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Camera usata per esposizione venduta per nuova: che fare?

Scrivo per una consulenza in merito all’acquisto di una camera da letto completa (nuova) acquistata con contratto ai primo di maggio 2018 presso un rivenditore di mobili. Al momento della consegna ci si è resi conto che la camera era quella esposta in negozio (priva di imballaggio e con evidenti segni dovuti alla esposizione). Abbiamo contattato immediatamente il rivenditore a diverse utenze ma non ha mai risposto….la camera è stata regolarmente montata dagli operai e, a seguito di incontro nel negozio con i rivenditori abbiamo avuto modo di notare che, nonostante i tentativi di convincerci che l’ordine fosse avvenuto realmente, una fattura riportante la data 12/08/2016 e relativa alla camera da letto esposta, riportava chiaramente evidenziati i ns. dati…..siamo stati aggrediti con atteggiamenti offensivi e costretti ad abbandonare il negozio…Vorremo gentilmente informazioni sulla procedura da adottare per far valere i ns. diritti.

Se ho ben capito, vi è stata venduta per nuova una camera che in realtà era già stata utilizzata per scopo di esposizione e che quindi avrebbe dovuto esservi, semmai, venduta con una riduzione del prezzo come è d’uso in questi casi, comunque lasciandovi la facoltà di scelta a seguito della dichiarazione precisa dello stato della merce da parte del venditore.

Da questo punto di vista, la cosa più urgente è segnalare ufficialmente, tramite una diffida a mezzo di un avvocato, la difformità tra quanto convenuto nel contrattocontratto che, tuttavia, dovrà prima esaminato accuratamente – e quanto consegnato, evidenziando anche – e ciò vale anche come denuncia relativa – i singoli «vizi» del bene e cioè al momento i «segni» derivanti dall’uso di esposizione fatto della camera.

In tale diffida, si può richiedere una riduzione del prezzo ovvero la risoluzione del contratto, cioè la restituzione della camera contro la restituzione del prezzo pagato, oltre ovviamente al risarcimento del danno, anche se naturalmente la soluzione migliore anche per una vertenza come questa è quella di trovare un accordo transattivo.

Per la denuncia dei vizi sono previsti termini molto rigorosi, per cui vi consiglio di andare immediatamente da un legale, anche considerando che probabilmente avreste fatto meglio a rifiutare l’installazione della camera da letto una volta constatato che non si trattava di un bene nuovo di fabbrica ma con un precedente uso espositivo.

Purtroppo le spese legali, se non avete una polizza di tutela legale, almeno inizialmente sono a carico vostro.

Se volete inviare una diffida tramite il nostro studio, potete acquistarla direttamente da questa pagina. Vi consiglio inoltre di iscrivervi alla newsletter del blog o al gruppo Telegram per non perdere altri preziosi ed utili aggiornamenti come questo, in grado di evitarvi di incorrere in futuri problemi.

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Recesso immotivato dei clienti: come tutelarsi?

Siamo una società di produzioni cinematografiche e organizziamo anche corsi di un paio di giorni con personaggi dello spettacolo.
Ora capita che alcuni dei partecipanti a questi corsi firmino, versando una quota minima, un contratto di adesione al corso e poi, con varie scuse, cambino idea con due righe per mail o non si presentino il giorno dell’inizio del corso e del saldo.
E’ possibile in questi casi ottenere ugualmente per vie legali il saldo e in questo caso può essere previsto un intervento legale a percentuale?

La prima cosa da fare, in situazioni del genere, è sistemare il modello di contratto o il contratto «tipo» che fate firmare al momento della raccolta dell’adesione, in modo da regolamentare in modo specifico questo aspetto del «recesso» e da munire l’eventuale violazione delle clausole relative di adeguate tutele.

Ad esempio, se opportuno, potrebbero essere previste clausole di tutela come le clausole penali.

