, anche senza voler per forza giungere a conclusioni.

Per oggi mi fermo qui, limitandomi a tracciare il tema, che corre lungo una vera e propria contraddizione. Nei prossimi post, vedremo di approfondirlo insieme. Facendo questo, alla fine credo che daremo qualche indicazione anche a chi si trova ad affrontare una crisi familiare, che spesso non sa cosa fare, come comportarsi, vorrebbe fare la cosa più giusta, solo che non sa qual è.

Parleremo di amore, spiegando che non è affatto un dono che cade dal cielo, ma un talento, che va coltivato tutti i giorni. Di fedeltà, che non è una vocazione, ma nemmeno una costrizione, anzi è la vera forma di libertà, quella di fare una scelta ricca e profonda. E tratteremo della seconda battaglia che devono affrontare oggigiorno molte persone che avrebbero tutto per essere felici, hanno sempre fatto tutto bene e in buona fede nella loro vita, con impegno, generosità, brillantezza, ma si trovano, nonostante tutto, a dover ricominciare daccapo.

Restate sintonizzati per leggere gli altri post di questa serie. Vi ricordo che per non perdere nessun post di questa stessa serie o del blog vi potete iscrivere alla newsletter o seguirlo tramite feed.

Sei in crisi con la tua relazione? Valuta una settimana, o una o più singole giornate FixFam.

Categorie
diritto

Relazione in crisi? Se fai un ultimo tentativo, fa’ che sia FixFam.

Il matrimonio che vorrei

Avete visto il film «Il matrimonio che vorrei»?

Una mezza baggianata, ma anche no…

Parla di due coniugi in crisi che, per iniziativa di lei, prendono un aereo per andare a farsi una settimana intensiva di terapia di coppia.

Dopo essersi sistemati in loco, tutte le mattine si alzano e, anziché andare al lavoro, vanno dal loro terapeuta per vedere se riescono a riparare e sistemare il loro traballante matrimonio.

Ebbene, ho allestito un servizio del genere qui a Vignola (Mo), una terapia intensiva di una settimana per coppie in crisi che vogliono tentare di sistemare il loro rapporto.

Il pacchetto si chiama FixFam.

E sono pieno di entusiasmo e felice come un bambino.

Perché?

Sono vent’anni che vedo persone sfasciare le proprie famiglie, per motivi non di rado futili.

Quello che ho sempre potuto fare è solo aiutarle in questo percorso, in modo che la separazione prima, e il divorzio poi, fossero meno traumatici possibile.

Ma mi rimaneva sempre un fondo di insoddisfazione, un senso di impotenza, una tristezza per l’esito finale.

Non so voi, ma io penso che non si butti nel cesso un matrimonio, un rapporto importante, dove magari ci sono anche dei figli, senza aver tentato seriamente di sistemare le cose.

Per questo ho deciso di passare alla pratica giuridica positiva: perché intervenire solo quando le situazioni sono già degenerate, quando si può prevenire, evitare o magari anche persino ricostruire?

Inoltre credo molto nelle soluzioni, per questo tipo di problemi, di tipo intensivo, negli interventi «di attacco».

Credo cioè che nelle crisi familiari, nei rapporti di coppia problematici siano indispensabili interventi forti, per smussare grandemente o risolvere problemi stratificatisi per anni, vecchie ferite, situazioni dolorose risalenti e profonde.

Se due partner hanno dei problemi, insomma, non hanno così tante speranze di risolverli con, ad esempio, una seduta di mediazione o terapia al mese, mentre continuano a fare le stesse, identiche vite di prima, dove ormai non comunicano, spesso si offendono e si feriscono, senza nemmeno più accorgersene. 

È assurdo. 

Io voglio, invece, che queste persone rimettano la loro coppia al centro di tutto, anche se fosse solo per un ultimo, estremo tentativo.

Voglio che sospendano le loro vite ormai malate, si prendano le ferie, si spostino, venendo qui, facendo un viaggio, soggiornino qui per tutto il tempo necessario, e durante il giorno, tutto il giorno, si occupino solo del loro matrimonio, della loro famiglia, di loro stessi.

Questo è un gesto fondamentale da fare, se il rapporto è importante. Un gesto che può dare loro davvero tante speranze in più: dedicarsi a loro stessi e alla coppia per una settimana.

Può anche darsi che non si riesca a ricostruire, ma almeno così, con un impegno così serio e importante, non si avrà più nessun rimpianto se si dovesse poi prendere atto dell’insanabilità della rottura.

Ovviamente non ci sarò solo io, ci sarà Gianluca Ruggeri, mediatore familiare con cui lavoro da anni. Sto inoltre cercando di coinvolgere altri professionisti che considero delle eccellenze nel campo, di cui farò i nomi solo ovviamente una volta che ci saranno effettivi accordi.

Il pacchetto sarà venduto ad un premium price anche perché si tratta di tante ore di lavoro di diversi professionisti, con esperienze decennali. L’idea è comunque fare per il momento dei preventivi individuali volta per volta, per arrivare a definire una o più tariffe standard in seguito.

Io e doc Ruggeri siamo già pronti per accogliervi:

  • Chiedete un preventivo gratuito e senza impegno.
  • Chiedeteci maggiori informazioni, scrivendoci dalla pagina dei contatti, o chiamando la infoline, chiedendo del servizio «FixFam».

Per tutto il periodo del lancio, un mio sintetico ebook con l’elenco dei libri consigliati per nutrire e riparare la coppia. Leggere un libro, il primissimo gesto da fare per cambiare e migliorare le cose…

 

[lab_subscriber_download_form download_id=6]