Qui a Modena c’è un detto di profonda saggezza: «piú studiano, più diventano ignoranti».
É una considerazione talmente esatta da sembrare quasi una delle svariate leggi dell’anima messe a fuoco dall’uomo nel corso dei secoli, specialmente con il contributo dei più evoluti.
Significa che lo studio, l’applicazione nell’intelletto, determina mentalizzazione: il centro della vita di una persona, la sua angolazione, il punto di vista da cui guarda gli altri e il resto del mondo «sale» dal cuore alla testa, perde gli infiniti cardiaci e si va a incastrare nelle gabbie della mente.
La persona mentalizzata – a star bassi, il 90% di chi vive oggigiorno – perde la compassione, la capacità di perdonare, la gratitudine, la contentezza e la consapevolezza del momento presente, per guadagnare il giudizio, che é un processo altamente tossico per l’anima.
«Il Signore conosce i pensieri dell’uomo: non sono che un soffio.»
(Salmo 94, 11)
Questa è l’«ignoranza» degli studiati: gente che va in alto, entra nel mondo astratto della mente, diventa brava a progettare e a lavorare, ma perde la capacità di percepire lo stato d’animo di chi le si trova di fronte, pone come obiettivo di fare quel che «é giusto», anche se questo fa sanguinare l’anima, la loro e quella di coloro che gli stanno intorno.
É il paradigma inverso a quello dettato dal maestro Yeshua: sacrifici, non misericordia.
Un tempo le persone così erano poche, ma oggi, con il benessere generalizzato e l’accesso all’istruzione disponibile a tutti, impostato solo sulla mente e non su anima e corpo, che invece sarebbero molto più importanti, più del 90% delle persone sono così, mentalizzate.
Questa è una delle cause principali di sofferenza e insoddisfazione per l’uomo che vive oggi in Occidente.
Clicca di seguito per valutare un percorso di counseling.
Perché la politica é legata alla crescita personale?
Uno non potrebbe limitarsi a lavorare su se stesso, ignorando la spazzatura che viene quotidianamente riversata sull’uomo contemporaneo dai media e dai social?
Purtroppo no. Esiste un inconscio collettivo dell’epoca neoliberista che rema molto contro ogni processo di vera evoluzione dell’uomo e della donna di oggi.
Ci sono dei veri e propri inquinanti psichici e spirituali dai quali, se non ci si difende, si producono danni reali.
Dopo i commenti estremamente critici ricevuti al mio post sul monologo di Rula a Sanremo2020, devo dire che ho riconsiderato la mia opinione a riguardo. Attualmente penso, molto pianamente, che se fossimo un popolo con le palle organizzeremmo una vera class action contro la Jebreal, la Rai e Sanremo in cui richiedere i danni causati
Dopo i commenti estremamente critici ricevuti al mio post sul monologo di Rula a Sanremo2020, devo dire che ho riconsiderato la mia opinione a riguardo.
Attualmente penso, molto pianamente, che se fossimo un popolo con le palle organizzeremmo una vera class action contro la Jebreal, la Rai e Sanremo in cui richiedere i danni causati dall’iniezione degli inquinanti psichici che sono stati sparsi col monologo in questione e con molte altre trasmissioni.
L’inconscio collettivo, come sa chiunque svolge un lavoro di cura, é determinante per il benessere individuale e allora ti chiedo come possiamo vivere sereni e felici se:
a) le donne sono convinte che la maggior parte dei maschi sia cattiva e violenta e; b) gli uomini sono convinti che non devono sviluppare il loro pieno potenziale di forza, ma diventare vegani, saper rimuovere il calcare e servire le loro donne cucinando il pollo alle mandorle?
Questo sovverte l’ordine naturale delle cose e, soprattutto, é basato su considerazioni non vere e completamente infondate, in altri termini su convinzioni tossiche e limitanti.
La pressoché totalità degli uomini adora le donne e le vede così belle e preziose da desiderare solo di servirle, mettendo al loro servizio la loro forza e le loro specificità.
Per un uomo é assolutamente fondamentale poter essere utile ad una donna, se l’uomo pensa di non poterlo essere perde interesse.
Se la donna non è accogliente, se non c’è un rapporto di fiducia, che cosa può nascere di positivo?
Guardate che questa gente di merda ha come scopo quello di scassare le relazioni umani e ci sta riuscendo alla grande.
