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Eliminare servitù di scarico: come fare?

Nel 2005 ho acquistato una porzione di testa di trifamigliare . Dal progetto risultava che ogni porzione godeva di collegamento autonomo alla rete pubblica per gli scarichi. In occasione di un tracimamento di acque fognarie ho compreso mancare ogni collegamento alla condotta pubblica. Ho provveduto a mie spese ad eseguire il necessario segnalando la difformità rispetto al progetto consegnatomi dall’architetto all’atto di acquisto.Risultato : nel mio fondo convergono ora gli scarichi di tutte le 3 porzioni : acque chiare, scure e cucine,con i disagi del caso . Vorrei vendere la proprieta’ e quindi sgravarla da questa servitù .Come posso procedere per interrompere l’usucapione del diritto di servitù ? Posso in qualche modo indurre i proprietari delle altre porzioni a provvedere ad un intervento utile a sollevarmi da questa servitù?

Per interrompere l’usucapione si può fare una diffida stragiudiziale, meglio se notificata tramite ufficiale giudiziario.

A monte di ciò, tuttavia, bisognerebbe prima considerare la situazione giuridica a riguardo e cioè se l’usucapione non si sia magari già compiuto e, soprattutto, se la servitù non possa esser stata acquistata in altro modo, ad esempio per destinazione del padre di famiglia.

Considera inoltre che quella di scarico è una servitù di cui comunque si può, in alcuni casi, ottenere la costituzione anche in modo coattivo.

Dunque la situazione non è affatto così semplice.

Certo, inviare la diffida rimane comunque il primo passo per aprire la vertenza e vedere quali posizioni a riguardo assumono le parti, iniziando di conseguenza a trattare il problema.

Se vuoi assistenza da parte mia in questa situazione, chiama lo studio al numero 059 761926 e prenota la tua prima riunione con me sul tuo caso, concordando giorno ed ora con la mia assistente, oppure acquista direttamente da qui.

Naturalmente, se vivi e lavori lontano dalla sede del mio studio, questa prima riunione potrà essere in videoconferenza, come ormai avviene per quasi la metà dei miei appuntamenti, tramite zoom, skype o altro, o, se lo preferisci, anche telefonicamente. Per inviarmi i documenti, potrai poi usare questa semplice guida.

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Strada davanti casa mia: possibile sia diventata pubblica?

scrivo per un problema di strada privata, presa dal comune.Nel 1960 i nonni acquisirono questa casa,che fa amgolo su 2 strade,la principale e poi quella piccola privata di 5 metri per 10 metri ,divisa a metà,con un proprietario che abita di fronte.I nonni pagarono in anticipo al comune,le spese per le fogne e tutto quello che toccava a loro essendo privata,documentato nel rogito.Dopo tanti anni vediamo arrivare nella nostra via dove ci vanno 3 macchine parcheggiate,tutto il vicinato,lasciando l’impossibilita di tirare fuori le nostre ,perchè il comune va a dire che è diventato pubblico per l’asfalto,L’asfalto lo pagarono i nonni con tutti le spese,come scritto sul rogito.Inoltre noi lavorando al nord non abbiamo mai dato il consenso al comune di entrare nella proprietà.Sul rogito c’è scritto che è ad uso esclusiovo dei proprietari per dargli la possibilità di entrate a piedi o in macchina.Possono fare questo?

Ci sono dozzine di istituti o di regole che potrebbero applicarsi in una situazione come questa, come ho scritto più volte le situazioni fondiarie sono sempre piuttosto complesse e richiedono uno studio e un approfondimento adeguati.

La strada potrebbe, ad esempio, essere stata resa oggetto di provvedimenti da parte dell’ente territoriale, se non aver avuto sin da prima ancora natura vicinale o di altro genere, con possibile interessamento dell’interesse pubblico. Ci sono poi, sempre parlando in astratto, istituti come l’usucapione, la destinazione del padre di famiglia, la possibilità – comunque – di ottenere, in determinati casi e a certe condizioni, servitù coattive, cioè imposte con un provvedimento dal magistrato.

