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Separazione giudiziale: quando ci mette il giudice a decidere?

DOMANDA – Il 14/7/2022 c’è stata l’udienza per separazione giudiziale per colpa non in presenza, a tutt’oggi non si è ricevuta nessuna risposta, mi chiedo se ci sia un termine di scadenza per la risposta del giudice, dato che il mia avvocato asserisce che non c’è un termine di scadenza. Si è parlato di ciò che io ho chiesto come alimenti per i miei figli minorenni.

— RISPOSTA – È esattamente come ti dice il tuo avvocato, non c’è un termine per lo scioglimento della riserva da parte del giudice, puoi solo aspettare, a meno che il ritardo non divenga macroscopico.

In un caso da me seguito, un giudice, sempre in materia familiare, ci ha messo tre anni a sciogliere la riserva e non si è nemmeno vergognato a scrivere nel suo tanto atteso provvedimento che i genitori andassero «immediatamente» a fare mediazione familiare – immediatamente dopo tre anni…

Questo vale generalmente per tutti i tipi di procedimenti, per quelli in materia di famiglia il ritardo nello sciogliere le riserve può essere particolarmente grave perché la famiglia in crisi ha una certa urgenza di essere disciplinata.

Di solito, almeno nei tribunali del nord, lo scioglimento avviene dopo qualche giorno, massimo un paio di settimane.

Se vuoi approfondire ulteriormente la questione, anche se a mio giudizio difficilmente può valerne la pena, chiama ora lo studio al numero 059 761926 e prenota il tuo primo appuntamento, concordando giorno ed ora con la mia assistente.

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Naturalmente, se vivi e lavori lontano dalla sede dello studio – che è qui, a Vignola, provincia di Modena, in Emilia – questo primo appuntamento potrà tranquillamente avvenire tramite uno dei sistemi di videoconferenza disponibili, o persino tramite telefono, se lo preferisci; ormai più della metà dei miei appuntamenti quotidiani sono videocall.

Guarda questo video per sapere meglio come funzionerebbe il lavoro con me.

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diritto

Marito troppo geloso: oltre a poter chiedere la separazione, è reato?

Sono sposata con un uomo molto geloso, che mi controlla a lavoro e quando esco. Ho persino scoperto che mi segue e un giorno ha persino menato il mio datore di lavoro e me perchè pensa che ho avuto una relazione con questa persona. A quel punto sono andata via da casa. Ma lui ancora continua a seguirmi e mi offende per la strada, davanti alle persone. Cosa posso fare?

La vita con un uomo troppo geloso è insostenibile ed umiliante, ma spesso è difficile avere testimoni che possano aiutare a ricostruire il quadro della situazione.

Innanzitutto bisogna pensare ad allontanarsi da questa persona. Il primo passo è la separazione.

Sicuramente non finisce così, il marito geloso continuerà con insulti, pedinamenti e altri atteggiamenti, a quel punto cosa fare?

Nel caso dei pedinamenti, questo comportamento costituisce un illecito sia sotto il profilo civile che penale. Bisogna agire su più fronti: sotto l’aspetto civile, può richiedere la separazione con addebito, cioè che gli venga attribuita la colpa per la fine del matrimonio, così il marito perde così il diritto al mantenimento.

Sotto il profilo penale, occorre una denuncia.

Ricostruire quello che è successo, e chiedere la condanna per gli eventuali reati posti in essere, per esempio i maltrattamenti quando il coniuge troppo geloso arriva a pedinare l’altro, ad episodi di violenza e ad insultarlo pesantemente.

La gelosia non è una giustificazione e la legge sul punto parla chiaro.

In casi come questi i giudici hanno condannato il colpevole anche a 8 mesi di reclusione per i maltrattamenti inferti alla consorte.

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Il marito tifa Inter: si può chiedere l’addebito della separazione?

Inter

 

Mio marito tifa Inter. Abbiamo due figli: uno lo ha già plagiato, mentre il più piccolo forse, se mi muovo subito, faccio ancora in tempo a farlo diventare juventino. Ovviamente ho già deciso di separarmi, quello che vorrei sapere è: posso chiedere l’addebito?

La costituzione degli Stati Uniti riconosce, come è noto, il diritto alla felicità, peraltro elaborato originariamente dal noto pensatore napoletano Gaetano Filangeri.

