Una breve premessa. Con questo post, utilizziamo e introduciamo nel blog il concetto di «serie». Una serie è un gruppo di post legati tra loro, come a raccontare una storia più lunga del solito, o affrontare un argomento troppo complesso per essere esaurito in una singola occasione. Ogni post della serie indica in modo evidente di far parte di una collana più estesa, con un indice della stessa riportato all’inizio. Questo è il primo post della serie, man mano che verranno pubblicati gli altri l’indice verrà aggiornato.
Fatta questa premessa tecnica, veniamo al tema di questo e di tutti gli altri post della serie, un argomento, come avrete già intuito, molto importante, visto che ho deciso di dedicargli addirittura un insieme di post successivi. Esso riguarda sempre la famiglia, il matrimonio, e le sue relative fasi fisiologiche e patologiche, un argomento molto importante perché nella forza della famiglia risiede la forza della società intera, e viceversa.
Una cosa che mi sta facendo molto riflettere ultimamente è che, un tempo nemmeno molto lontano, fino a qualche decennio fa circa, l’ammirazione delle persone andava a chi riusciva, nonostante tante difficoltà, a tenere insieme la propria famiglia: la moglie che aiutava e sopportava il marito col vizio, ad esempio, del gioco, dell’alcol e cose del genere; il marito che ritrovava lo slancio con una moglie un po’ troppo libertina e dopo qualche tradimento…
Queste persone erano considerate avere le famose «palle»: le palle di vivere come si sentiva giusto, di fare il bene dei figli, di seguire anche i precetti della nostra religione. Di fare ciò nonostante tutti i veleni, le difficoltà, la disperazione, la durezza di tante situazioni.
Oggigiorno, la situazione non è semplicemente cambiata, ma si è proprio ribaltata.
Oggi, infatti, le palle si riconoscono a quelle persone che, sfidando convenzioni, religione, situazioni consolidate, genitori, figli e quant’altro, mettendosi, insomma, contro tutto e tutti, sfasciano la propria famiglia, per seguire il loro cuore – e qualche volta altri, sicuramente meno nobili, organi.
Queste persone, che fanno del loro disagio in famiglia il motore di una «nuova vita», a costo appunto di tutto e tutti, attirano a volte la nostra pressoché incondizionata ammirazione per i loro presupposti coraggio, determinazione, spesso anche emancipazione quando si tratta, come avviene nella maggior parte dei casi, di donne.
Ma chi le ha davvero, però, queste benedette palle?
Chi resta al suo posto, tiene fede alle promesse fatte, magari anche davanti a Dio, e offre a sè stesso, al partner e ai figli una famiglia unita, affrontando mille difficoltà? Oppure chi fa bandiera del suo proprio cuore, comprese le sue eventuali bizze, se ne frega di tutto il resto e affronta anch’egli mille difficoltà (problemi economici, figli insoddisfatti, delusi e privati di un genitore, problemi logistici, abitativi, economici contrarietà della famiglia di origine), ma non per tenere unita la famiglia, bensì per sfasciarla?
Magari non esiste, come spesso accade, una risposta generale, valida sempre e per tutti i casi, tuttavia qualche riflessione al riguardo potrebbe essere ugualmente interessante, visto che è un tema centrale per la vita di ognuno di noi, che ruota attorno alla famiglia.
Sarà ad ogni modo importante il gesto di discuterne, come al solito, il non lasciare ignorato un tema così importante, anche senza voler per forza giungere a conclusioni.
Per oggi mi fermo qui, limitandomi a tracciare il tema, che corre lungo una vera e propria contraddizione. Nei prossimi post, vedremo di approfondirlo insieme. Facendo questo, alla fine credo che daremo qualche indicazione anche a chi si trova ad affrontare una crisi familiare, che spesso non sa cosa fare, come comportarsi, vorrebbe fare la cosa più giusta, solo che non sa qual è.
Parleremo di amore, spiegando che non è affatto un dono che cade dal cielo, ma un talento, che va coltivato tutti i giorni. Di fedeltà, che non è una vocazione, ma nemmeno una costrizione, anzi è la vera forma di libertà, quella di fare una scelta ricca e profonda. E tratteremo della seconda battaglia che devono affrontare oggigiorno molte persone che avrebbero tutto per essere felici, hanno sempre fatto tutto bene e in buona fede nella loro vita, con impegno, generosità, brillantezza, ma si trovano, nonostante tutto, a dover ricominciare daccapo.
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8 risposte su “Famiglia, matrimonio, coppia: chi è che ha davvero le palle?”
son contro l aborto favorevole alla famiglia non tradizionale ed all utero in affitto xche penso che x far genitori bisogna esser idonei spiritualmente non fisicamente – la societa non deve esser basata su famiglia xke cio genera omerta ed abusi familiari e parentlismo Ormai in Italia la maggior parte degli omicidi avvengon in famiglia – la societa deve esser basata su comunita cosi se ti capita di nascer in una famiglia di sadici non fai brutta fine
Stavolta non concordo Dainis. La società la dobbiamo forgiare su ciò che è fisiologico, altrimenti dovremmo mettere tutti in galera in considerazione del fatto che ci sono crimini tutti i giorni commessi da comuni cittadini. La famiglia rimane la cellula base della società degli uomini, questo si è negato solo nelle società del comunismo reale o del capitalismo spinto agli estremi, con i risultati catastrofici che sono sotto agli occhi di tutti. Proprio per questo il nostro impegno deve essere quello di farla funzionare bene e non lasciarla andare alla deriva, come si sta facendo oggigiorno. Quando alla famiglia omosessuale, mi sta bene come unione, non mi sta bene se ci sono adozioni perchè un bambino ha diritto alla diversità dei genitori prevista da madre natura e da Dio per chi ci crede, la maternità surrogata è un abominio, è vero che bisogna essere degni anche spiritualmente di fare i genitori ma questo non legittima lo strappare un bambino alla sua vera madre né garantisce che gli adottanti siano degni di alcunché, anzi io sospetto fortemente della serietà di persone che compiono crimini del genere.