Se vuoi chiarire la natura giuridica della strada e, di conseguenza, soprattutto il regime applicabile alla stessa, occorre incaricare un avvocato e probabilmente anche un tecnico (geometra, architetto, ingegnere civile) di svolgere i necessari accertamenti e di iniziare a «trattare» la vertenza in modo ufficiale, contattando il comune e gli altri soggetti interessati, in modo che il problema cominci ad essere attenzionato in modo adeguato.

Se vuoi un preventivo, puoi chiedermelo compilando il modulo apposito nel menu principale del blog.

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Scarico nel pozzetto altrui: è possibile?

Sono proprietario di una villetta di testa e ho la servitù di passaggio per entrare e uscire da casa. Ho sia un cancelletto che un cancello che mi permettono di entrare a casa. Il cancello immette in uno spiazzale. Certe volte lo devo pulire con l’idropulitrice perché si sporca e l’acqua di scolo fuoriesce e va nel pozzetto appena fuori la mia proprietà. Ho ricevuto una raccomandata dove mi diffidano a fare scolare l’acqua proprio perché ho soltanto la servitù di passaggio sulla strada. Se non mi attengo vorrebbero farmi causa. Considerando la questione mi pare ovvio che si tratta di pura e semplice invidia perché non pago il condominio ma vorrei sapere se veramente non posso nemmeno lavare dentro casa.

La questione, ovviamente, non riguarda la tua facoltà di lavare dentro casa, cosa che puoi sicuramente fare, rientrando nelle tue facoltà di proprietario, ma, in modo più circoscritto, gli scarichi.

tombinoSe ho ben capito, infatti, quando lavi il piazzale dentro a casa tua finisci per scaricare in un pozzetto che non è di tua proprietà, ma di proprietà altrui e questo non è consentito, anche se probabilmente avresti la possibilità di ottenere uno scarico coattivo ai sensi dell’art. 1043 del codice civile, a mente del quale «Le disposizioni contenute negli articoli precedenti per il passaggio delle acque si applicano anche se il passaggio è domandato al fine di scaricare acque sovrabbondanti che il vicino non consente di ricevere nel suo fondo. || Lo scarico può essere anche domandato per acque impure, purché siano adottate le precauzioni atte a evitare qualsiasi pregiudizio o molestia».

Fino a che, tuttavia, lo scarico non viene concesso o costituito con sentenza, tuttavia, esso non è a rigore legittimo.

Se hai già ricevuto una contestazione per iscritto, il mio consiglio è quello di rispondere comunque, senza lasciare che questa contestazione rimanga priva di riscontro perché ne potrebbero derivare conseguenze dannose per te e per la tutela del tuo immobile in futuro. La risposta deve avvenire tramite un avvocato, a mio giudizio, altrimenti il rischio di commettere errori sarebbe troppo alto.

Se vuoi acquistare un’ora di lavoro sul tuo caso da parte del nostro studio, nel corso della quale si potrebbe anche confezionare la risposta che ti consiglio di far inviare, puoi consultare questa pagina: clicca qui.

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Vicino chiede di passare per raggiungere la fogna: che fare?

Sono proprietaria di un fondo e il mio vicino e anche confinante mi ha chiesto di collegarsi alla rete fognaria passando attraverso il mio terreno. Cosa mi consiglia di fare?

Come si fa a rispondere ad una domanda del genere senza conoscere lo stato dei luoghi e ogni altra circostanza?

Si possono fare solo alcune osservazioni di carattere molto generale.

Appunto in linea generale, è vero che sono previste dalla legge, in alcuni casi, servitù coattive.

Le servitù coattive sono servitù che possono essere costituite con un provvedimento del giudice in presenza di determinati presupposti. In altri termini, in determinate situazioni la legge riconoscere al proprietario di un fondo o di un bene immobile il «diritto» di imporre ad un altro proprietario la costituzione di una servitù.