Più in generale, va rivista anche la politica della negoziazione e della trattativa con il pubblico dei clienti. Ad esempio, quale percentuale è più idonea da raccogliere come anticipo e, soprattutto, tramite quali mezzi di pagamento? Raccogliendola, ad esempio, tramite carta di credito, si sarebbe sicuramente più tutelati in caso di recesso illegittimo.

Per quanto riguarda eventuali azioni di recupero, la prima cosa da dire è che, come probabilmente risulta già chiaro, è evidente che bisogna cercare in ogni modo di ridurle al minimo, prevenendo l’insorgere di situazioni di questo tipo con strumenti di tutela «a monte» come quelli sopra indicati.

Nei casi in cui dovessero comunque verificarsi ipotesi del genere, la tariffazione a percentuale si può valutare, anche se non credo che si tratti di importi che possano offrire molto margine a riguardo. È una cosa ad ogni modo da valutare in concreto, in relazione al lavoro presumibilmente necessario e a quello che effettivamente si andrebbe a recuperare nel suo importo più o meno preciso.

Ti consiglierei, per prima cosa, di chiedere un preventivo, compilando il modulo apposito nel menu principale del blog, per la redazione di un buon modello contrattuale, adeguatamente tutelante, per tutti i rapporti con i vostri clienti.

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Locazione e vizi della casa: come muoversi?

io e mio marito abbiamo preso in affitto una casa da un mese ma ancora dobbiamo trasferirci. Nel fare tutti gli aggiusti abbiamo notato che uno degli infissi non chiude bene, le tapparelle sono in cattivissimo stato e ci sono spifferi tali da consentire un alto dispendio di energia. io hopoi 2 bimbi piccoli che dormono in quella stanza. Ho chiesto al proprietario di sostituirli ma lui mi ha detto di no e addirittura mi ha detto di rescindere dal contratto perchè non vuole problemi. io non voglio rescindere perchè ormai è tutto fatto allora come devo muovermi?

Se il contratto è già stato concluso, si è cioè perfezionato, entrambe le parti lo devono rispettare, salvo che non ci siano casi di risoluzione previsti dalla legge, che non mi pare ci siano nel vostro caso.

Però dovete valutare se conviene scegliere, tra le varie opzioni possibili, compresa quella di annullare l’operazione, quella diversa di coltivare una vertenza contro un padrone di casa che si è già dimostrato poco collaborativo.

Volendo procedere in questo secondo senso, il primo passo per trattare un problema del genere resta sempre quello di far inviare una diffida scritta da un avvocato, con la contestazione di tutti i punti problematici riscontrati e l’invito a porvi rimedio.

Finché delle cose si parla solo a voce purtroppo nel mondo del diritto e della pratica legale quotidiana si hanno davvero pochi riscontri.

In seguito, bisognerà valutare in base a quale sarà stato il riscontro (eventuale) che il proprietario avrà dato alla diffida.

Se doveste optare, invece, per lo scioglimento del contratto (risoluzione), vi ricordo che è bene che la cosa avvenga con una apposita scrittura, che si chiama mutuo dissenso, anche per la redazione della quale vi consiglio di farvi assistere da un avvocato. Se il contratto è già stato registrato, inoltre, occorre fare l’apposita comunicazione.

Ovviamente, qualora doveste scegliere di coltivare la questione contro la proprietà tutte le spese legali sarebbero al momento a vostro carico, senza garanzie circa la possibilità di recuperarle un domani. Anche questo è un aspetto da tenere ben presente.

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Cantina sparita dalla locazione: si può ridurre il canone?

io ho un contratto di affitto 4+4. Da pochi giorni ho scoperto che la cantina a me assegnata con il contratto di locazione, e’ stata occupata da un altro inquilino “abusivamente”. Mi hanno cambiato la serratura, buttato giu una porzione di muro et voila… io non entro piu.
Ho subito informato la mia proprietaria che da quanto ho capito non ha intenzione di procedere con una denuncia… Come mi devo comportare in questo caso? Mi e’ stato detto che io come inquilina non posso sporgere denuncia,se non per le cose che mi sono eventualmente state sottratte… posso richiedere una riduzione del canone di affitto, visto che pago un locale che non posso utilizzare?

