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Termini per impugnare scaduti: cosa si può fare?

Note dell’episodio.

In questa puntata, sempre a partire da un messaggio vocale lasciatoci da un ascoltatore, parliamo – affrontando il caso di una persona licenziata per superamento del periodo di comporto – di cosa si può fare quando vengono commessi in primo grado degli errori di conteggio e soprattutto cosa si può fare quando sono scaduti i termini per impugnare.

Riferimenti.

Di seguito, alcuni precedenti post del blog, o puntate del podcast, menzionati durante l’episodio o comunque aventi ad oggetto tematiche collegate a quelle trattate in questa puntata, che ti consiglio di consultare.


[la risposta è nel podcast]

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Ricorso CEDU: quali sono i costi?

Note dell’episodio.

Oggi ti parlo dei costi del ricorso CEDU, insieme con la avvocatessa «dal volto umano» Elisa Fornaciari del foro di Arezzo, che collabora con me per questo tipo di pratiche, e ovviamente altre.
In questa puntata del podcast, rispondiamo alle seguenti domande:

  • ci sono costi fissi nel ricorso CEDU?
  • si può venire condannati in caso di soccombenza?
  • si può utilizzare il patrocinio a spese dello Stato?
  • é necessario avere un avvocato per il ricorso CEDU?

  • una volta che si vince, lo Stato italiano paga?

Riferimenti.

[la risposta è nel podcast]

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Altri vincono cause analoghe alla mia: e io?

Sono soccombente nei primi due gradi di giudizio in una causa di lavoro.
L’oggetto della causa è perfettamente uguale ad altre numerose cause intraprese da altri colleghi: sono perfettamente simili riguardando uguale attività svolta da professionisti di una stessa Amministrazione pubblica con pari oggetto e pari svolgimento dei fatti ad esclusione dei luoghi ove si è svolto il lavoro (l’Amministrazione è presente in tutto il territorio italiano). Ora: gli altri miei colleghi hanno avuto ragione nei medesimi ricorsi presso diversi tribunali del lavoro e uno solo è dovuto ricorrere in cassazione avendo vinto in primo grado e perso nel secondo. Se la cassazione si pronunciasse favorevolmente al collega, io, che non ho presentato ricorso in terzo grado nei termini prescritti, potrei, a quel punto, ripartire dal primo grado rivedendo tutto il mio iter giudiziario?

No.

Se non hai presentato il mezzo di impugnazione previsto nei termini, cioè appello o ricorso per cassazione, la sentenza è passata in giudicato ed è diventata completamente definitiva, salva solo la eccezionalissima ipotesi della revocazione che ti menziono solo per pignoleria ma che probabilmente non è in alcun modo applicabile al tuo caso.

Se si ragionasse diversamente, ogni volta che, ad esempio, la Cassazione cambiasse orientamento, si potrebbero riaprire migliaia di processi e questo non è comunque, a prescindere da tutti i discorsi che si potrebbero fare a riguardo in astratto, ammissibile perché non sarebbe in alcun modo gestibile.

Quindi la conclusione è che avresti dovuto presentare il mezzo di impugnazione entro i termini previsti dalla legge.

Se sei ancora in termine, e sempre che il diverso orientamento manifestato dalla Cassazione nei casi analoghi al tuo possa essere ritenuto indice di un pregiudizio ingiusto perpetrato a tuo danno dallo Stato italiano, si può forse valutare il ricorso alla CEDU.

Se vuoi approfondire, puoi valutare di acquistare una consulenza su impugnazione.

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Ricorso alla CEDU: entro quale termine?

Qual è il termine per presentare ricorso alla CEDU, cioè alla Commissione Europea dei Diritti dell’Uomo?

 

Il termine è di sei mesi dalla data della sentenza che esaurisce i mezzi di impugnazione interni – di solito è la sentenza di Cassazione.

In futuro, potrà essere previsto un termine inferiore di quattro mesi, in caso di adozione di particolari protocolli, quindi è più prudente comunque controllare volta per volta, come sempre quando si tratta di termini.

Il termine decorre dal giorno dell’effettiva conoscenza del dispositivo della sentenza, che di solito coincide con la notifica via pec della stessa effettuata presso l’avvocato, senza potersi tener conto del fatto che l’avvocato poi l’abbia eventualmente comunicato in seguito, dal momento che il cliente è considerato comunque domiciliato presso l’avvocato.

È onere dell’avvocato, infatti, comunicare immediatamente al cliente la ricezione di notifiche di questo genere, se non lo fa può determinarsi responsabilità professionale per tale omissione, dal momento che il suo cliente non è stato messo in grado di esercitare un suo diritto.

Il termine scade l’ultimo giorno del periodo di sei mesi, anche se tale giorno ricade di domenica o in un giorno festivo, senza slittamento al primo giorno lavorativo successivo come accade a volte per altri tipi di termini.

Il messaggio da portare a casa, dunque, è che, se ricevete un provvedimento giurisdizionale negativo, dovete prima possibile prendere appuntamento con il legale che vi segue, oppure con un altro legale se ritenete opportuno acquisire un secondo parere, per discutere il da farsi. Se sono ancora disponibili mezzi di impugnazione interni, si potranno valutare quelli, mi riferisco ovviamente a appello, ricorso per cassazione, ecc.. Viceversa, si potrà valutare il ricorso alla CEDU.

Non lasciar passare il tempo inutilmente perché il sistema giudiziario presenta sempre dei termini decorsi i quali poi non si può più fare niente!

Se vuoi una consulenza preliminare in materia di impugnazione o ricorso alla CEDU, clicca qui. Se vuoi acquistare direttamente il pacchetto per il ricorso alla CEDU, clicca qui. Ti raccomando, con l’occasione, di iscriverti alla newsletter del blog, o, se non ti piace la mail, al gruppo Telegram, in modo da non perderti importanti e utili aggiornamenti quotidiani.