Un esempio classico di servitù coattiva è quella di passaggio, che il proprietario di un fondo intercluso, cioè senza accesso, o comodo accesso, alla strada pubblica, ha «diritto» di imporre al proprietario del fondo, o dei fondi, sui quali ha la necessità di passare per accedere alla via pubblica.

È evidente che le servitù non possono sempre dipendere dal consenso dei privati, se ragionassimo in questo modo, seguendo sempre il nostro esempio, ci potrebbero essere fondi inaccessibili, cosa che ovviamente è inammissibile, dal momento che ogni terreno è giusto che possa venire sfruttato, per esigenze abitative o di produzione, non solo agricola ma anche industriale.

Detto questo, si può dire ulteriormente che può darsi che il tuo vicino, che al momento si è limitato a chiederti amabilmente il permesso di poter passare con le sue tubazioni, abbia, in caso di mancanza di consenso da parte tua, il diritto ad uno scarico coattivo.

Questo significa che, in caso di negazione del consenso, potresti subire una causa alla fine della quale la servitù verrebbe comunque costituita e tu potresti anche essere condannata a pagare le spese legali.

Per dire se questo è il caso, ovviamente bisognerebbe approfondire molto di più la situazione.

Ancor prima di questo, anche perché un approfondimento del genere richiederebbe un lavoro di un certo tipo e di conseguenza un certo investimento, in generale va detto che un accordo è sempre comunque preferibile, quando si può raggiungere senza troppo incomodo e anzi magari con alcuni vantaggi.

Se vuoi approfondire, come ti consiglierei, la situazione, ti suggerirei di valutare l’acquisto di una consulenza, scegliendo la relativa opzione nel menu principale del blog. Ti raccomando, con l’occasione, di iscriverti alla newsletter del blog, o, se non ti piace la mail, al gruppo Telegram, in modo da non perderti importanti e utili aggiornamenti quotidiani.

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Tubi di scarico nel mio fondo: posso farli rimuovere?

ho un terreno acquistato nel 94 il quale viene attraversato dalla fogna generale del paese i miei confinanti hanno costruito molte case per venderle e hanno passato la fognatura nel mio terreno raggiungendo la condotta generale a mia insaputa e senza permesso cosa devo fare considerando che sono passati 10 anni?

Come tutte le questioni di proprietà fondiaria, ovviamente, andrebbe approfondita molto di più a partire da una analisi accurata dei luoghi, della situazione di fatto e di tutta la documentazione relativa.

In generale, si possono però fare le seguenti osservazioni, che già consentono un minimo di orientamento.

Vale al momento attuale a riguardo un principio introdotto nel codice civile vigente, inaugurato nel 1942, secondo cui «il proprietario del suolo non può opporsi ad attività di terzi che si svolgano a tale profondità nel sottosuolo o a tale altezza nello spazio sovrastante, che egli non abbia interesse ad escluderle» (840, comma 2°).

Prima dell’introduzione di questo principio, la proprietà di un fondo era concepita come una specie di cono infinito avente il vertice al centro della terra e la base appunto nello spazio, che dunque si estendeva usque ad sidera, usque ad inferos.

Un po’ come Buzz Lightyear: «Verso l’infinito… e oltre!»

In una realtà come quella attuale, molto più complessa rispetto a quella anteriore – basti pensare ad esempio agli impianti e alle condutture di acqua, gas, luce, che prima del secondo conflitto mondiale erano poco o per niente diffusi nel nostro paese, un principio come quello anteriore della proprietà «infinita» sarebbe ovviamente stato impraticabile.

Sulla base, dunque, di queste prime osservazioni difficilmente puoi opporti a questo allaccio, sempre che non ci sia un interesse concreto che viene pregiudicato, ad esempio devi utilizzare quel terreno per coltivazioni che non si possono fare a causa della presenza delle tubazioni di scarico.