Direi proprio di sì.

L’obbligazione fondamentale del locatore è proprio quella di consegnare la cosa e mantenerla in stato da servire all’uso cui è destinata.

Se la cantina è espressamente prevista nel contratto (e, probabilmente, anche qualora non lo fosse stata, trattandosi comunque di una pertinenza), allora l’obbligazione della proprietà si estende anche alla cantina, con la conseguenza che, venuta meno la disponibilità della stessa – per qualsiasi motivo – la locatrice è solo parzialmente adempiente.

Una riduzione del canone è prevista espressamente dal codice civile per quelle ipotesi in cui diminuisce il godimento della cosa locata ad esempio per lavori che devono essere svolti nell’immobile, a maggior ragione deve potervisi far luogo nel momento in cui uno o più vani diventano completamente indisponibili.

Peraltro, a seconda delle caratteristiche dell’abitazione, del tenore del contratto e di tutte le altre circostanze, la mancata disponibilità della cantina potrebbe anche configurarsi come una ipotesi e causa di risoluzione del contratto.

Il primo passo per gestire questa situazione, comunque, è quello di inviare una diffida tramite avvocato, essendo necessario trattare in modo adeguato ciascuno di questi problemi.

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Cellulare senza il promesso giroscopio: si può restituire?

ho acquistato da poco uno smartphone in un negozio fisico(da expert),prima dell’acquisto ho chiesto al commesso del reparto telefonia se il telefono era compreso di “giroscopio”(un componente che permette al telefono una determinata funzione),il commesso mi ha espressamente detto che lo conteneva convincendomi all acquisto di tale telefono..ora a distanza di qualche giorno mi sono accorto che effettivamente il dispositivo NON dispone di tale giroscopio..ora la domanda è se posso comunque chiedere il reso o l eventuale buono/cambio con un’altro prodotto?dato che l’errore a parer mio è stato quello del commesso di avermi dato una finta notizia di cui probabilmente non era sicuro

È, a rigore, un caso di mancanza di qualità promesse, previsto dal codice civile come causa di risoluzione del contratto o di riduzione del prezzo, di cui abbiamo parlato già diverse volte, per cui ti invito a fare una ricerca tra gli articoli vecchi del blog.

Quindi in teoria avresti ragione, ma ci sono molti «però» da affrontare.

Innanzitutto, hai un po’ di colpa anche tu che nell’era di internet sei andato a chiedere ad un commesso, che probabilmente vende centinaia di articoli, una cosa così di dettaglio, che avresti potuto verificare con una veloce ricerca su google.

Soprattutto, come faresti in un’ipotetica causa a dimostrare che il tal commesso ti ha detto questa cosa, che, più in generale, questo dialogo si è mai svolto?

Infine, se anche avessi un documento scritto a comprova delle tue ragioni, sei sicuro che potrebbe valer la pena fare una causa, con le relative spese legali da anticipare (senza nessuna garanzia, poi, di recuperarle) a tuo carico?

Il quadro potrebbe essere più florido se tu avessi una polizza di tutela legale, ma sarei pronto a scommettere che non ce l’hai (sono più di dieci anni che predico a tutti come sia indispensabile…).

Temo che abbiamo parlato di niente. L’unica cosa che puoi andare a fare è provare ad andare a parlare con il negozio per vedere se te lo cambiano o ti fanno un buono, ma se rifiutano di riprenderselo e ridarti i soldi la vedo grigia…

Mi dispiace.