Anzi, a ben guardare, il diritto riconosciuto da quella carta fondamentale in modo esplicito, ma da tante altre carte in modo più implicito, ma sicuramente innegabile, è, secondo una formula ancora più forte, il diritto «alla ricerca della felicità».

Ora, è evidente che una persona che sceglie di tifare Inter si preclude per tutta la vita non soltanto la ricerca, ma addirittura qualsiasi speranza di felicità.

Ciò è già grave di per sè, e sicuramente assorbente l’intera materia, in quanto circostanza di fatto idonea a rompere in modo irreversibile l’ affectio che deve esserci tra i coniugi, anche sotto il profilo dell’obbligo reciproco di solidarietà, di lealtà e rispetto.

Ma diventa ancora più grave considerando l’ulteriore circostanza di aver indotto anche il figlio maggiore a tifare Inter. Secondo l’art. 30, comma 1, della nostra carta fondamentale, «è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli». Questa disposizione va come noto letta insieme a quella dell’art. 2, secondo cui «la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità», laddove la formazione sociale più importante è, evidentemente, quella familiare.

Orbene, che educazione o istruzione è quella impartita da un padre che induce il proprio primogenito a tifare per una squadra che vince una coppa o uno scudetto ogni quaranta anni? Anche considerando l’avvenuto e noto prolungamento della vita media, ciò, specialmente in un paese di solida tradizione e cultura calcistica come il nostro, che assume valore come contesto sociale di riferimento del minore, rimane completamente inaccettabile.

Trovo anche opportuna la tua idea di convincere il figlio più piccolo a tifare Juventus, una squadra che vince sempre in modo corretto e, se capitasse di farlo anche in modo non corretto tramite un’apposita associazione a delinquere, poi c’è sempre la prescrizione. Soprattutto, il tuo merito è quello di cercare di evitare che possa tifare Milan, cosa che potrebbe essere dirompente per l’equilibrio della fratria.

In conclusione, credo che nessun giudice, specialmente se tu iniziassi la causa in questa fase del campionato, potrebbe mai negarti la separazione con addebito.

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posso chiedere il mantenimento al vero padre dei figli riconosciuti da mio marito credendo fossero suoi?

Per 12 anni ho avuto una relazione extra coniugale con un uomo sposato da cui sono nati 2 figli una di 10 e l’altro di 4 anni che però sono stati riconosciuti da mio marito ovviamente credendo fossero figli suoi. Non ho mai ricevuto alcun aiuto economico dal vero padre dei 2 bambini e ora che sono in difficoltà economica alla mia richiesta di aiuto lui non ne vuole sapere. Tra noi è finita da qualche mese. Vorrei sapere cosa fare, come intraprendere un’azione legale e quali rischi corro oltre ha far scoprire a mio marito tutto.

Questi due bambini adesso hanno lo stato di figli «legittimi» (un termine destinato a finire prima o poi in disuso, in considerazione della nuova legge sullo stato dei figli entrata in vigore il 1° gennaio 2013) di tuo marito, quindi non esiste alcun titolo giuridico per cui tu possa chiederne il mantenimento al padre biologico. Per promuovere un’azione di dichiarazione giudiziale della paternità, devi prima togliere, e sempre che ce ne siano le condizioni, lo stato di figlio legittimo che questi due bambini hanno nei confronti di tuo marito, dal momento che un figlio può avere solo uno status e non può essere contemporaneamente figlio legittimo di una persona e naturale di un’altra.

È ovvio che si tratta di una decisione che non puoi affatto prendere considerando solo il vantaggio che ne deriverebbe dalla percezione di un mantenimento per i tuoi figli, mentre dovresti considerare l’effetto che una scoperta del genere ingenererebbe sia su tuo marito che sui tuoi figli, specialmente la femmina che è già piuttosto grande e ha sempre considerato tuo marito come il suo vero padre.

Quanto agli effetti che la cosa potrebbe avere sul tuo matrimonio, ovviamente tuo marito potrebbe chiederti la separazione con addebito perchè sicuramente fare due figli con un’altra persona e tenerlo nascosto al marito facendoglieli crescere come se fossero figli suoi, con tutto ciò che comporta affettivamente ed economicamente, concreta una gravissima e dimostrata violazione dei doveri derivanti dal matrimonio.