Naturalmente chi ha le palle nel cuore. Per fare del bene a sè e a chi ci circonda. Altrimenti sono palle di fuga o sopportazione, dannosissime entrambe per la salute di tutti. Quindi bisogna saper amare per saper sciogliere.
Abbastanza d’accordo. La sopportazione non va bene, la tolleranza del male altrui va bene solo quando diventa perdono, che lo rende gestibile e lo traduce in più amore. Se uno invece deve soffrire e basta, se non capisce il valore del perdono, sono guai.
Secondo me, non è da stimare nessuno dei due comportamenti.
Non mi sembra una grande idea quella di accettare l’alcolismo o l’infedeltà del partner, pur di salvare il matrimonio; nemmeno mi sembra una grande idea quella di lasciare il proprio partner per noia e voglia di novità.
Io stimo quelle persone che si comportano con sincerità, onestà e correttezza nel matrimonio e che chiedono al loro partner di comportarsi allo stesso modo.
Grazie al cazzo, però… Il punto è che questi problemi ci sono, ci sono coppie in cui uno dei due la combina grossa, oppure semplicemente si stanca per noia o capriccio o altro. L’altro partner allora che cosa deve fare? Il punto è cercare di capire questo. Se le cose vanno bene, sono bravi tutti. Le cose purtroppo non vanno mai bene, la vita è lunga e il matrimonio è duro, questo è ciò che la gente non capisce, non è mettersi a tavola a mangiare, è più un andare incontro al proprio destino, bello o brutto.
Bella idea!!! Chi ha le palle? Secondo me,moglie da quasi 33 anni (sempre dello stesso uomo intendo),le pale ha chi sa :
-sostenere la famiglia sempre e ovunque.Piano,ho scritto SOSTENERE.Questo non significa tollerare minchiate che fa il marito furbetto,stronzate dei figli che non hanno voglia di lavorare o studiare. Sostenere quando vedi che la famiglia ,ogni nucleo di essa,fanno lo sforzo,mettono impegno per vivere bene,serenamente. Quando TUTTI cercano di tenere vivi i valori veri. Tutti hanno diritto di sbagliare e qua subentra il perdono,la giusta guida,purchè lo sbaglio non diventa un vizietto;
-cercare di capire la radice di certi errori.Mio marito mi fa le corna? Una cosa brutta ma…ragioniamo un pochino:perchè? Se è un figlio di buona donna che lo fa per sfizio è un discorso,diversamente cerchiamo il VERO motivo della scappatella :potrei essere io stessa a spingerlo nella braccia di un’altra.Riflettiamo un attimo.
-tenersi stretti l’uno con altro nei momenti più difficili ,non cercare di incolparsi reciprocamente per ogni cosa brutta che capita,saper adattarsi alle strette situazioni finanziari(se capitano) e non rompere coglioni con dei discorsi:”ecco,anche quest’anno non possiamo andare in ferie,non mi sono comprata nulla di bello questo mese” oppure “nostro figlio ha bisogno della macchina nuova”. Insomma,ci sono mesi che bisogna stringere la cinghia e questo deve valere per tutta la famiglia! Detesto i sborroni che sgobbano 12 ore al giorno, guadagnano 1200 euro e…comprano al figlio 20 enne una Mercedes giusto per far vedere che LUI può! Qua non si tratta di un sacrificio,qua si tratta di boriosità! Caso mai figliolo dopo due mesi disfa la macchina e…cominciamo da capo! Essere genitori con le palle non significa esaudire ogni desiderio del figliolo ma guidarlo nel modo giusto per farlo arrivare DA SOLO,CON I PROPRI SFORZI ad avere quello che desidera! Chiaro,se vedo impegno da parte sua ci metto volentieri una mano anch’io.
-saper dire NO quando serve,lodare e gioire di tutte,anche insignificanti, mete che siamo riusciti a raggiungere,
-ammettere propri errori,saper chiedere scusa e usare spesso la parola”per favore”,”grazie”
Ho finito,per adesso…Potrò sembrare un pochino patetica e forse lo sono,ma ,Vi garantisco che sono fiera della mia famiglia e,dopo 33 anni di matrimonio mi dichiaro FELICEMENTE SPOSATA,e non è poco…
Un caro saluto Marghy
Grazie Margherita. Tu riesci sempre a cogliere benissimo lo spirito di quello che scrivo. Nel merito, penso tu abbia ragione e, avendoti conosciuto, lo so anche per esperienza diretta… Giro le tue riflessioni e le tue considerazioni, che condivido, a tutti i lettori del blog. Avremo comunque occasione di approfondire nei post successivi della serie. È un tema davvero importante, tanto importante quanto difficile oggigiorno…