Le persone non sanno più, quando sono angustiate, con chi andare a parlare, non c’è più il counseling della vita quotidiana che c’è sempre stato per milioni di anni. Le relazioni sono sempre più superficiali e meno significative.
É ora che mandiamo sonoramente a fare in culo tutti questi falsi maestri, che diffondono e seminano odio e zizzania tra i sessi e tra le persone, e ricominciano a volerci bene ed abbracciarci tra noi, con tutti i nostri difetti, i nostri limiti e la nostra finitezza.
Rula, sei bella e brava, ma le tue stronzate, le tue litanie, le tue tragedie di Eschilo basate su dati falsi e artefatti valle a raccontare a qualcun altro!
Nella vicenda della Williams, che si dichiara felice di aver potuto sopprimere suo figlio per poter vincere una statuetta, c’è tutta la tragedia inconsapevole della donna moderna che crede di essere la donna più fortunata della storia ed invece, tutto al contrario, é la donna più smarrita, confusa, infelice, scentrata e priva di una direzione, spesso gravemente.
L’uomo contemporaneo é sinceramente convinto di amare l’amore, quando invece, all’esatto opposto, é spesso molto più egoico e, perso tra mille nevrosi e manie che lo centrano sempre più su se stesso, é incapace di crederci davvero.
La verità è che oggigiorno «l’amore non é amato», come diceva San Francesco. Da Dio agli altri, pochi vogliono investire in una relazione che cambia.
Se hai una persona nel cuore, domani diglielo e celebra in qualche modo con lei, anche solo con un pensiero.
Le ricorrenze sono una buona occasione per ricordare alle persone che sono importanti per noi, non bisogna mai snobbarle, dimenticarle, lasciarle passare senza cogliere le opportunità che ci offrono.
Ognuno di noi, alla sera, quando la città si spegne, pensa a qualcuno o a qualcuno vorrebbe stringersi… Non fare finta di niente, in quella sensazione ci può essere la tua salvezza e c’è comunque la tua umanità e il tuo cuore divino.
É un po’ così che ascolto nella mia pratica di counseling, credo sia così che si finisca per ascoltare quando si abbandona il giudizio e si finisce, così, per accogliere persone che hanno «nella pancia» cose incredibili, cioè le emozioni più improbabili, controintuitive, irrazionali, persino spiritose e divertenti nella loro paradossalità, tanto che davvero ognuno va ascoltato, e davvero persino amato ed accolto, come un enigma, come quell’enigma che é.
Della personalità di ognuno di noi sia gli altri che noi stessi infatti non vediamo che la punta dell’iceberg, mentre ci sono le famose parti profonde, e le varie subpersonalità, di cui ti parlo spesso, che non sai mai di quale parere saranno in ordine a quello che ti accade nella vita.
Un’altra cosa che voglio dire, e poi chiudo, é che un counselor deve allenare la sua attenzione, cosa che oggigiorno si fa con la meditazione e con le varie forme di resistenza alle distrazioni digitali, aspetto quest’ultimo assolutamente fondamentale e di cui parlerò presto nel blog, cui ti invito ad iscriverti sin da ora.
Se, infatti, il counselor non é in grado, per mancanza di allenamento, di focalizzare e tenere focalizzata la sua attenzione, non può ascoltare in maniera efficace. Se porta la sua frammentarietà incurata nella seduta, ugualmente non può ascoltare in modo funzionale.
«Sforzarsi senza tregua di pensare a chi ti sta davanti, prestargli un’attenzione reale, costante, non dimenticarsi un secondo che colui o colei con cui tu parli viene da un altro luogo, che i suoi gusti, le sue idee e i suoi gesti sono stati plasmati da una lunga storia, popolata da molte cose e da altre persone che tu non conoscerai mai. Ricordarsi in continuazione che colui o colei che guardi non ti deve nulla, non e? una parte del tuo mondo, non c’e? nessuno nel tuo mondo, neppure tu. Questo esercizio mentale – che mobilita il pensiero e anche l’immaginazione – e? un po’ duro, ma ti conduce al piu? grande godimento che ci sia: amare colui o colei che ti sta davanti, amarlo per quello che e?, un enigma – e non per quello che credi, per quello che temi, per quello che speri, per quello che ti aspetti, per quello che cerchi, per quello che vuoi.»»
(Christian Bobin – da “Autoritratto al radiatore”)