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Vendita di oggetto non originale: il compratore può denunciarmi?

ho venduto di persona un set di mazze da golf (regalatomi in passato da un gruppo di amici per la mia laurea) un paio di settimane fa tramite un’inserzione su internet. Il compratore è venuto, ha visionato le mazze, gli sono piaciute, me le ha pagate (700 euro) e dopo una settimana si è fatto vivo lamentando che le mazze non erano originali e che voleva darmele indietro.
Minaccia di denunciarmi. Può farlo? Io non ero a conoscenza del fatto che le mazze fossero originali o meno. Questo può cambiare?

La tua buona fede non ti giova molto, se hai venduto questo oggetto come originale, ma non lo è nella realtà.

Il venditore, infatti, anche quello delle compravendite tra privati, o su ebay, per antica tradizione, prevista dal codice civile, ma risalente sino al diritto romano, è tenuto a garantire, in generale, la bontà delle cose che cede, sotto forma delle svariate forme di garanzia previste, tra cui segnatamente quella per vizi, di buon funzionamento e, in particolare, di mancanza di qualità essenziali o promesse, che sembra riguardare il tuo caso.

Abbiamo parlato dozzine di volte di questi tipi di garanzia all’interno del blog, per cui ti invito a fare una ricerca tra i vecchi post.

Dal lato pratico, a mio giudizio ti conviene raggiungere un accordo, restituendo una parte del corrispettivo che hai percepito, e sempre che il compratore sia disponibile ad una soluzione di questo genere, potrebbe infatti, sempre che ne ricorrano le circostanze, cosa questa che andrebbe valutata in concreto conoscendo tutti i dettagli del caso, chiedere la risoluzione del contratto e cioè lo scioglimento integrale dello stesso.

Tieni anche ben presente che, se non disponi di una polizza di tutela legale, qualsiasi avvocato di cui dovessi aver bisogno per gestire la cosa dovrai compensarlo tu col tuo denaro e, visto l’importo, c’è il rischio di spendere molto di più di quello che è il valore dell’affare.

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Cosa posso fare se mi vendono un anello con diamanti che si staccano in continuazione?

mio marito per il nostro anniversario mi ha comprato presso una gioielleria un anello con brillanti e ametista del valore di 1200 euro. Alla terza volta che lo indossavo ha iniziato a perdere i brillanti e così è iniziato un incubo. L’ho riportato alla gioiellieria e me li hanno sostituiti ma, ripreso dopo all’incirca un mese di aggiustamento, sono uscito ancora. Questa trafila è andata avanti per ben 7 volte (con ricevute e scontrini della gioielliera a prova di ciò). All’ottava volta molto arrabbiata in quanto mi sono sentita presa in giro e diciamo fregata, mi è stato detto che escono perchè sono dei diamanti inseriti “a giorno”. Oltre il danno la beffa. Quindi ho richiesto la sostituzione del bene oppure il reso della somma e loro mi hanno detto che avrebbero potuto cambiarmelo con un altro anello ma che a quella cifra era impossibile, dovevo per forza aggiungere dei soldi, cosa che non volevo assolutamente. Quindi alla mia richiesta di resa del denaro mi hanno di no.

A mio giudizio, in fatto ci sarebbero i presupposti per chiedere la risoluzione del contratto.

Ma va precisato che:

  • l’unico legittimato all’azione e che ha un rapporto giuridico col venditore è tuo marito, non sei tu, che sei solo avente causa di tuo marito;

  • per le denunce dei vizi ci sono dei termini precisi previsti dalla legge e sarebbe stato meglio fare subito una pec alla sede legale della gioielleria indicando i problemi e i vizi dell’anello.

Ti consiglierei di rivolgerti subito ad un legale affinché invii una diffida, che possa servire anche di denuncia dei vizi, richiedendo la risoluzione del contratto per inadempimento.

Ovviamente, pur sembrandomi le tue pretese fondate, non c’è nessuna sicurezza che tu riesca ad esercitare davvero i tuoi diritti, è sempre solo un tentativo, specialmente se non avete una assicurazione di tutela legale, quindi una soluzione negoziale la devi sempre tener presente.