Ci sono, però, poi anche altri profili che potrebbero venire in rilievo a favore dei tuoi vicini. La maggior parte degli impianti, tra cui acqua, luce, gas, sistemi radiotelevisivi, cavi telefonici, è assistita da una legislazione speciale che prevede la possibilità di costituire servitù coattive nel caso in cui ci sia bisogno di far passare appunto impianti su proprietà altrui per servire case o aziende. Anche qui, non è pensabile che un’abitazione per poter godere del minimo dei servizi per essere abitata al giorno d’oggi debba dipendere dal consenso o meno al passaggio degli impianti da parte dei proprietari dei terreni confinanti, anche perché in questo modo non si riuscirebbero a urbanizzare molte zone…

Pertanto, credo che la tua pretesa alla rimozione degli impianti di scarico e quindi in sostanza tubazioni sia difficilmente coltivabile.

La presente risposta è stata redatta con il contributo dello studio legale del «volto umano» avv. Sara Mascitti di Roma – Latina, di cui ho in particolare sfruttato le approfondite ricerche sulla figura di Buzz Lightyear.

Buzz Lightyear

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Servitù di scarico: se non la concedo che succede?

i miei genitori hanno un pezzetto di terra in cui passa la tubazione di scarico acque reflue di 3 case di cui una e’ la loro, acque che da li’ vanno a finire nella fogna pubblica. al confine delcortile di questa palazzina c e’ un terreno e il proprietario vuole farci una casa per la sua famiglia. detto terreno non ha condotte per lo scarico in fogna e necessita passare o nel terreno dei miei genitori per allacciarsi alla fogna della palazzina (via piu’ facile) o in altri terreni attigue i cui proprietari hanno gia’ detto di no. ora gli altri due della palazzina concederebbero il passaggio in cambio d un opera muraria da parte del richiedente ma i miei no. vogliono stipulare un rogito per la vendita della servitu’ dietro presentazione d un progetto del passaggio della tubazione (che poi e’ quello che chiedera’ il comune per rilasciare l autorizzazione). le domande: se il richiedente non accetta il prezzo? c e’ un previsione di vendita coattiva della servitu’?

Sì, nel momento in cui non si dovesse trovare un accordo ci sarebbe probabilmente – l’avverbio è d’obbligo, perché in tema di servitù, come in tanti altri casi, non si possono fare valutazioni giuridiche senza avere prima compreso adeguatamente i fatti e la situazione dei luoghi – il diritto della persona che ha interesse a poter scaricare nella fognatura pubblica di ottenere tale servitù coattivamente.

Si tratta di una evenienza da cercare di evitare il più possibile, perché le cause in tema di servitù sono abbastanza complicate, lunghe e costose. Inoltre, potrebbe comunque esserci un intervento dell’autorità amministrativa, trattandosi di situazioni che riguardano la urbanizzazione di un’area e hanno importanti risvolti di natura sanitaria. Infine, si potrebbe anche subire un ricorso di tipo cautelare, che potrebbe avere, in caso di sconfitta, conseguenze pesantucce in ordine alle spese legali, trattandosi di un procedimento d’urgenza.

Consiglio quindi senz’altro di cercare di tenere in piedi il contesto negoziale che c’è già, vedendo se si riesce a trovare una soluzione tra proprietari interessati che eviti l’intervento o del comune (o altri enti pubblici) o della magistratura, con evidenti vantaggi per tutti.

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Diritto di aprire una strada: si perde per prescrizione?

una donazione di terreno fatta da un genitore ( 30 anni orsono) divisa in quattro particelle (e la mia e l’ultima) dove e’ scritto che su un confine ben precisato deve essere aperta una strada privata di mt -4. e’ possibile che dopo anni si perde il diritto aprire questa strada ?

Non ha senso parlare di contratti senza averli potuto visionare, non dico studiare approfonditamente ma almeno vederli e leggerli.

Bisognerebbe più in particolare vedere esattamente di che contratti si trattava, che tipo di operazione, nel loro complesso, erano diretti a realizzare e come era formulata in concreto questa clausola. Ogni clausola contrattuale infatti si interpreta per mezzo di tutte le altre, delle circostanze del contratto e del suo «scopo» di base, in riferimento alle regole per l’ermeneutica dei negozi dettate direttamente dal codice civile.