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Cosa faccio se il mio avvocato non ha mai depositato il ricorso che gli avevo dato incarico di fare?

ho dato mandato ad un avvocato in data ottobre 2008 per la revoca dell’assegno di mantenimento che verso mensilmente dal 1990 alla mia ex moglie e figlia, dato che ambedue lavorano a tempo indeterminato. Attualmente ho una nuova famiglia ed un figlio minore, essendomi risposato. A tutt’oggi il mio avvocato non ha ancora depositato i documenti al tribunale per la revoca, come posso tutelarmi? Premetto che ho saldato il mio avvocato di quanto richiesto con due assegni. A chi mi devo rivolgere affinché vengano tutelati i miei diritti?

La cosa migliore è aspettare altri sei anni, sicuramente questo avvocato sta per depositare il ricorso, anzi magari lo ha fatto proprio stamattina.

Scherzi a parte, se il tuo avvocato, questo che avevi incaricato, ha *immotivatamente* omesso di fare il lavoro per cui lo avevi incaricato e per cui ti aveva anche richiesto un anticipo, non solo puoi richiedere la risoluzione dell’incarico ma anche il risarcimento del danno che ti è derivato dal mancato svolgimento dell’opera, anche se in una materia come questa potrebbe essere molto difficile la quantificazione perché bisogna capire che cosa avrebbe potuto potenzialmente decidere il giudice al riguardo.

A chi ti devi rivolgere: ovviamente un altro avvocato, però questa volta cerca di sceglierlo con cura, prendendone uno che, nonostante le difficoltà lavorative quotidiane che abbiamo tutti, comunque *consegna* i servizi per cui è stato incaricato e che ti possa dare garanzie di serietà.

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Come posso farmi ridare il camper dal carrozziere?

salve,volevo chiederle,io ho acquistato un camper ad agosto 2012 molto vecchio,che a settembre 2012 ho portato dal carrozziere per una verniciatura completa in quanto era rovinato…avevo chiesto al carrozziere il prezzo concordato di 1,500 euro con una tempistica di circa 2 mesi per il lavoro .sono tornata svariate volte ma lui non ha iniziato mai i lavori inventa sempre scuse,forse pentito del prezzo concordato,dicendo di volta in volta che avrebbe iniziato i lavori,preciso che a gennaio 2013 ho bloccato l assicurazione perchè non potevo usarlo!!come devo fare per avere il mio camper???ma può fare cosi???grazie

Se il preventivo era stato accettato per iscritto, potresti chiedere l’esecuzione dei lavori. Se invece la cosa era avvenuta solo a «voce», conviene chiedere la restituzione. In entrambi i casi, meglio inviare una diffida, via raccomandata a/r o via pec, sicuramente più efficace se fatta tramite un legale.

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se si concorda la possibilità di restituzione si possono chiedere indietro i soldi?

ho acquistato 4 giorni fa un copridivano con accordo verbale che nel caso la misura non fosse giusta l’avrei riportato mostrando lo scontrino. purtroppo non andava bene e quindi circa 1 ora dopo l’acquisto sono tornato al negozio con lo scontrino ma mi è stato riferito che non avendo la misura più grande dovevo o aspettare anche più di un mese l’arrivo di altri copridivani (se non riaspettare una nuova produzione con tempi non definiti) o sostituire il copridivano con altra merce di uguale valore. non essendo soddisfatto di questa risoluzione chiedo se è mio diritto farmi restituire i soldi.

Se il negoziante ti ha accordato la possibilità di restituzione, senza alcuna specificazione, a mio giudizio il suo comportamento non è corretto, nel senso che deve riprendere indietro il bene compravenduto e restituirti i soldi, senza poter accampare discorsi di sostituzione o cose del genere. Chiaramente il problema può sempre essere quello di dimostrare gli accordi solo verbale tra di voi e di come gestire il diniego del negoziante, in mancanza di una adeguata forma di tutela giudiziaria.