Non potendo fare questo, almeno al momento (se credi, puoi acquistare una consulenza per fare questo lavoro di approfondimento), posso fare solo alcune considerazioni di ordine generale.

I diritti, salvo rare eccezioni, si estinguono per il decorso del tempo, generalmente per prescrizione. Il termine ordinario di prescrizione è di dieci anni (prescrizione decennale, appunto). I diritti reali su cosa altrui, tuttavia, come ad esempio l’usufrutto, ma anche le servitù, si prescrivono in un termine più lungo, di venti anni (prescrizione ventennale).

Può darsi che nel tuo caso fosse stata costituita una servitù o un onere reale o comunque una situazione giuridica soggettiva per la quale si potesse postulare l’esistenza del termine ventennale. Tuttavia credo che ormai, se sono decorsi trent’anni dal perfezionamento del contratto, fare questo approfondimento sarebbe comunque inutile, stante il decorso abbondante peraltro del termine ventennale.

È evidente, peraltro, che se hai preso possesso di quei terreni e per 30 anni non hai esercitato quel diritto, né ti sei preoccupato di interrompere il decorso della prescrizione, cosa per la quale sarebbe probabilmente bastata anche una semplice raccomandata, la legge può presumere che a te quel diritto non interessasse più e può di conseguenza farlo estinguere.

Se questa è la situazione, per l’apertura della strada non ti resta che valutare altre eventuali possibilità, che possono essere le più varie, a cominciare dalla costituzione coattiva di una servitù di passaggio, o anche altre, a seconda appunto della situazione dei fondi e persino del modo in cui sono stati goduti sino ad oggi (potrebbe ad esempio anche configurarsi una usucapione di servitù, ad esempio).

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Ho un fondo intercluso: posso ottenere un passaggio?

avrei bisogno di un’informazione: trattasi di area C zona residenziale. Essendo proprietario di un area di di 65 mq e non avendo possibilità di potervi accedere tramite strada, e non avendo possibilità di accesso dai confinanti, posso ottenere un accesso carrabile?

È una descrizione del caso troppo sintetica perché si possano fare valutazioni serie al riguardo, sarebbe stato necessario descrivere molto più approfonditamente la situazione in diritto e, considerato che il fatto è pesantemente rilevante per la legge, appunto in fatto.

In generale, si può ricordare che il proprietario di un fondo intercluso può ottenere la costituzione di una servitù coattiva di passaggio.

Quanto al contenuto della servitù, questo passaggio, oggigiorno, a mio giudizio si fa fatica a sostenere che possa essere un passaggio solo pedonale, o a piedi, dal momento che per l’utilizzo completo di pressoché qualsiasi fondo occorre potervi accedere con mezzi a motore, quantomeno di tipo civile, e cioè automobili e altri mezzi di locomozione, ma spesso anche di tipo agricolo o industriale, sempre a seconda della destinazione del fondo, che nel nostro caso abbiamo visto essere residenziale.

L’interclusione, come abbiamo ricordato dozzine di volte nel blog, può essere assoluta o relativa: è relativa quando ci sarebbe pure un modo per accedere al fondo, ma eccessivamente scomodo. Anche in questo secondo caso, si può ottenere la costituzione della servitù. È il giudice, ovviamente, che fa questa valutazione, eventualmente aiutandosi con la consulenza di un tecnico; è comunque bene allegare una relazione tecnica all’atto introduttivo del giudizio.

Prima di promuovere la causa peraltro è bene chiedere la costituzione della servitù in via stragiudiziale ai proprietari dei fondi interessati tramite l’invio di una diffida per iscritto.

Il prossimo passo, comunque, che ti consiglio di compiere per la tua tutela in una situazione del genere è quello di scegliere ed incaricare un bravo avvocato che possa seguirti nella gestione della problematica.